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Xi e Putin si sono parlati subito dopo l’inizio della nuova presidenza degli Usa

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#finsubito


Poche ore dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il presidente cinese Xi Jinping ha avuto una videochiamata con il suo omologo russo Vladimir Putin, come confermato oggi dagli organi di stampa statale di Mosca e Pechino.

“Caro amico, miglioriamo le relazioni bilaterali”

Rivolgendosi al suo “caro amico” cinese, il leader del Cremlino ha promesso di voler delineare “nuovi piani per lo sviluppo di un partenariato globale e di una cooperazione strategica tra Russia e Cina” che svolge un importante ruolo stabilizzatore negli affari mondiali. Anche Xi si è rivolto a Putin come un “caro amico” e ha auspicato che i legami tra i due paesi raggiungano un “nuovo livello” quest’anno. “I due paesi”, ha ricordato il presidente cinese, “interagiscono strettamente all’interno dell’Onu, dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, dei Brics e di altre piattaforme internazionali, il che apporta ulteriore energia positiva alla riforma e al miglioramento del sistema di governance globale”.

Come gli Usa considerano la Cina e Russia

Affermazioni che confermano come la priorità tra i due leader sia quella di saldare i rapporti bilaterali, soprattutto in previsione di una amministrazione Usa dura e imprevedibile come quella di Trump. Non è una sorpresa, infatti. Gli Stati Uniti considerano la Cina il loro più grande rivale economico e militare e la Russia la loro più grande minaccia politica. Cina e Russia hanno dichiarato una partnership “senza limiti” nel febbraio 2022, quando Putin ha visitato Pechino pochi giorni prima di inviare decine di migliaia di soldati in Ucraina, mentre negli ultimi mesi il leader del Cremlino è arrivato a descrivere la Cina come un “alleato”. Trump ha promesso di essere duro con la Cina, minacciando un inasprimento dei dazi, e di parlare con Putin per porre fine alla guerra in Ucraina.

Vi spiego le ambigue (e pericolose) strategie cinesi per la pace in Ucraina

L’ex presidente Joe Biden ha affermato che le democrazie del mondo affrontano una sfida da parte di “autocrazie” come Cina e Russia. Parole, quelle dell’ex inquilino della Casa Bianca, che hanno assunto un peso maggiore dopo l’invasione russa su larga scala dell’Ucraina, da cui la Cina non ha mai preso le distanze e mai condannato esplicitamente la guerra lanciata da Putin. Lo scorso dicembre era stato lo stesso presidente Biden a inviare ai vertici dell’intelligence un memorandum che invitava a sviluppare nuove tattiche per scongiurare che l'”Asse della Rabbia” o “dell’Aggressione”, secondo le formule adottate di recente dagli addetti ai lavori, continui a compattarsi. La Corea del Nord sta fornendo uomini e munizioni allo sforzo bellico del Cremlino, l’Iran sta inviando droni e la Cina sta garantendo sostegno logistico, politico e, soprattutto, economico. Si ritiene che, in cambio, Mosca stia condividendo con questi alleati le sue tecnologie spaziali e nucleari, che farebbero fare un notevole salto di qualità al loro potenziale militare.

Nell’ottica di proporre un nuovo ordine non allineato agli Stati Uniti e guidato dal Sud Globale, Putin e Xi da tempo descrivono l’Occidente come decadente e in declino. “Sosteniamo congiuntamente la costruzione di un ordine mondiale multipolare più equo e lavoriamo nell’interesse di garantire la sicurezza indivisibile nello spazio eurasiatico e nel mondo nel suo insieme”, ha detto Putin all’omologo cinese, sottolineando come il lavoro congiunto di Mosca e Pechino svolga “un importante ruolo stabilizzante negli affari internazionali”. L’invito che Xi ha lanciato a Putin è lanciare una collaborazione contro le “incertezze dell’ambiente esterno”. Chiaro riferimento al passaggio di potere alla Casa Bianca e all’inizio della presidenza di Donald Trump. 

In rialzo le importazioni cinesi di petrolio e gnl dalla Russia 

Putin ha lodato il trend di costante crescita nelle relazioni e commerci sino-russi. Il leader del Cremlino ha affermato che la Cina è il principale partner commerciale della Russia, facendo registrare un rialzo a 245 miliardi di dollari nel 2024, secondo le statistiche cinesi. La Cina è il più grande consumatore di energia russa e il più grande mercato di esportazione di petrolio per la Russia, ha affermato Putin, aggiungendo che avrebbero portato avanti la cooperazione sui reattori a neutroni veloci e sul riprocessamento del combustibile nucleare. 

L’anno scorso la Cina ha aumentato le importazioni di petrolio dalla Russia dell’1,3 per cento, raggiungendo 108,47 milioni di tonnellate rispetto al 2023, secondo le statistiche dell’Amministrazione Generale delle Dogane della Cina. Le importazioni di petrolio dalla Russia nel 2024 sono state pari a 62,42 miliardi di dollari, con un aumento del 2,8 per cento rispetto all’anno precedente. La Russia rimane al primo posto tra le diverse decine di Paesi che spediscono petrolio in Cina. Nel frattempo, le esportazioni russe di gas naturale liquefatto (Gnl) verso la Cina sono aumentate del 3,3 per cento, raggiungendo 8,3 milioni di tonnellate, pari a 4,99 miliardi di dollari (un aumento del 3,5 per cento). Attualmente la Russia è il terzo esportatore di Gnl in Cina. 



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