Periodicamente si torna a parlare di un progetto di rilancio della Capanna Cimetta, struttura di importanza storica e sociale, per i locarnesi, poiché legata ai lunghi e innevati inverni in cui la montagna si caratterizzava con le intense attività sciistiche. Di quegli anni sono rimasti indelebili ricordi, ma anche una struttura invecchiata e che ha disperato bisogno di un “lifting” per non cedere definitivamente all’incedere del tempo. A una quindicina d’anni dall’ultimo squillo – un progetto da circa un milione di franchi promosso nel 2010 dallo Sci Club Cardada proprietario – ne emerge ora un altro, diretto verso la domanda di costruzione. L’investimento previsto è importante: fra i 3 e i 3,5 milioni di franchi. Ma nebulosi risultano per ora essere i contorni del possibile finanziamento, che si conta di realizzare coinvolgendo diversi partner e facendo capo a tutti i contributi che (a precise condizioni) vengono erogati in casi del genere.
‘Elevarsi agli standard richiesti’
Claudio Gorini, «presidente ad interim e dimissionario», per dirla con le sue parole, dello Sci Club Cardada proprietario, alla “Regione” conferma il ritrovato slancio e l’esistenza di un progetto: «La premessa è che dopo 40 anni la capanna di proprietà dello Sci Club necessita di una ristrutturazione e di un ammodernamento sia a livello tecnologico, sia rispetto agli standard di accoglienza montani attuali e futuri. E questo riguarda sia la ristorazione, sia gli alloggi. Quindi, abbiamo deciso di rivolgerci all’architetto Sandra Giovannacci, che si è già occupata della nuova Capanna Tomeo, adottando soluzioni di design sicuramente apprezzabili e puntando molto sull’uso di materiali naturali, come il legno, confacenti a una costruzione montana ecologica, all’insegna del risparmio energetico».
Il progetto Giovannacci prevede sostanzialmente un rinnovamento pressoché totale dell’attuale Capanna Cimetta. Questo, a partire appunto dai materiali, non tacendo la massiccia presenza di amianto nella struttura esistente. Ma questo è un discorso costruttivo che compete ai tecnici. I sognatori si concentrano sulle prospettive già tracciate sulla carta: «Il progetto prevede un numero di camere sostanzialmente invariato rispetto alla situazione attuale, ma non vi saranno più gli “stanzoni”, che ormai non chiede più nessuno, ma alloggi doppi o quadrupli, con servizi interni e balconcini vista lago», dice Gorini.
Salto di qualità nella ristorazione
Inoltre, prosegue il presidente dello Sci Club, «dovrà naturalmente essere realizzato un appartamento per il gerente, che sarà situato nella parte bassa dell’edificio. C’è poi l’importantissima zona del ristorante, che con la ristrutturazione sarà leggermente ridimensionato come numero di coperti, ma sarà allestito in maniera tale che si possa aumentare la qualità del servizio, che vorremmo fosse effettuato al tavolo, e non più solo “self-service” come ora».
Sempre nella zona ristorante, l’idea, spiega Gorini, «è creare un salottino o “lodge”, con camino o stufa a pellet, per consentire a chi pernotta di trovare un angolino particolare dove passare la serata. Naturalmente andrà rifatta anche la terrazza, le cui condizioni attuali sono purtroppo tutt’altro che buone e non miglioreranno certo col tempo finché non si interverrà con una ristrutturazione».
Eventi e congressi in quota
Un ulteriore elemento di sicuro interesse è la possibilità di creare un’aula polifunzionale al piano inferiore, «per favorire lo svolgimento di meeting aziendali, che sono soluzioni sempre più gettonate – considera Gorini –. Entrare in questo circolo potrebbe essere, per Cardada e Cimetta, oltremodo interessante. Questo locale si presterebbe anche per necessità didattiche nel caso di gite scolastiche». In questo senso è significativo che gli stessi concetti venivano espressi nel 2010 dall’allora presidente dello Sci Club, Brenno Canevascini, parlando di un progetto a medio termine dopo una prima ristrutturazione già allora ritenuta urgente. Canevascini ipotizzava “una struttura a disposizione delle scuole anche d’estate, e di aziende per seminari o periodi di clausura in quota” e prefigurava una collaborazione con Cardada impianti turistici e Pro Cardada per ampliare il ventaglio di proposte sulle 4 stagioni, andando oltre l’inverno che 15 anni fa ancora era considerato sicuro grazie alla neve e alla tradizione sciistica locarnese.
Concetto per il risparmio energetico
Tornando al molto meno niveo presente, l’attuale presidente dello Sci Club Cardada tiene a sottolineare l’aspetto della sostenibilità energetica della capanna ristrutturata: «L’idea è un sistema di produzione di calore con termopompa, più pannelli fotovoltaici sul tetto, per sfruttare l’ampio soleggiamento di cui gode Cimetta».
Dunque, conclude Gorini, «al momento siamo al punto in cui disponiamo dei primi piani – che ho cercato di descrivere – e dei primi preventivi, che parlano appunto di un investimento sui 3-3,5 milioni di franchi. L’intenzione è andare fino alla domanda di costruzione (all’albo comunale di Avegno Gordevio, che è il Comune di riferimento) e parallelamente sarà importantissimo cercare dei partner interni ed esterni».
Si dismette lo sci-lift
Sempre ad Avegno Gordevio, tra l’altro, è appena stata inoltrata un’altra domanda di costruzione che è un segno dei tempi: quella riguardante la demolizione dello sci-lift Cimetta, situato lungo il pendio a nord della capanna. Istante, in questo caso, è la Cardada impianti turistici Sa (Cit). Cit – deputata al trasporto delle persone da Orselina a Cardada e da Cardada a Cimetta – che non può non entrare in linea di conto per un progetto importante e oneroso come la ristrutturazione della capanna situata all’apice.
Lo sa bene il direttore, Luca Jardini: «Conosciamo le condizioni della Capanna Cimetta ed è quindi naturale che vediamo di buon occhio ogni progetto che permetta di ridarle lustro. La capanna segna la “fine” della destinazione e contemporaneamente il punto di partenza per la Via Alta. Si tratta di una struttura che si presta molto bene anche per i ragazzi delle scuole, così come per associazioni o gruppi che a Cimetta vogliano trascorrere ad esempio un periodo di formazione. Mi viene ad esempio da pensare alla scuola di volo in parapendio, che potrebbe abbinare le sue specifiche attività a un soggiorno di qualità nella struttura. Sì, credo che la necessaria ristrutturazione sia un progetto che debba poter beneficiare di tutte le forze in gioco».
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