Rifiuti, Bucci: «Entro primavera bando per impianto di chiusura del ciclo»

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Una manifestazione di interesse per la realizzazione in Liguria di un impianto che sia in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti, producendo energia. È il piano della Regione che dovrebbe diventare realtà nella prossima primavera. Lo ha confermato, secondo quanto riporta l’agenzia Dire, il presidente Marco BucciI, ieri sera a margine dell’evento di inaugurazione della Regione europea dello Sport.

«Come ho promesso e come è scritto nel programma – ha spiegato Bucci – faremo una manifestazione di interesse- spiega il governatore – non so ancora la data, però penso che sarà tra due, tre mesi, non di più”.

Bucci precisa che «Non abbiamo ricevuto offerte, sia ben chiaro. Saremo noi a pubblicare una manifestazione di interesse, sollecitando le aziende che sono pronte». Il presidente della Regione non vuole parlare necessariamente di ‘termovalorizzatore’, quanto piuttosto di  impianto che riesca a generare energia. Vuol dire che potrebbe essere un ‘waste to chemical’, potrebbe essere un termovalorizzatore: non lo definiamo noi in partenza. Piuttosto vogliamo che ci sia la partecipazione delle aziende, della tecnologia per dare alla Liguria quello che è meglio per chiudere il ciclo dei rifiuti e, nello stesso tempo, per dare vantaggi alle aree attorno al luogo in cui sorgerà l’impianto. Per esempio, sapete che a Torino c’è il riscaldamento gratuito per chi sta attorno. E, quindi, anche noi vogliamo avere vantaggi di tipo energetico e, ovviamente, sulla riduzione della Tari».

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Ma il progetto di Bucci non si ferma qui, continua la Dire. «C’è un altro grande vantaggio che vogliamo avere: vogliamo sfidare tutti per limitare le emissioni di anidride carbonica. Sembrerà strano: uno dice, ‘questo qui brucia la roba e vuole avere più CO2’. No, noi vogliamo fare un sistema che riesca a mandare meno CO2 nell’aria rispetto a quella che viene emessa oggi trasportando i rifiuti fuori regione. E questo sarà un grande vantaggio dal punto di vista ambientale».

L’area in cui realizzare l’impianto non sarà indicata nella manifestazione di interesse: «Saranno le aziende a decidere le aree. E poi vedremo se i sindaci saranno d’accordo».

Al momento, sono cinque le aree individuate dall’Agenzia regionale ligure per i rifiuti che potrebbero accogliere l’impianto, ma potrebbero essere ulteriormente ridotte prima della pubblicazione della manifestazione di interesse. Tra queste, c’è anche Scarpino, sulle alture di Genova. «Scarpino è ancora un sito idoneo, anche se ha delle limitazioni di volume – conferma il governatore – ma bisogna vedere se qualcuno farà l’offerta per Scarpino».

Forte dissenso al progetto di Bucci hanno espresso i consiglieri regionali di Avs. Selena Candia, capogruppo di Avs in Regione, in una nota dichiara: “L’impianto da 200mila tonnellate, di cui parla Bucci brucerebbe tutto l’indifferenziato che ora produciamo e la Regione a quel punto non avrebbe nessun vantaggio ad aumentare la differenziata o a diminuire la produzione di rifiuti. Anzi c’è il rischio che se raggiungessimo o magari superassimo il 65%, il Veneto ad esempio è al 76%, dovremmo iniziare ad importare rifiuti da altre regioni. Oltretutto si parla di un termovalorizzatore di taglia piccola, il più piccolo del Nord Italia, che avrà bisogno di spazzatura per decenni, per rendere sensato l’investimento dal punto di vista economico. Quando finalmente crescerà la percentuale di raccolta differenziata, cosa finirà nel termovalorizzatore? Inizieremo a importare rifiuti dalle altre regioni»?

Contraria anche Legambiente Liguria. L’associaione in una nota “esprime preoccupazione rispetto alle dichiarazioni del presidente Bucci apparse sui media locali in merito alla volontà di pubblicare una manifestazione di interesse per sollecitare “le aziende pronte” alla realizzazione di un impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Il direttore di Legambiente  Federico Borromeo, afferma: «Stupisce  che in una situazione in cui alcuni comuni della Liguria, tra cui Genova e Savona, non hanno ancora raggiunto gli obiettivi previsti per legge della raccolta differenziata e la realizzazione degli impianti sta subendo pesanti ritardi – come ad esempio il TMB (Trattamento Meccanico Biologico) – a Genova, si voglia demandare alle aziende la risoluzione di scelte che sono politiche e strategiche e come tali devono essere risolte con un Piano partecipato insieme ai cittadini, alle associazioni, alle imprese e agli enti locali”.



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