Israele ha iniziato una vasta operazione militare in Cisgiordania

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Martedì le forze di sicurezza israeliane hanno avviato una vasta operazione militare nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Partecipano polizia, esercito e agenti dello Shin Bet, l’agenzia di intelligence interna di Israele. Nelle prime ore dell’operazione sono già state uccise almeno otto persone, mentre altre 35 sono state ferite, ha detto l’Autorità nazionale palestinese (ANP) che governa il territorio.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato l’operazione, che avrebbe come obiettivo «sradicare il terrorismo»: è una motivazione con cui il governo israeliano di destra giustifica ormai ogni ampia operazione in Cisgiordania, nelle quali vengono spesso ferite o uccise decine di persone civili.

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L’operazione in Cisgiordania è avvenuta in un momento particolare: due giorni dopo l’inizio del cessate il fuoco con Hamas nella Striscia di Gaza (domenica) e un giorno dopo l’insediamento di Donald Trump (lunedì). Trump fra l’altro con uno dei suoi primi ordini esecutivi da presidente degli Stati Uniti ha cancellato le sanzioni imposte a più riprese da Joe Biden nei confronti di una trentina tra coloni israeliani e colonie in Cisgiordania. La Cisgiordania è un territorio che secondo la comunità internazionale appartiene ai palestinesi ma che da decenni Israele occupa illegalmente tramite la costruzione di colonie, in violazione di diverse norme del diritto internazionale.

Già durante il suo primo mandato l’amministrazione di Trump aveva mostrato sostegno alle politiche aggressive del governo di Netanyahu in Cisgiordania e agli insediamenti dei coloni israeliani. Dopo la rimozione delle sanzioni lunedì un gruppo di coloni con il volto coperto ha attaccato due centri abitati palestinesi, Jinsafut e Al-Funduq, che si trovano a una cinquantina di chilometri da Gerusalemme, incendiando alcune case.

Le violenze nei confronti dei palestinesi, compiute dai coloni o dall’esercito israeliano, sono state peraltro piuttosto comuni per tutta la durata della guerra nella Striscia di Gaza. Gli attacchi dell’esercito israeliano in Cisgiordania successivi al 7 ottobre del 2023 hanno ucciso più di 800 persone, molte delle quali erano minorenni.

Negli ultimi giorni l’esercito israeliano aveva aumentato i posti di blocco in Cisgiordania, mentre l’ANP aveva già condotto proprie operazioni contro i miliziani di Hamas e del Jihad Islamico (il secondo più forte gruppo armato) che controllano il campo profughi di Jenin. Martedì le forze di sicurezza dell’ANP si sono ritirate all’arrivo degli israeliani.

Alcuni abitanti di Jenin hanno raccontato che le truppe israeliane hanno circondato un ospedale privato, l’Al-Amal, e di averlo poi visto in fiamme. «È stato come se [i soldati] fossero arrivati direttamente da Gaza, con grossi veicoli, raffiche di armi da fuoco e droni», ha detto un abitante del campo al New York Times. Tra i feriti ci sarebbero anche funzionari dell’ANP e personale medico.

Veicoli blindati israeliani a Jenin, il 21 gennaio (AP Photo/Majdi Mohammed)

Le dichiarazioni del governo e dell’esercito israeliano parlano di un’operazione che potrebbe durare più giorni. Il capo di stato maggiore dimissionario dell’esercito, Herzi Halevi, già lunedì aveva preannunciato «significative operazioni antiterrorismo». Il ministro delle Finanze di estrema destra, Bezalel Smotrich, ha detto apertamente che è l’inizio di una «potente e prolungata campagna» finalizzata a «proteggere le colonie e i coloni», non è chiaro esattamente da cosa.

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Politici come Smotrich chiedevano da tempo la rimozione delle sanzioni statunitensi ai coloni. Non è stato l’unico provvedimento di Trump a favore di Israele. Sempre lunedì con un altro ordine esecutivo Trump ha ripristinato le sanzioni (sospese da Biden) alla Corte penale internazionale, il tribunale che ha emesso un mandato d’arresto contro Netanyahu. Infine il governo israeliano si aspetta che la nuova amministrazione statunitense sblocchi l’invio di un grosso carico di armi, atteso dallo scorso maggio.

«Prese insieme, queste tre decisioni sembrano confermare le previsioni che la prossima amministrazione statunitense sarà la più filo-israeliana da decenni», ha scritto il Financial Times.

– Leggi anche: La Cisgiordania è sempre più dei coloni israeliani



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