Credito, calano solo i Tassi sui Mutui e i Prestiti alle Imprese – PLTV.it

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#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Sono sostanzialmente solo gli interessi sui mutui immobiliari a seguire, mese dopo mese, i tagli ai tassi della Bce; come sono solo le imprese a trascinare in negativo la domanda complessiva di finanziamenti.

L’ABI rileva che lo scorso dicembre il tasso medio applicato ai prestiti per comprare casa è sceso al 3,10% dal 3,23 di novembre e dal 4,42 di un anno prima, mentre quello sui nuovi finanziamenti alle aziende è rimasto stabile al 4,53%, comunque in calo di oltre un punto percentuale dal 5,45% di dicembre 2023. Nel bollettino diffuso nel weekend non è dato sapere a che punto siano i tassi sulle altre operazioni di credito a consumo, che a novembre Bankitalia collocava ancora a un ragguardevole 10,24%. Secondo l’associazione bancaria, il tasso sul totale dei prestiti in essere, corporate e retail, è comunque diminuito in un mese dal 4,55% al 4,45.
Che a deprimere la richiesta e a spingere al ribasso l’erogato totale ( -1% annuo il mese scorso) siano esclusivamente le imprese non lo dicono solo i report istituzionali, ma gli stessi bilanci degli istituti al terzo trimestre 2024 e quelli più recenti di primari operatori del mercato – da Più Mutui Casa a BCC CreditoConsumo a WeUnit.it – che vedono una crescita di prestiti personali, finalizzati e degli stessi mutui ipotecari, in difficoltà fino a metà 2024: da maggio a novembre – ha rivelato la Fabi sempre nel weekend – sono cresciuti dell’1%, riportando l’ammontare complessivo a oltre 425 miliardi di euro.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Come sentirete al Leadership Forum Tv Show 2025 on air mercoledì 22 gennaio, i maggiori player del comparto creditizio italiano hanno chiuso l’esercizio in positivo sui diversi segmenti consumer e – per quanto riguarda in dettaglio i mutui – se oltre agli interessi scendessero pure i prezzi degli immobili (e contemporaneamente risalissero i salari), il 2025 sarebbe tutto in discesa per il comparto. Nei primi 16 giorni dell’anno l’Euribor a 3 mesi si è attestato in media al 2,76% (-8 pb rispetto a dicembre); l’Irs a 10 anni è invece stranamente aumentato al 2,50% (+27 pb). Pare che nella riunione della BCE del 30 gennaio la sforbiciata al costo del denaro abbia ottime probabilità di essere superiore alle ultime da 0,25%, dunque l’allentamento monetario di Francoforte è destinato a trasmettersi con ancora maggior vigore al mercato nei prossimi mesi. Intanto, si sta riflettendo anche sul costo della raccolta bancaria, sceso di 26 pb tra agosto e novembre: all’1,7 % nota Bankitalia nell’ultimo Bollettino economico e vi ha contribuito, tra l’altro, la flessione del rendimento dei nuovi depositi con durata prestabilita.
Nonostante ciò, la raccolta ha continuato a contrarsi (-2,2% a/a) e il rimborso dei fondi Tltro3 e il calo delle passività detenute da non residenti è stato solo parzialmente compensato dalla crescita delle altre fonti di finanziamento.

Per il Mef, proprio “i consistenti rimborsi di finanziamenti in essere, su cui incide il picco del periodo Covid” sono in parte responsabili del calo dei prestiti alle imprese: trend che tuttavia procederebbe a un ritmo più basso, grazie all’attenuazione dei rigidi criteri di offerta degli intermediari. Vedremo quanto tempo occorrerà al governo per varare provvedimenti a rilancio dei Confidi, per cui ha ricevuto la delega dal recente disegno di legge annuale sulle Pmi: il progetto – per ora allo stato di proposta – prevede tra l’altro di facilitare il cosiddetto “destocking”, strumento che permetterà di cartolarizzare stock di beni mobili in magazzino. Intanto, alle garanzie pubbliche messe in palio dall’esecutivo, proseguono ad affiancarsi le convenzioni bilaterali delle banche con enti e organizzazioni.
Altra buona notizia: caro vita e debolezza economica continuano a non inficiare la capacità di rimborso di famiglie e imprese. A novembre 2024 i deteriorati netti – cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche – si attestavano all’1,51% dei crediti totali: poco più di 31 mld, circa 500 milioni in meno da settembre (ma anche 500 in più da dicembre 2023). Cifre lontanissime dal record di 196,3 mld toccato 10 anni fa.

Credito: l’Anno che verrà, al Leadership Forum Annual

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