incentivi e vantaggi per favorire l’occupazione femminile

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Parità di genere: esonero fino a 50mila euro dal Governo

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Il Decreto interministeriale n. 3217 del 30 dicembre 2024 ha segnato un passo cruciale verso un mercato del lavoro più inclusivo. Il provvedimento, infatti, individua i settori e le professioni con una disparità uomo-donna superiore al 25% rispetto alla media nazionale, e favorisce l’impiego di incentivi mirati per promuovere l’assunzione di lavoratrici in queste aree. Queste misure si concentrano soprattutto nei settori privati, andando ad aumentare le opportunità per ridurre il gap occupazionale di genere.

Dai recenti dati ISTAT emerge che settori come l’industria estrattiva, le costruzioni e la meccanica sono quelli che presentano un tasso di disparità superiore al 25%. In particolare nel primo caso, le costruzioni, la percentuale di lavoratori uomini raggiunge il 91%. Con gli incentivi introdotti dal decreto si punta così a favorire ancora di più l’occupazione femminile con agevolazioni economiche per le aziende.

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Cosa prevede l’incentivo? Le imprese che ottengono la Certificazione di parità di genere potranno beneficiare di un esonero contributivo fino a 50.000 euro, a sottolineare l’importanza di politiche inclusive nel contesto lavorativo. L’incentivo copre fino all’1% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, supportando le aziende che investono nella parità di trattamento tra uomini e donne, sia in termini di retribuzione sia di opportunità di crescita. Con questo strumento si intende promuovere l’equità sul lavoro e rafforzare anche la competitività aziendale.


Quando la differenza la fa il genere: gender pay gap fino al 30%

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Dagli ultimi dati divulgati da ISTAT si rileva che in Italia il divario retributivo di genere (GPG) nel 2022 è al 5,6%, con gli uomini che guadagnano mediamente 16,8 euro l’ora rispetto ai 15,9 euro delle donne. Tale gap diventa più evidente se si analizza la platea dei laureati (16,6%) e per le professioni dirigenziali, per le quali si raggiunge il 30,8%. La retribuzione per le lavoratrici resta inferiore anche nei settori ad alti livelli di competenza tecnica, mentre il GPG più contenuto, dell’8,4%, si registra nel campo scientifico e intellettuale.

Il comparto pubblico è il settore ad offrire un contesto più equo per le donne, con un gender pay gap del 5,2% rispetto al 15,9% del privato. Qui le donne laureate guadagnano 23 euro l’ora, 6,9 euro in più rispetto alle colleghe nel privato. Ciò evidenzia come il contesto istituzionale e pubblico contribuiscano a ridurre il divario retributivo e a favorire condizioni lavorative più inclusive.

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È evidente come nei settori industriali e nei servizi di mercato, dove il divario salariale è più alto, le differenze siano più nette. Inoltre, le retribuzioni orarie delle donne raggiungono punte minime nel settore delle costruzioni. Per questo motivo è urgente favorire politiche mirate a colmare il divario di genere e promuovere la parità salariale.


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Pink skills: le competenze per il mercato del lavoro


Le lavoratrici donne sono apprezzate nel mercato del lavoro per le loro soft skills, oltre alle competenze tecnico-settoriali. In particolare, come rileva anche il rapporto divulgato da McKinsey, le donne lavorano con un alto orientamento al risultato, essendo dotate di eccellenti capacità nell’organizzare informazioni e definire obiettivi chiari. Hanno, inoltre, un’ottima adattabilità, competenza che in un mercato del lavoro in costante cambiamento risulta essenziale.

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Le donne al lavoro presentano, poi, una maggiore inclinazione a considerare prospettive diverse e a mediare tra le parti, risultando particolarmente efficaci nella risoluzione dei conflitti, skill chiave nei ruoli di leadership. Non solo conflitti, ma anche gruppo: la loro capacità di costruire relazioni interpersonali solide favorisce il lavoro di squadra. Altra competenza tipica femminile è l’attenzione ai dettagli e l’abilità di gestire più compiti contemporaneamente, fondamentali specialmente in ruoli che richiedono coordinamento e gestione operativa.

A tutte le skills sopra descritte vanno aggiunte quelle soft legate all’intelligenza emotiva e l’empatia: le donne spesso sono più propense a riconoscere e gestire le emozioni proprie e altrui, promuovendo un clima di lavoro positivo. Anche l’ascolto attivo risulta una competenza trasversale che consente alle donne di connettersi meglio con colleghi, clienti e stakeholder.

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