AUTOMOTIVE, auto elettrica. Cresce l’offerta di nuovi modelli: in sei anni il prezzo medio in Europa è diminuito del 15% a fronte di una crescita del 7% dei listini di benzina e diesel

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Roma, 22 gennaio 2024 – La crescita di auto elettriche nel mondo ha subito un rallentamento negli ultimi dodici mesi. Negli ultimi cinque anni il prezzo medio di queste auto in Europa, Cina Popolare e Stati Uniti d’America ha registrato un deciso calo, a fronte di un aumento medio dei listini delle vetture con motore endotermico. In Italia una vettura alla spina costa il 25% in più di una vettura tradizionale, ma dall’anno in corso il gap è destinato a ridursi a cuasa dell’immissione sul mercato di diversi nuovi modelli con prezzi inferiori ai 30.000 euro.

LO STUDIO JATO DYNAMICS

Sono queste le principali evidenze emerse dallo studio effettuato da Jato Dynamics sul prezzo giusto dell’auto elettrica, presentato in anteprima europea a Roma in occasione della partenza da piazza San Pietro della quinta edizione di From 100% to 5%, la più grande prova comparativa europea organizzata da Motor1.com e InsideEVs per misurare l’efficienza delle auto elettriche. Il test ha visto confrontarsi sul circuito pubblico più grande d’Europa, il Grande Raccordo Anulare di Roma, dodici auto elettriche: Alfa Romeo Junior, Citroen eC3, Ford Explorer, Hyundai Inster, Kia EV3, Lancia Ypsilon, Mini Aceman, Omoda 5 EV, Renault 5, Skoda Elroq, smart #1 e Volvo EX30. I risultati del test verranno resi noti il prossimo 10 febbraio.

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IL DIBATTITO SULL’AUTO ELETTRICA

La partenza della prova è stata anche occasione per un confronto tra i rappresentanti delle Associazioni automotive sui temi strategici della transizione verso la mobilità elettrica. Il dibattito è stato introdotto dall’intervento di Felipe Munoz, Senior analyst JATO Dynamics, che ha illustrato i principali dati del report annuale che analizza e confronta l’evoluzione dei prezzi delle auto elettriche in Europa, Stati Uniti e Cina. Lo studio evidenzia come la crescita di auto elettriche nel mondo stia rallentando: se dal 2019 al 2023 si è registrato un balzo da 1,4 a 7,4 milioni di unità, nei dodici mesi successivi le BEV sono aumentate solltanto di 1.200.000 unità. In questo mercato il 51% dei veicoli viene realizzato da costruttori cinesi, il 22% da americani, il 18% da europei.

IL REPORT

Il report evidenzia come negli ultimi cinque anni il prezzo medio delle auto elettriche in tutto il mondo abbia registrato un deciso calo a fronte, invece, di un aumento medio dei prezzi di listino delle vetture con motore endotermico: nell’Eurozona, in particolare, il prezzo medio al dettaglio delle auto alla spina è diminuito del 15% tra il 2018 e il 2024, mentre quello delle vetture diesel o a benzina è cresciuto del 7 per cento. Un trend simile è stato registrato negli Usa con una riduzione ancora più significativa dei prezzi delle BEV (25%). In Italia, dove la quota di immatricolazioni resta bloccata al 4%, quindi ben al di sotto della media europea, complice ancora l’assenza di prodotto nei segmenti A e B, il prezzo medio al dettaglio delle auto elettriche è aumentato del 14% in sei anni. Un incremento spiegabile anche alla luce della maggiore disponibilità oggi, rispetto al 2018, di veicoli maggiormente costosi.

PREZZI DELLE VETTURE ENDOTERMICHE E «ALLA SPINA»

Focalizzandosi sui dati dei segmenti auto A e B, appare evidente come a fronte di una contrazione dell’offerta di modelli con motore tradizionale (passati da 42 a 22 unità in soli sei anni), sia invece in atto una crescente diffusione di vetture elettriche, passate dagli otto modelli disponibili nel 2018, ai tredici dello scorso anno. E il 2025 si preannuncia come l’anno della svolta, con l’arrivo sul mercato italiano di diversi modelli nei segmenti A e B, con un costo di listino inferiore ai 30.000 euro, destinati a segnare un’inversione di rotta. Sulla base delle risultanze dello studio di Jato, le vetture elettriche sul mercato italiano risultano più costose del 25% (nel 2023 la percentuale era del 36%) rispetto a quelle endotermiche.

PROGRESSI IN OCCIDENTE

I progressi compiuti finora in Occidente sul fronte dell’offerta e della riduzione dei prezzi appaiono di poco conto se paragonati a quanto accaduto negli ultimi anni in Cina: oggi il prezzo medio al dettaglio di un’aut o elettrica comprata in Italia è superiore del 126% rispetto a quello di una vettura acquistata nel Paese del Dragone. Stesso discorso vale per il Regno Unito dove una vettura elettrica costa mediamente il 122% in più rispetto al mercato cinese e negli Stati Uniti, dove la percentuale di maggior costo raggiunge il +109 per cento. Il prezzo medio di una vettura elettrica in Italia è oggi di 67,058 euro, poco sopra la media europea (62,709 euro) e degli Usa (62,044 euro), molto distante dalla Cina Popolare (29,682 euro).

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VARIETÀDI OFFERTA

Il direttore di Motor1 e InsideEVs e ideatore dell’iniziativa, Alessandro Lago, ha commentato così i dati: «La varietà di offerta è la linfa del mercato: stimola l’interesse, la competizione e il miglioramento dei prodotti. Nel 2025, l’auto elettrica potrebbe beneficiare di condizioni favorevoli, ma resta il rischio che i pregiudizi, alimentati dal dibattito pubblico, rallentino la sua diffusione. Iniziative come questa sono cruciali per fare chiarezza, offrendo alle persone informazioni obiettive, critiche e costruttive, fondamentali per un dialogo consapevole e per abbattere le barriere culturali verso questa tecnologia».

INVESTIMENTI NELLA COMPONENTISTICA

Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA, ha evidenziato che «in Italia il 20% circa delle aziende della componentistica ha già investito nella produzione di componenti per veicoli elettrici. Occorre però lavorare per salvaguardare e accrescere la competitività della nostra filiera in un dominio tecnologico in cui, ad oggi, l’Unione europea non è il player più forte. In Italia, è importante introdurre un credito d’imposta per la ricerca e l’innovazione e mettere in campo azioni per attrarre investimenti nel Paese, così da agevolare il rinnovamento del settore».

NECESSARIO PIANO DI SOSTEGNO

Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE ha inoltre sottolineato come la sua organizzazione da tempo proponga al Governo «una serie di strumenti concreti per accelerare la diffusione di veicoli a zero e bassissime emissioni: un piano di sostegno alla domanda pluriennale, almeno fino al 2027; la revisione del regime fiscale delle auto aziendali, con interve nti su detraibilità dell’Iva e deducibilità dei costi, da parametrare in base alle emissioni di CO₂; una politica mirata per lo sviluppo capillare di infrastrutture di ricarica elettrica».

VALORIZZARE L’IMPEGNO DEGLI OPERATORI

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Gli ha fatto eco Francesco Naso, segretario generale di Motus E: «Il 2025 sarà molto importante per la mobilità elettrica. Se infatti sui segmenti più alti di mercato la parità di prezzo con l’endotermico è a portata di mano, la forbice si sta chiudendo anche sui modelli di massa, ampliando la platea di chi già oggi può ottenere un vantaggio nel total cost of ownership rispetto alle auto tradizionali. L’auspicio è che questo trend venga accompagnato da politiche di supporto stabili, anche sulle flotte aziendali, e da azioni a costo zero che valorizzino l’impegno degli operatori della ricarica, che stanno realizzando in Italia una rete tra le più avanzate d’Europa».



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