La MOL sollecita i rivenditori a ridurre i prezzi dei carburanti.
In una comunicazione interna, la MOL ha invitato i rivenditori affiliati a ridurre i prezzi al dettaglio di benzina e diesel di 2 fiorini al litro a partire dal 21 gennaio 2025. Questa decisione segue un periodo di costante aumento dei prezzi dei carburanti dall’inizio dell’anno, con la benzina che ha raggiunto 617 fiorini al litro e il diesel 637 fiorini al litro entro il 31 dicembre 2024. Il Ministero dell’Economia Nazionale ha sottolineato l’obiettivo del governo di mantenere i prezzi dei carburanti al di sotto della media dei paesi confinanti, dichiarando che, se necessario, interverrà per garantire questo equilibrio. Il primo ministro Orbán Viktor ha espresso preoccupazione per l’aumento dei prezzi, definendo la situazione “oltraggiosa” e sottolineando l’importanza di proteggere le infrastrutture energetiche del paese. In risposta, la MOL ha implementato la riduzione dei prezzi per allinearsi alle aspettative governative e sostenere i consumatori.
Aumenti salariali per docenti e ricercatori del BME.
A partire dal 1° gennaio 2025, l’Università Tecnica ed Economica di Budapest (BME) ha introdotto una nuova scala salariale minima per i suoi docenti e ricercatori. Secondo l’annuncio del rettore Charaf Hassan e del cancelliere Miklós Verseghi-Nagy, gli stipendi base aumenteranno dal 29% al 61%, con gli incrementi maggiori destinati alle posizioni accademiche inferiori. Ad esempio, lo stipendio base degli assistenti passa da 326.000 fiorini lordi a 500.000 fiorini, mentre i professori universitari con titolo di Dottore dell’Accademia Ungherese delle Scienze vedranno il loro stipendio aumentare da 777.000 fiorini lordi a 1 milione di fiorini. Per il personale non docente e non ricercatore, l’entità dell’aumento salariale sarà determinata dai responsabili delle rispettive unità organizzative. Questa misura rappresenta il primo passo verso l’adeguamento salariale, con ulteriori incrementi previsti negli anni successivi. Nel dicembre 2024, il BME ha avviato un cambiamento nel modello di mantenimento, trasferendo i diritti di gestione a una società economica creata dallo Stato, pur mantenendo i posti di studio finanziati dallo Stato.
La VOSZ sottolinea la necessità di lavoratori stranieri per l’economia ungherese.
La Vállalkozók és Munkáltatók Országos Szövetsége (VOSZ) ha dichiarato che, nella fase attuale di sviluppo economico, l’Ungheria necessita dell’impiego di lavoratori stranieri. Questo perché molte aziende non riescono a trovare un numero sufficiente di lavoratori ungheresi, soprattutto per posizioni che richiedono una bassa qualificazione. La VOSZ avverte che, senza la possibilità di assumere manodopera straniera, alcune imprese potrebbero ridurre le loro attività o trasferirle in paesi con condizioni più favorevoli, mettendo a rischio posti di lavoro occupati da ungheresi. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’associazione sottolinea che i salari dei lavoratori stranieri non sono inferiori a quelli dei lavoratori locali, poiché la legge ungherese richiede che tutti i dipendenti ricevano lo stesso stipendio per lo stesso lavoro, indipendentemente dalla nazionalità. Inoltre, i costi aggiuntivi legati all’assunzione di lavoratori stranieri, come la formazione e l’integrazione, possono aumentare le spese dei datori di lavoro del 30-50%. La VOSZ prevede che, con l’evoluzione tecnologica, la domanda di lavoratori stranieri diminuirà nel tempo, ma fino ad allora è fondamentale evitare restrizioni amministrative che potrebbero ostacolare lo sviluppo economico del paese.
Il progetto Grand Budapest potrebbe triplicare i prezzi degli immobili nella zona di Rákosrendező.
Secondo un’analisi di ingatlan.com, il progetto Grand Budapest, noto anche come “mini-Dubai”, previsto nell’area di Rákosrendező, potrebbe influenzare significativamente il mercato immobiliare locale. Balogh László, capo economista del portale, sottolinea che le infrastrutture pianificate, tra cui piste ciclabili, la copertura delle linee ferroviarie con aree verdi e l’estensione della linea 1 della metropolitana, potrebbero rapidamente riflettersi in un aumento dei prezzi degli immobili circostanti. Attualmente, nelle zone interessate del XIII distretto, il prezzo medio al metro quadro degli appartamenti usati supera il milione di fiorini, mentre quelli nuovi raggiungono 1,5 milioni di fiorini. Nel XIV distretto, le cifre sono simili, con appartamenti usati venduti a quasi 1,1 milioni di fiorini al metro quadro e quelli nuovi a circa 1,3 milioni. Balogh prevede che, una volta completato il progetto, i prezzi degli appartamenti di nuova costruzione nell’area potrebbero raggiungere i 4-5 milioni di fiorini al metro quadro, triplicando i valori attuali. Questa tendenza è attribuita sia all’aumento generale dei prezzi nel mercato immobiliare e nel settore delle costruzioni, sia ai costi associati all’edilizia verticale prevista nel progetto.
Orbán Viktor annuncia una nuova era per l’economia ungherese.
Il 21 gennaio 2025, il Primo Ministro ungherese Orbán Viktor ha dichiarato l’inizio di una nuova fase per l’economia nazionale, evidenziando diverse misure chiave:
- Piena occupazione: raggiungimento di un tasso di disoccupazione minimo storico.
- Tariffe energetiche tra le più basse in Europa: mantenimento di costi energetici ridotti per i cittadini.
- Aumenti salariali: implementazione di una politica di incremento dei salari per migliorare il potere d'acquisto.
- Raddoppio delle detrazioni fiscali per le famiglie: potenziamento degli sgravi fiscali per sostenere le famiglie con figli.
- Introduzione del "munkáshitel": un nuovo prestito agevolato per i giovani lavoratori, con un massimo di 4 milioni di fiorini a tasso zero e una durata fino a dieci anni.
- Sostegno alle PMI: stanziamento di 1.400 miliardi di fiorini per supportare le piccole e medie imprese.
- Avvio di investimenti statali: lancio di progetti pubblici per un totale di 450 miliardi di fiorini.
Queste iniziative mirano a rafforzare la stabilità economica e a promuovere la crescita sostenibile del paese.
Szijjártó Péter inaugura un nuovo stabilimento e celebra i successi dell’industria alimentare.
Il 21 gennaio 2025, il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Szijjártó Péter, ha partecipato all’inaugurazione del nuovo stabilimento della Kemenes Cukrász Manufaktúra Kft. a Páty. L’investimento, del valore di circa 1,8 miliardi di fiorini, è stato sostenuto dallo Stato con un contributo di 618 milioni di fiorini, portando il numero totale di dipendenti dell’azienda a 85. Szijjártó ha sottolineato che il governo ungherese considera fondamentale il supporto alle piccole e medie imprese di proprietà nazionale, elemento centrale della politica economica del paese. Ha evidenziato che, negli ultimi dieci anni, il governo ha sostenuto 1.108 aziende nazionali con un totale di 580 miliardi di fiorini, generando investimenti per 2.300 miliardi di fiorini e creando circa 14.000 posti di lavoro. Riguardo al settore alimentare, il ministro ha osservato che, nonostante le recenti crisi globali, l’industria ha registrato una crescita significativa, con un valore di produzione passato da 3.800 miliardi di fiorini nel 2020 a 6.500 miliardi di fiorini nel 2024. Ha concluso affermando che le recenti sfide economiche globali hanno evidenziato la vulnerabilità dei sistemi, sottolineando l’importanza di investire in aziende nazionali per garantire la resilienza economica.
Orbán Viktor e Robert Fico discutono la sicurezza energetica e la situazione in Ucraina.
Il 21 gennaio 2025, il Primo Ministro ungherese Orbán Viktor ha incontrato a Bratislava il suo omologo slovacco, Robert Fico, per discutere della sicurezza energetica dei due paesi in seguito all’interruzione del transito del gas attraverso l’Ucraina. Durante l’incontro, i due leader hanno ribadito la loro opposizione all’adesione dell’Ucraina alla NATO, esprimendo preoccupazioni anche riguardo alla possibile integrazione di Kiev nell’Unione Europea, soprattutto per le implicazioni sul settore agricolo europeo. Fico ha sottolineato che l’interruzione del transito del gas comporta una perdita di entrate significative per la Slovacchia e ha minacciato di porre il veto a futuri aiuti finanziari dell’UE destinati all’Ucraina, affermando: “Sono il Primo Ministro della Slovacchia, non il servitore dell’Ucraina”. Queste dichiarazioni riflettono una crescente tensione nella regione riguardo alle politiche energetiche e alle relazioni con l’Ucraina.
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