Due agguati in due giorni, è allarme camorra ad Avellino? L’Irpinia non è più un’isola felice

L’Irpinia non è più un’isola felice, immune dalla criminalità, sia quella mafiosa che fa riferimento ai vecchi e ai nuovi clan camorristici, sia quella comune, composta da giovani violenti. La concezione di una terra indenne, da fenomeni criminali gravi, come rapine a mano armata e agguati è ormai un lontanissimo ricordo. Ad avvalorare questa tesi i i gravi episodi che avvenuti negli ultimi giorni ad Avellino e nell’hinterland.
 
Domenica sera, Luigi Valente, 19enne di Capocastello, figlio del boss del nuovo clan Partenio, attualmente detenuto in carcere, viene ferito con un colpo di pistola alle spalle nel quartiere Rione Mazzini di Avellino. Sul caso è stato aperto un fascicolo d’inchiesta per tentato omicidio, affidato al pubblico ministero Teresa Venezia. A indagare i carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Avellino, che hanno sequestrato col proiettile estratto dal corpo del 19enne anche il giubbotto e la felpa che il ragazzo indossava quella sera. Sugli abiti e sul proiettile sono stati eseguiti una serie di rilievi. «Stavo andando dalla mia fidanzata, quando sono stato raggiunto da un colpo d’arma fuoco alle spalle. Non so chi abbia sparato», è il racconto di Valente, la sera dell’agguato, al magistrato e ai carabinieri.

Ieri sera, un altro agguato. Questa volta è Ezio Peluso ad essere ferito. Il quarantenne già noto alle forze di polizia, residente a Parco Castagno e impiegato in un circolo ricreativo di Rione Mazzini, quartiere dove solo 48 ore prima era stato ferito il diciannovenne Valente, viene colpito alla gamba destra da un proiettile mentre sale nella sua auto. Benché ferito, Peluso riesce a guidare fino all’ospedale Moscati di Avellino, dove è ricoverato. Sul luogo della sparatoria sono intervenuti gli uomini della Squadra Mobile di Avellino, guidati dal vicequestore Ennio Ingenito. Peluso, ascoltato dagli inquirenti, come nel caso di Valente, non ha fornito informazioni utili per risalire agli aggressori.

Non si sa ancora se i due agguati possano essere collegati, ma si lavora senza sosta per stabilire il contesto e le dinamiche di questi due gravi episodi di violenza in città. La svolta potrebbe arrivare dall’arma utilizzata per il ferimento. In entrambi i casi sarebbe una 7,65.  Le indagini coordinate dalla Procura di Avellino ora dovranno accertare cosa sta succedendo nella città capoluogo.

A escludere che siano episodi di criminalità organizzata è il prefetto di Avellino Rossana Riflesso, che al termine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, ha annunciato il potenziamento della video sorveglianza. «Le indagini sono attualmente in corso e possiamo confermare che al momento non ci sono evidenze che colleghino questi episodi a organizzazioni criminali di elevata caratura, ma ugualmente la situazione è oggetto della massima e costante attenzione. Stiamo intensificando i controlli sul territorio. Siamo fiduciosi che le indagini in corso porteranno presto a risultati. La percezione della sicurezza è certamente un tema delicato – conclude il prefetto -, è naturale che la paura e la preoccupazione possano crescere. Tuttavia, è importante sottolineare che i dati relativi ai reati del 2024 mostrano un trend in diminuzione rispetto al 2023 del 7%. Ma è nostro obiettivo che la comunità resti serena».

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