Riceviamo in redazione e pubblichiamo integralmente.
Dalle prime ore della mattinata odierna, nelle province di Milano, Brescia, Bergamo, Varese, Monza e della Brianza, Novara, Teramo, Aosta e Torino, la Polizia di Stato e la Polizia Locale di Milano, hanno dato esecuzione a una ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Milano, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di 7 soggetti ritenuti presunti responsabili, a vario titolo, di aver organizzato una rete operante nell’ambito di un traffico illecito di migranti attiva nelle province di cui sopra, dal 2022 ad oggi.
Il procedimento origina da un’indagine congiunta della Polizia Locale di Milano e degli Uffici della Polizia di Frontiera per i settori di Bardonecchia e Aosta. Tale indagine riguarda un fenomeno criminale emerso presso l’autostazione di Lampugnano, a Milano, la quale, come è noto, è uno dei principali scali per tutti gli autobus in partenza o arrivo a Milano, su tratte nazionali e internazionali. La stessa ha consentito di accertare che l’autostazione di Lampugnano è una vera e propria meta per molti stranieri che sono entrati in Italia irregolarmente, seguendo una delle varie rotte migratorie – prevalentemente la rotta marittima del Mediterraneo centrale (con partenze dalla Libia e dalla Tunisia e approdo in Sicilia) e la rotta diretta del Mediterraneo Orientale (con partenza dalla Turchia e approdo in Calabria) -, e che, trovandosi in Italia in condizione di irregolarità, cercano di spostarsi verso altri paesi dell’area europea, approfittando del regime di libera circolazione nello spazio Schengen, al cui interno, come pure è noto, i Paesi membri non effettuano, almeno tendenzialmente, verifiche alle loro frontiere interne.
Quale misura di compensazione per la tendenziale abolizione delle frontiere interne, l’Unione europea persegue un rafforzamento del controllo di quelle esterne e ha istituito una politica comune in materia di visti, che viene seguita dai 29 Paesi europei che, a oggi, rilasciano visti Schengen. In particolare, ai viaggiatori provenienti da Paesi terzi che non beneficiano di un accordo di esenzione o facilitazione, si applica il codice dei visti, che stabilisce le procedure e le condizioni per il rilascio dei visti per soggiorni di breve durata e per il transito aeroportuale nello spazio Schengen; che elenca, inoltre, i Paesi terzi i cui
cittadini devono essere in possesso di un visto di transito aeroportuale quando attraversano le zone internazionali di transito dell’U.E.; e che stabilisce le procedure e le condizioni per il rilascio ditali visti.
Il codice dei visti contribuisce anche a migliorare la cooperazione con i Paesi terzi in materia di riammissione degli immigrati irregolari, attraverso il cosiddetto meccanismo della “leva dei visti”. E chiaro che gli stranieri che giungono illegalmente in Italia non dispongono di un visto per l’ingresso né di un titolo di permanenza regolare sì che, conseguentemente, essi non beneficiano del regime di libera circolazione nell’area Schengen e, in particolare, non possono attraversare i confini internazionali (i.e., le frontiere interne) per accedere ad altri Paesi per i quali non hanno titolo alla permanenza.
Sono stati i controlli e le riammissioni di stranieri irregolari effettuate ai confini italo-francese e italo-svizzero ad aver fatto emergere il fenomeno criminale specifico oggetto dell’indagine, le cui risultanze hanno permesso di accertare che alcuni soggetti stranieri (detti “favoreggiatori”) gravitanti nell’area dell’hub di Lampugnano avvicinano gli stranieri irregolari che arrivano alla stazione già con l’intenzione di spostarsi in altri Paesi dell’area Schengen, pur non avendone titolo, e si adoperano per agevolarli nel loro tentativo, dietro pagamento di somme di denaro di norma contenute tra le 100 e le 250 euro a persona. L’agevolazione consiste, in molti casi, prima di tutto nell’acquistare titoli di viaggio online con generalità difformi, posto che, non avendo gli stranieri documenti regolari, essi non potrebbero acquistarli con le proprie generalità. Ma la forma di agevolazione più grave, praticata da detti “favoreggiatori”, consiste nell’avvicinare gli autisti dei bus di tratte internazionali per cercare di convincerli a non effettuare un controllo rigoroso dei titoli di viaggio e, soprattutto, dei documenti (passaporto, visto o permesso di soggiorno) abilitanti l’ingresso nello Stato di destinazione.
L’attività di avvicinamento e di pressione sugli autisti dei bus è diventata un fenomeno del tutto noto presso la Stazione di Lampugnano, tanto che i soggetti “favoreggiatori” più ricorrenti sono persone ormai conosciute da chi presta in servizio presso l’area dell’hub.
A volte l’avvicinamento degli autisti da parte dei favoreggiatori avviene con modalità tipicamente “corruttive”, essendosi consolidata, con alcuni autisti, la prassi di corrispondere loro una parte del denaro contante ricevuto dagli stranieri in partenza, affinché essi effettuino il trasporto senza creare problemi; altre volte, di fronte ad autisti e dipendenti della stazione che invece si sono dimostrati insensibili a queste forme di avvicinamento, i favoreggiatori hanno assunto atteggiamenti intimidatori, ricorrendo a minacce e, in alcune occasioni, anche ad aggressioni verbali e fisiche.
Le condotte contestate sono state ricondotte nell’ipotesi di reato di cui all’art. 12 co. i e 3 D.Lgs. n° 286 del 1998, trattandosi di condotte idonee e dirette in modo non equivoco a procurare illegalmente, a stranieri irregolarmente presenti in Italia, l’ingresso in altro Stato del quale non sono cittadini o non hanno titolo di residenza permanente, attraverso il trasporto a bordo di bus percorrenti tratte internazionali e il relativo passaggio delle frontiere interne all’area Schengen.
Ricorrono, inoltre, in alcuni dei capi di imputazione provvisori contestati:
- l’aggravante di cui al comma 3, lettera a) della fattispecie, quando il fatto ha
riguardato l’ingresso illegale di cinque o più persone; - l’aggravante di cui al comma 3, lettera d) della fattispecie, quando il fatto è stato
commesso da tre o più persone in concorso; e, per tutti i capi di imputazione
provvisori contestati; - l’aggravante del comma 3-ter, lettera b), per essere i fatti commessi al fine di
trarne profitto.
Sette dei soggetti indagati, valutata la gravità indiziaria in ordine ai reati contestati e la solidità del quadro accusatorio emerso, sono stati raggiunti dalla misura cautelare della custodia in carcere e associati presso la Casa Circondariale di Rimini. Sono tuttora in corso le ricerche di uno dei soggetti destinatari di misura coercitiva.
Sussiste, per le suesposte ragioni, un pubblico interesse a divulgare le notizie riguardanti le suddette indagini, ferma restando la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, da reputarsi non colpevoli fino alla eventuale sentenza di condanna divenuta irrevocabile.
Documento ricevuto in data 21 gennaio 2025 dall’ufficio stampa della Questura di Torino dalla Procura di Milano.
(21 gennaio 2025)
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