Calcio, Tesser: bravo Bari, Bonfanti è garanzia

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BARI – Nicholas Bonfanti sotto la lente di ingrandimento di Attilio Tesser. Il neoattaccante biancorosso, giunto in sede avantieri direttamente da Pisa con la formula de prestito secco oneroso, proverà a convincere Moreno Longo e i suoi nuovi tifosi. A suon di gol e prestazioni convincenti. Parola del suo ex allenatore, oggi tecnico della Triestina, che lo ha seguito nel biennio a Modena dal 2021 al 2023 conquistando prima la promozione in serie B e poi una tranquilla salvezza.

Tesser, che effetto fa allenare a 67 anni a certi livelli?

«Devo salvare la Triestina, dobbiamo farcela. In tutta sincerità, non sento differenze rispetto a dieci anni fa. Sino a quanto ci sono le motivazioni, si può andare avanti».

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Nicholas Bonfanti al Bari, cosa dice? Quali sono le sue caratteristiche caratteriali e calcistiche?

«È un ragazzo che ho allenato a Modena. Parliamo di un profilo importante. In Lega Pro ha segnato gol decisivi, mettendo anche a repentaglio la sua disponibilità pur nelle circostanze in cui non era fisicamente al top. Gioca con grande voglia di mettersi sempre a disposizione della squadra. A livello tecnico, ha il fiuto del gol. Bravo sia con i piedi che nel gioco aereo e nell’anticipo andando incontro alla palla. Molto abile da questo punto di vista. Può sbagliare gol facili, ma ha giocate importanti e capacità realizzative alte. È un giocatore mobile, sa attaccare bene la profondità. Ha colpi estrosi, sa dribblare, girare e tirare in porta. Possiede insomma il pedigree dell’attaccante che vede la porta. Come tutti i ragazzi, ha bisogno di sentire fiducia attorno a sé. Se sta bene fisicamente, è davvero forte. Arriva da esperienze utili a Modena e Pisa. Ora è nel pieno della maturità».

Sul piano tecnico e tattico, quello che Modena era?

«Giocavamo col 3-4-2-1 e Bonfanti era la punta di riferimento. In ogni caso, veniva incontro e faceva da raccordo tra i reparti. Bravissimo quando attaccava la profondità, grazie a corsa e potenza. Su questi presupposti nascono le sue giocate nell’area di rigore».

Dal punto di vista della collocazione in campo, Longo come potrà utilizzarlo? Il 3-5-2 del Bari può essere un sistema di gioco a lui congeniale?

«Il 3-5-2 è perfetto per lui. Anche col 3-5-1-1 può fare bene. Può giocare anche con una punta dietro. Perde pochi palloni e scarica bene sui compagni. L’ideale sarebbe affiancarlo ad un compagno di movimento, trequartista o seconda punta che sia. Può esprimersi al meglio in tutt’e due i casi. Gioca da prima punta o con un sostengo accanto. Più della tattica, conta la sintonia con i compagni di reparto. Poi, la differenza la fa la lettura dei momenti in campo. E Bonfanti in questo ha tutte le competenze del caso».

Con Bonfanti, come può cambiare l’attacco del Bari?

«Al suo fianco, ci vorrebbe in giocatore mobile come lui. Non una punta classifica di riferimento. Così può duellare meglio».

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Da dicembre, ha accumulato panchine con Inzaghi a Pisa. Nell’ultima di campionato non è stato convocato. Troverà a Bari le motivazioni per tornare protagonista?

«Ci mancherebbe. Inzaghi ha trovato i suoi equilibri nel tempo a Pisa. Nella prima parte di stagione, Bonfanti ha giocato e segnato gol pesanti con continuità. Noi allenatori siamo un po’ animali e quando troviamo un assetto, difficilmente cambiamo. Il ragazzo è di valore e ha qualità individuali molto elevate».

Arrivare in prestito secco, lasciando la propria squadra diretta verso la A, cosa può generare nell’animo di un giovane calciatore 22enne? C’è il rischio che si possa risparmiare?

«No. Ha una rabbia dentro che vorrà dimostrare al Pisa di aver sbagliato a lasciarlo andare via. Ha scelto Bari, ma immagino avesse altre pretendenti. Per cui, sono certo scenda in Puglia con voglia di rivalsa. I tifosi biancorossi possono stare tranquilli. Una piazza importante come Bari offre stimoli e motivazioni. Nicholas non tradisce».

Nelle prime cinque partite di quest’anno, Bonfanti ha segnato quattro gol. Poi è lentamente uscito di scena. Chiuso da Lind, Tramoni, Vignato, Moreo e Morutan.

«C’è un ampio bagaglio di scelte per Pippo Inzaghi. Può essere che, non giocando con continuità, Bonfanti abbia chiesto di trovare più spazio altrove. Potrebbe essere finito dietro le gerarchie rispetto a chi dovrebbe portare avanti un programma a più lunga gittata. Sono aspetti naturali, che capitano».

Da quanto tempo non lo sente?

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«Non lo vedo da due anni. Ma sono sicuro che la sua capacità di stare concentrato e la cattiveria giuste sono rimaste intatte. Darà senz’altro il suo contributo al Bari».

Il Bari ha fatto la scelta giusta?

«Decisamente sì. Con Lasagna formerebbe una bella coppia. Idem con Novakovich. Sono tre bravi giocatori, possono integrarsi senza problemi. Poi, dipenderà da Longo decidere come e se farli giocare insieme anche in funzione dell’avversario».

Di Bari e del Bari conserva qualche momento particolare da avversario nella sua lunga e importante carriera?

«Più che episodi particolari, ricordo sempre di aver incontrato una grande piazza. Sono venuto a Bari diverse volte e con tante squadre. Bari è una città calorosa. Tanti anni fa, ci fu un ammiccamento ma non se ne fece nulla. Mi sarebbe piaciuto allenare in Puglia, in una piazza di così grande tradizione».



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