Il 2025 per l’AI: le aziende cercheranno pragmatismo e risultati

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Sridhar Ramaswamy, CEO di Snowflake, approfondisce i risultati e le prospettive delle aziende dedite all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale verso i prossimi mesi

Lo scorso anno ha visto una vera e propria corsa all’intelligenza artificiale con aziende di ogni dimensione impegnate a ritagliarsi uno spazio in questo nuovo e promettente territorio. Il potenziale dell’AI ha affascinato l’immaginario collettivo, suscitando al tempo stesso ammirazione e preoccupazione. Nel 2025 il clamore lascerà spazio a una pragmatica esigenza di risultati tangibili e concreti orientati a fornire di reale valore. Non sarà più sufficiente adottare l’AI fine a sé stessa, ma occorrerà capire come utilizzarla per ottenere risultati aziendali significativi, con un approccio che richiederà un profondo cambiamento di mentalità, strategia ed esecuzione.

I risultati aziendali in primo piano

Le organizzazioni non si accontentano più di utilizzare l’intelligenza artificiale, vogliono capire in che modo può portare risultati concreti. Pertanto, CEO e consigli di amministrazione devono concentrarsi sulla sua applicazione pratica. Quali problemi specifici può risolvere? Come è in grado di contribuire a raggiungere obiettivi strategici? Che si tratti di snellire i processi decisionali, incrementare la produttività o accedere più rapidamente alle informazioni critiche, è essenziale stabilire sin dall’inizio obiettivi ben definiti.

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Ripensare le performance e gli incentivi

Questo approccio pragmatico richiederà un profondo cambiamento del modo di lavorare. Le attuali metriche di valutazione delle performance possono disincentivare l’adozione di strumenti di AI. Si consideri, ad esempio, un ingegnere informatico la cui produttività è tipicamente misurata in base alle righe di codice che scrive direttamente. Perché dovrebbe avvalersi di un AI copilot se il codice così scritto non viene calcolato, e quindi vede ridotto il suo rendimento totale? I sistemi di incentivazione andrebbero ripensati per premiare sia l’adozione dell’intelligenza artificiale che il raggiungimento di risultati strategici investendo nel suo perfezionamento e promuovendo una cultura che abbracci innovazione e collaborazione.

Il ruolo dei dati proprietari 

Un ulteriore cambiamento critico risiede nella crescente dipendenza dai dati proprietari. Le iniziali applicazioni dell’AI si basavano in gran parte su dati pubblici, liberamente accessibili, ma nel 2025 assisteremo con ogni probabilità a un’impennata delle applicazioni che sfruttano i vasti dataset interni alle aziende. Questo approccio necessiterà di strumenti sofisticati e una costante attenzione rivolta all’affidabilità dei dati stessi.

L’evoluzione del panorama normativo

La rapida evoluzione dell’AI comporta anche nuove sfide. L’emergere di deepfake generati dall’intelligenza artificiale, ad esempio, evidenzia la necessità di norme proattive in merito. È necessario che gli operatori del settore e i governi collaborino per sviluppare una normativa intelligente ed efficace che garantisca un uso responsabile dell’AI a ogni livello, non per frenare l’innovazione, ma allo scopo di salvaguardare il nostro futuro.

Ricompensare chi mette a disposizione i contenuti

Infine, dobbiamo affrontare il problema principale: il rapporto tra le aziende di AI e i fornitori di contenuti. Non è più sostenibile la raccolta e l’utilizzo di dati senza autorizzazione o compenso: per questo è necessario stipulare accordi di licenza equi che riconoscano l’immenso valore dei dati che alimentano lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Si tratta di uno scenario win-win: i provider di contenuti vengono equamente remunerati e le aziende di AI ottengono l’accesso alle risorse di cui necessitano per il proprio business.

Il futuro diventa realtà

Il 2025 segna un punto di svolta nella rivoluzione portata dall’intelligenza artificiale. È l’anno in cui passeremo dalle aspettative entusiastiche tipiche della corsa all’oro alla capacità di generare, e dimostrare, un valore tangibile. Questa transizione richiede un impegno sinergico da parte di tutte le parti interessate. I manager devono adottare un approccio pragmatico e orientato ai risultati, ripensando ogni aspetto, dalle metriche prestazionali alla cultura aziendale. È necessario investire nella forza lavoro, dotandola delle competenze e delle conoscenze indispensabili per affermarsi in un mondo guidato dall’AI. Inoltre, dobbiamo collaborare a tutti i livelli – leader del settore, politici e fornitori di contenuti – per definire un framework etico e sostenibile per lo sviluppo dell’AI. Abbracciando questi principi, sarà possibile sbloccare il vero potere trasformativo dell’intelligenza artificiale e gettare le basi per un futuro in cui la tecnologia sia al servizio di tutti.

A cura di Sridhar Ramaswamy, CEO, Snowflake

 

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