Premio Germi a Carlo Verdone: “Comicittà” e Roma celebrano il trentennale di “Viaggi di nozze”

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ROMA – Duemila cuori pieni d’affetto hanno accolto Carlo Verdone all’Auditorium de La Nuvola, ospite di “Comicittà”, nella giornata celebrativa del 30° anniversario dall’uscita di Viaggi di nozze.

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Una festa vera, un impatto carico d’emozione che lo stesso attore e regista ha ripreso con il cellulare per portarlo sempre con sè; Ezio Greggio e Mario Sesti, ideatori della kermesse, ad attenderlo per una chiacchierata sulla sua carriera, con dettagli già conosciuti e qualche confessione nuova, sbocciata sullo straordinario feeling che si era creato.

L’intervista parte dagli esordi, dal Verdone dei personaggi e delle caratterizzazioni tratte dalla vita comune di chiunque gli sia stato intorno, tra cui tanti sacerdoti, perché come dice Greggio “La tua era una vocazione vera, se non facevi l’attore sicuro oggi saresti Papa Carlo”. Poi il primo film senza personaggi, Borotalco, e i tanti successi che si sono susseguiti.

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“La mia sensibilità è stata quella di non dare mai al pubblico lo stesso film, uno dietro l’altro. Lottai con il produttore Vittorio Cecchi Gori per ‘Compagni di scuola’ – ricorda -, non voleva farlo perché non si rideva e sosteneva che il pubblico ci avrebbe preso a schiaffi. Per convincerlo glielo feci vedere, la moglie, sorpresa, commentò ‘L’è bello, triste ma bello’ e lui aggiunse ‘Mi freghi sempre, ma devi saperlo, li dirigi meglio di come li scrivi’. E il film fece il botto”.

Non poteva mancare l’argomento Alberto Sordi: “Lo ricorderò sempre come una persona che mi voleva bene, a cui io volevo bene. Per me Sordi è quello dei film straordinari in bianco e nero, una grande maschera senza eredi. Quando nacque mia figlia Giulia invitai a casa Baudo, Leone e, appunto, Sordi. Lui portò un’orchidea sperando che restasse per sempre. Quell’orchidea fiorisce ancora dal 1986 sul mio terrazzo e per tutti noi è come avere in casa Alberto”.

Racconti che fanno tornare l’argomento “Viaggi di nozze”, con le tre protagoniste, due attrici in video messaggio, Claudia Gerini e Veronica Pivetti, e una in platea, emozionatissima, Cinzia Mascoli.

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La Gerini è la prima ad omaggiare: “La mia vita è divisa tra prima e dopo Carlo Verdone, passando da una spettatrice che amava i suoi fillm per poi condividere con lui una scena cult. Mi ha fatto scoprire di essere un’attrice brillante con il gioiello Jessica, che mi ha cambiato la vita. Mi scelse quando recitavo una parte dramnatica a teatro, nel camerino disse che potevo essere sua moglie – parole che ancora la fanno emozionare, emozione che nasconde con una battuta -: …. è stata un’esperienza …strana” chiude tra le risate del pubblico.

Anche per la Pivetti il film è stato fondamentale: “Se faccio questo mestiere è grazie a te e a Fosca, avrò sempre grande gratitudine e bene per te”.

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La terza protagonista era la verace romana che, complici una serie di impedimenti, non riusciva mai a partire per il suo viaggio di nozze, accanto a Verdone la Mascoli: “Ero molto emozionata quando mi presero e, ricordo, non ci credeva nessuno. Certo, le altre in giro, noi a Torvajanica, e anche nelle scene ambientate in crociera, per evitare il caos in nave, mi ha costretto a girare in una fabbrica di cabine – scherza provando a superare l’emozione che si ripresenta anche dopo trent’anni -. Carlo è un grande, capisce sempre cosa può fare un’attrice. Ricordo che alla prima c’era un bagno di folla, noi stavamo tutti insieme e Carlo prese il telefono per comunicare alla mamma il successo, ma subito dopo si fermò, perché lei non c’era più, l’aveva persa da poco. Lui è così, per questo dopo tanti anni tutti ricordano le battute del film e le ripetono a memoria. Grazie Carlo, per aver reso più leggera la nostra vita”.

Chiusura doverosa per il regista che ha ringraziato le sue “tre mogli” per come hanno preso e seguito il progetto: “Abbiamo fatto una tragicommedia, sono tante le battute ma raccontano l’infelicità di tre donne. Durante le riprese ero sotto antidolorifico per un’ernia, con stenosi del canale e una rottura, peggiorata dal tuffo in piscina nell’episodio con la Gerini, che poi era lei che mi faceva le punture. La gioia del successo del film l’ho passata tra clinica e convalescenza” chiude Verdone, ricordando un’altra attrice, che interpretava la mamma di Giovannino, Maddalena Fellini, scomparsa nel 2004 e sorella di Federico e Riccardo.

Come per tutti gli ospiti di questa prima edizione di “Comicittà” è giunto il momento del riconoscimento, per Carlo Verdone il Premio Germi, consegnato dalla figlia, sul palco insieme a Giampaolo Letta per Medusa e Claudio Carserà, amministratore delegato Eur Spa.

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Applausi per Verdone e luci che si spengono, mentre “Comicittà” prosegue al Palazzo dei Congressi, il pubblico de La Nuvola si gode l’ennesima gioiosa proiezione di Viaggi di nozze.

Teresa Pierini e Anselmo Cianchi





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