Tamburi di guerra (commerciale). Ue e Cina rispondono alle minacce di dazi ribadite da Trump

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È ancora presto per dire se le tensioni che stanno montando in questi prime ore di presidenza Trump sfoceranno davvero in una guerra commerciale globale. Ma gli annunci e i contro annunci si fanno sempre più minacciosi. L’ultima a parlare è la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde che, stamane da Davos, ha affermato che “qui in Europa dobbiamo prepararci e sapere come rispondere” alle misure prospettate dalla Casa Bianca, Alla domanda se l’Ue abbia la forza per assorbire l’impatto di nuove barriere commerciali, Lagarde ha risposto che i Paesi Ue hanno un ampio potenziale da sfruttare sviluppando ulteriormente il mercato interno.

Lagarde ha notato che l’obiettivo di Trump non è del tutto chiaro e che l’idea di sostituire l’import dall’Europa con produzione interna americana “è discutibile”. In ogni caso “il dialogo deve continuare”. Martedì era stata la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen a schierare Bruxelles contro Washington, dicendosi pronta a negoziare ma anche a reagire, anche rafforzando i legami commerciali con altri paesi (Cina ed India, in primis). “La Ue è pronta a difendere i suoi interessi. Siamo pronti a rispondere in modo proporzionato se sarà necessario, come abbiamo fatto durante la prima amministrazione Trump”, ribadisce oggi il Commissario Ue per l’Economia Valdis Dombrovskis. “Gli Usa sono un importante partner strategico, ma è chiaro che siamo pronti a difendere i nostri valori e i nostri interessi se necessario”, aggiunge.

“L’Europa non deve sentirsi complessata, le parole che dovremmo sentire qui all’Eurocamera dovrebbero essere parole rivolte agli europei: ‘l’Europa era, è e sarà sempre grande”, ha rilanciato il premier polacco Donald Tusk parlando alla Plenaria dell’Eurocamera in occasione dell’inizio della presidenza di turno di Varsavia.

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Nella notte Trump ha però ribadito che i paesi europei “saranno soggetti a dazi” se non correggeranno gli squilibri commerciali. “Ci trattano molto, molto male. Quindi dovranno pagare i dazi”, ha detto Trump. “Non puoi ottenere giustizia se non fai questo”, ha aggiunto. Il presidente statunitense pretende anche che l’Europa aumenti gli acquisti di petrolio e gas dagli Stati Uniti, favorendo così la riduzione dell’avanzo commerciale europeo. Trump ha aggiunto che “Stiamo valutando dazi del 10% sulla Cina sulla base del fatto che stanno inviando fentanyl in Messico e Canada”, ipotizzando che le nuove tariffe possano partire già dal primo febbraio.

Il fentanyl è un oppiaceo sintetico di cui Pechino è il principale produttore di componenti chimici necessari per la realizzazione. Va però ricordato che l’epidemia da eccessivo uso di oppioidi che sta affliggendo gli Stati Uniti è frutto di strategie commerciali sconsiderate attuate dall’industria farmaceutica locale. Immediata la replica della Cina che assicura di essere “fermamente determinata a difendere gli interessi nazionali”. “Abbiamo sempre creduto che non ci sono vincitori in una guerra commerciale”, ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning. L’avanzo commerciale (differenza tra valore delle esportazioni e delle importazioni) cinese nei confronti deli Stati Uniti ha raggiunto nel 2024 i 361 miliardi di dollari, il 7% in più dell’anno prima.

Mao Ning ha infine puntualizzato che le attività della Cina nelle acque del mar Cinese meridionale e orientale “sono legittime e irreprensibili”.

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