Pmi, notevole resilienza nonostante le turbolenze economiche

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ROMA (ITALPRESS) – Nonostante le turbolenze economiche, le piccole e medie imprese europee dimostrano una notevole resilienza, come evidenziato dal recente osservatorio di Qonto, leader nella gestione finanziaria per Pmi e professionisti con oltre 500mila clienti. Il rapporto, realizzato in collaborazione con YouGov, si basa su un sondaggio che ha coinvolto oltre 5.000 decisori senior (direttori di Pmi, leader aziendali e team di management) in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito.Lo studio rivela un panorama aziendale robusto nei mercati europei, con il 64% delle aziende che raggiungono i propri obiettivi del 2024 e il 10% che li supera, riflettendo una forte resilienza aziendale nonostante le difficoltà economiche. La dimensione dell’azienda emerge come un fattore critico per il successo, con le aziende con fatturato superiore ai 100 milioni di euro che hanno tre volte più probabilità di superare gli obiettivi rispetto a quelle sotto i 100 mila euro (23% contro 7%). Le aziende italiane mostrano risultati promettenti, con il 67% in linea con gli obiettivi e il 10% che li supera. Eccellono nel settore della logistica, con il trasporto e la distribuzione che raggiungono l’86% in linea o superiori agli obiettivi. Tuttavia, il settore immobiliare italiano affronta le sfide maggiori tra tutti i mercati europei, con il 46% delle imprese sotto le aspettative. Le performance regionali variano notevolmente: Lombardia e Lazio sono in testa con il 72% e il 67% delle imprese che raggiungono gli obiettivi rispettivamente, mentre Toscana e Piemonte mostrano tassi più elevati di risultati inferiori alle aspettative, con solo il 58% delle Pmi che raggiungono i loro obiettivi.Mariano Spalletti, Managing Director per l’Italia di Qonto, evidenzia che “le Pmi stanno affrontando le sfide economiche con una forte spinta verso la trasformazione digitale e l’adozione di tecnologie intelligenti. Inoltre, l’impegno verso la sostenibilità ambientale e l’adozione di soluzioni bancarie digitali sono in aumento, equiparando l’uso delle banche tradizionali”.Nonostante una leggera diminuzione dei tassi di inflazione ufficiali, l’inflazione e la carenza di domanda continuano a rappresentare le principali sfide per il 30% delle Pmi europee, in particolare per quelle italiane. Inoltre, la concorrenza e le difficoltà nei flussi di cassa sono problemi significativi.Guardando al futuro, l’acquisizione di clienti è la priorità principale per il 31% delle aziende europee che si proiettano nel 2025. Per raggiungere questo obiettivo, le aziende stanno dando priorità all’innovazione del prodotto (22%), seguita da nuove linee di servizio e campagne di marketing (entrambi al 21%). Sebbene la crescita finanziaria spinga la maggior parte delle decisioni, la necessità di una forza lavoro qualificata emerge come il secondo fattore cruciale per il successo. Degno di nota è che le iniziative di sostenibilità e l’espansione del mercato si collocano più in basso nella lista, citate solo dal 13% degli intervistati, suggerendo un focus sulle attività di business piuttosto che su preoccupazioni ambientali. Le aziende italiane mostrano la preoccupazione maggiore per la qualificazione della forza lavoro (34%) tra tutti i mercati, seconda solo all’acquisizione di clienti.Il rapporto mostra che i team tecnologici continuano a essere il principale obiettivo d’investimento per le aziende europee nel 2025, con il 28% delle Pmi che pianifica di aumentare la spesa per i dipartimenti tecnologici. Questo supera gli investimenti in Marketing/Comunicazione (27%) e in Vendite/Acquisizione clienti (25%), continuando la tendenza dell’anno scorso. In Italia, le aziende mostrano un equilibrio negli investimenti tra tecnologia, risorse umane e servizio clienti, con ciascuna indicata dal 29% dei rispondenti come area principale di investimento.«Mentre la crescita finanziaria continua a essere un forte motore, i dati evidenziano il ruolo sempre più cruciale della trasformazione digitale come chiave per migliorare competitività ed efficienza operativa», osserva Spalletti. «Questo sottolinea l’importanza di avere una forza lavoro altamente qualificata. Le Pmi italiane, in particolare, si concentrano intensamente sulla qualificazione del personale (34%), subito dopo l’acquisizione di nuovi clienti. Questo suggerisce un approccio strategico a doppio binario che mira a equilibrare lo sviluppo di team competenti con la crescita aziendale. Gli investimenti si distribuiscono in modo uniforme tra tecnologia, risorse umane e servizio clienti, ciascuno considerato una priorità dal 29% degli intervistati».I risultati evidenziano inoltre un interessante approccio ambientale tra le Pmi europee, con il 49% che ha già implementato misure per la riduzione delle emissioni di carbonio e 1 azienda su 3 che prevede azioni future. Tuttavia, solo il 9% lo considera una priorità assoluta, e il 21% non ha alcun piano di riduzione delle emissioni.Anche se solo il 9% lo considera una priorità principale, il tasso complessivo di impegno del 79% è in linea con gli obiettivi del Green Deal della Commissione Europea, che mira a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030. Le aziende italiane sono leader nell’impegno ambientale in tutti i mercati, con un impressionante 87% che sta implementando o pianificando misure di riduzione delle emissioni. Il 56% sta già adottando misure, mentre solo il 13% non ha intenzione di adottare tali iniziative, la percentuale di resistenza più bassa in Europa.L’intelligenza artificiale sta guadagnando terreno in Europa, con il 67% delle Pmi che ha già implementato strumenti di IA. Tuttavia, la privacy dei dati resta una grande preoccupazione, specialmente nel settore medico e sanitario.Le soluzioni bancarie digitali stanno superando le tradizionali in termini di adozione tra le Pmi, specialmente tra le aziende più giovani e nel settore dei servizi finanziari.Nonostante le recenti elezioni regionali italiane non abbiano avuto un impatto significativo sul business, le Pmi rimangono divise sull’impatto della liberalizzazione del mercato energetico, con settori come l’ospitalità e il retail che esprimono notevoli preoccupazioni.In sintesi, le Pmi europee, e in particolare quelle italiane, stanno navigando attraverso un panorama economico complesso con resilienza e una crescente attenzione alla trasformazione digitale e alla sostenibilità ambientale.-foto Agenzia Fotogramma-(ITALPRESS).



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