è già tornato in Libia

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21 Gennaio 2025



20:40

Domenica Najeem Osema Almasri Habish (capo della Polizia giudiziaria libica) era stato arrestato a Torino su mandato della Corte penale internazionale. Oggi è stato scarcerato, a quanto risulta per un errore procedurale della Questura di Torino. È già in volo verso la Libia.

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Domenica, Najeem Osema Almasri Habish era stato arrestato a Torino. Il capo della Polizia giudiziaria libica era accusato di gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra, e il mandato d’arresto veniva dalla Corte penale internazionale, con l’accusa di “crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga (Libia) dal 15 febbraio 2011 puniti con la pena massima dell’ergastolo”. Era accusato. Ma poche ore dopo Habish è stato rilasciato ed espulso. Ora sarebbe già in volo verso Tripoli, secondo quanto riportato da Ansa.

Non è ancora del tutto chiara la dinamica di ciò che è successo. A quanto risulta, dopo l’arresto, il ministero della Giustizia stava valutando l’invio della richiesta della Corte penale internazionale all’organo che si occupa degli arresti su mandato internazionale, cioè il Procuratore generale della Corte d’appello di Roma. Ma l’arresto di Almasri non è stato validato.

Dopo la mancata validazione, sarebbe arrivata l’espulsione dall’Italia. E, di conseguenza, Almasri sarebbe stato messo subito su un volo per la Libia.

Perché il capo della Polizia libica è stato scarcerato

“Il Procuratore generale chiede che codesta Corte dichiari l’irritualità dell’arresto”, si legge nell’ordinanza della Corte d’appello di Roma secondo quanto riportato da Ansa, “in quanto non preceduto dalle interlocuzioni con il ministro della Giustizia, titolare dei rapporti con la Corte penale internazionale; ministro interessato da questo ufficio in data 20 gennaio, immediatamente dopo aver ricevuto gli atti dalla Questura di Torino, e che, ad oggi, non ha fatto pervenire nessuna richiesta in merito”.

Ci sarebbe quindi stato un errore di procedura. Prima dell’arresto, la Questura di Torino avrebbe dovuto avvisare il ministero della Giustizia, che si occupa di gestire i rapporti con la Corte dell’Aja. Invece al ministero non è arrivato alcun preavviso, e a metterlo a conoscenza dell’avvenuto è stata proprio la Procura romana. Troppo tardi, però. Dato che non è stata rispettata la procedura, “non ricorrono le condizioni per la convalida e, conseguentemente, per una richiesta volta all’applicazione della misura cautelare. Ne deriva la immediata scarcerazione del pervenuto”

“L’arresto d’iniziativa della polizia giudiziaria”, infatti, non può avvenire “su mandato della Corte penale internazionale”. Perciò, dato che è un atto “irrituale perché non previsto dalla legge“, avvenuto “in assenza di richiesta di applicazione di misura cautelare da parte del Procuratore generale per mancata trasmissione degli atti della Corte penale internazionale di competenza ministeriale”, l’arresto è stato annullato. Non è ancora chiaro, invece, perché Almasri sia stato espulso e rimpatriato.

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Schlein: “Meloni voleva inseguire trafficanti per il globo terracqueo, lo hanno lasciato andare”

Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, ha attaccato: “Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perché Almasri è stato scarcerato e lasciato andare”. Il deputato Matteo Orfini ha dichiarato: “Parliamo di una persona accusata di crimini orribili, centrale nel sistema di gestione dei flussi migratori operato dalla Libia su mandato del nostro Paese. Rimandarlo in Libia significa rendere impossibile per la Corte procedere e di fatto coprire i suoi crimini”.

Un commento politico è arrivato subito da Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, che aveva esultato per l’arresto di Almasri annunciato un’interrogazione parlamentare al governo sul perché il libico si trovasse in una città italiana. “Rimaniamo in attesa della conferma ufficiale e della motivazione che ha portato alla scarcerazione del trafficante di esseri umani libico arrestato nei giorni scorsi a Torino”, ha detto Fratoianni.

“Naturalmente”, ha aggiunto, “se questo personaggio potrà lasciare tranquillamente l’Italia invece di essere consegnato alla Corte penale internazionale per essere giudicato sarà chiaro a tutti – alla CPI, all’Interpol, alla comunità internazionale e ai cittadini del nostro Paese – che l’attuale governo italiano, Meloni, Nordio, Piantedosi proteggono i trafficanti di esseri umani e i torturatori libici“.

“Meloni non doveva fare la guerra in tutto il globo terracqueo ai trafficanti di esseri umani e arrestarli? Oggi invece ha liberato il trafficante e torturatore libico Almasri Habish e lo ha rimandato in Libia, nonostante un mandato di arresto della Corte penale internazionale”, ha dichiarato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs.

Intervenuto anche Riccardo Magi, segretario di +Europa: “È gravissimo che il comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, arrestato domenica scorsa a Torino, sia stato rilasciato e rinviato in Libia, nonostante ci sia un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Presentiamo una interrogazione urgente al ministro Nordio affinché venga a riferire in Aula già nelle prossime ore”. Matteo Renzi, leader di Italia viva, ha annunciato a sua volta l’intenzione di chiedere conto a Nordio.





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