Il genio di Achille Campanile rivive in scena con “Campanilismi”: un omaggio teatrale che invita il pubblico a riflettere sulla condizione umana e sulle ipocrisie sociali, portando in vita il suo umorismo nero e il suo sguardo cinico sul mondo.
Venerdì 24 gennaio, alle ore 21, il Teatro Civico “Gavì Ballero” di Alghero ospita la commedia “Campanilismi”, un omaggio all’autore Achille Campanile. L’opera, adattata e diretta da Elio Turno Arthemalle, si ispira al romanzo “Il povero Piero” ed esplora, con il consueto sarcasmo e un’ironia pungente, le dinamiche paradossali che ruotano attorno alla morte di un personaggio illustre.
Lo spettacolo si inserisce nel contesto della Stagione di Prosa 2024-2025, un’iniziativa promossa dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, con il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna e dei comuni aderenti al Circuito.
Il progetto gode anche del contributo della Fondazione di Sardegna. La tournée è partita il 17 gennaio dal Teatro del Carmine di Tempio Pausania e proseguirà con altre date, come il 13 marzo al Teatro Costantino di Macomer e il 14 marzo al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri.
L’umorismo nero e il paradosso: un’esplorazione delle ipocrisie sociali
La trama di “Campanilismi” ruota attorno alla morte improvvisa e misteriosa di un uomo di fama, il cui decesso viene nascosto per rispettare la sua ultima volontà: le esequie devono restare segrete fino a un momento prestabilito. In un’atmosfera grottesca, la vedova e i parenti del defunto sono costretti a mantenere un comportamento formale e a non far trapelare nulla riguardo alla morte, seppur con atteggiamenti di evidente disagio. Il pubblico assiste a un continuo gioco di apparenze, tra lacrime trattenute, discussioni sull’eredità, e la presenza di invitati ignari che, nel mentre, si scambiano auguri e regali per matrimoni imminenti.
L’ironia di Campanile, unita alla satira sociale, emerge in modo evidente. I personaggi, pur vivendo la tragedia, si trovano a navigare tra convenzioni sociali che li obbligano a fingere una normalità che non corrisponde alla realtà. Le loro reazioni, purtroppo, non sono mai spontanee ma dettate da un’inflessibile etichetta sociale, che trasforma ogni gesto in un atto carico di ipocrisia. È proprio questo paradosso che rende la commedia tanto divertente quanto riflessiva: la morte, pur essendo inevitabile, solleva un intricato dialogo tra i superstiti, divisi tra il rispetto delle convenzioni e l’urgenza di esprimere emozioni autentiche.
Il metateatro e il rovesciamento delle convenzioni: il genius loci di Campanile
In “Campanilismi”, il teatro si trasforma in un gioco metateatrale. Il pubblico non è solo spettatore, ma partecipe di un processo che riflette sul ruolo degli attori nella vita quotidiana. I personaggi non recitano soltanto un copione, ma si trovano immersi in una riflessione sulla propria identità e sul proprio ruolo nella società. Ogni gesto e ogni parola diventano una recita di se stessi, svelando le fragilità e le contraddizioni che caratterizzano il rapporto umano con la morte e con la memoria di chi non c’è più.
Elio Turno Arthemalle, il regista e interprete dello spettacolo, vuole evidenziare questi aspetti attraverso una messa in scena che esaspera i toni, amplificando i suoni e i movimenti, dando un effetto volutamente surreale. Come afferma lo stesso Arthemalle, l’opera di Achille Campanile si distingue per l’uso di paradossi e colpi di scena. Lo scrittore ha la capacità di trasformare situazioni banali in momenti di grande ironia, grazie a un linguaggio che oscilla tra il grottesco e il filosofico. Le sue storie, in particolare quelle legate alla morte e alle sue implicazioni, sono un continuo rovesciamento delle convenzioni sociali. Nonostante Campanile fosse considerato un autore minore durante la sua carriera, oggi la sua opera rivela una modernità sorprendente, capace di parlare ancora a un pubblico contemporaneo.
Una commedia che sfida il tempo: Achille Campanile e l’attualità della sua opera
La forza dell’opera di Campanile risiede nella sua capacità di sollevare interrogativi universali attraverso la risata. “Campanilismi” è un esempio perfetto di come la morte, pur essendo un tema che può sembrare triste o pesante, venga trattata con leggerezza, ma anche con una dose di riflessione filosofica. La commedia non si limita a raccontare un episodio della vita di una famiglia, ma apre uno spazio di riflessione sulle dinamiche sociali e sulle ipocrisie che permeano la vita quotidiana.
Secondo Elio Turno Arthemalle, la critica alle convenzioni borghesi e alle piccole ipocrisie che Campanile ha denunciato nei suoi scritti è quanto mai attuale. Anche se alcune delle sue tematiche sembrano appartenere a un passato lontano, oggi tornano a condizionare i comportamenti della nostra società. La risata, quindi, diventa uno strumento per mettere in luce le contraddizioni del nostro tempo, per smascherare il fragile impianto su cui poggiano le nostre vite.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link