Commissione Consiliare Permanente, lunedì 20 gennaio pomeriggio

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Nel pomeriggio, in Commissione Consiliare Permanente III, prosegue l’esame in sede referente del progetto di legge “Misure per il consolidamento, lo sviluppo economico, il contenimento dei costi e disposizioni in materia fiscale”.

E’ in corso l’esame dell’articolo 14 riguardante il la “modifica all’articolo 84 della Legge 16 dicembre 2013 n.166”.  I lavori ripartono dall’emendamento aggiuntivo di Domani – Motus Liberi per la riduzione delle imposte di successione. “Al fine di diminuire gli oneri relativi ai trasferimenti a titolo di successione ereditaria, le imposte previste dall’art. 1 del Decreto Delegato 16 dicembre 2009 n. 165, con  successive modifiche ed integrazioni, nonché le relative imposte di trascrizione e voltura sono dimezzate. La riduzione non si applica ai trasferimenti a titolo di donazione o  mediante cessione a titolo di antiparte”: questo il testo dell’emendamento proposto da D-ML. Chiarisce il Segretario di Stato Alessandro Bevitori: “Ci sono sicuramente delle valutazioni e degli approfondimenti da fare. Il fatto di andare a dimezzare un’imposta, in un momento in cui il bilancio dello Stato ancora non ha raggiunto il pareggio, interviene in maniera non così migliorativa in termini di conti pubblici. Per cui un intervento di questo tipo dovrebbe essere valutato per quanto riguarda l’impatto in termini economici. Con la successione c’è un passaggio di un valore patrimoniale all’interno della famiglia. Questa potrebbe essere un eventuale passaggio una volta compiuto tutto il percorso di intervento sulle fasce più bisognose”. Replica Gaetano Troina (D-ML): “Finché non entrerà in vigore lo strumento dell’ICEE, sarà difficile individuare dei parametri di riferimento. Faccio una proposta di mediazione: visto che c’è il tema della circolazione dei patrimoni, si potrebbero ridurre solamente le imposte di registro. Noi non pensiamo che sia un intervento fuori luogo, perché basato su casistiche che si sono verificate e che hanno provocato dei problemi alle famiglie”. L’emendamento è respinto.

Si discute poi di un ulteriore emendamento di D-ML per “l’esenzione da imposte per contratti di locazione in favore di giovani coppie”. In base alla proposta, “fino al 31/12/2025 è totalmente esente da imposte di registro e bollo il contratto di locazione che abbia ad oggetto immobili ad uso abitativo in favore di nuclei familiari composti esclusivamente da persone con età inferiore ai 40 anni di età, per il primo triennio di vigenza e ad esclusione dei contratti meramente transitori”. “Come classe politica dovremmo cercare di trovare qualcosa di più organico e duraturo – premette il Segretario di Stato Alessandro Bevitori -. Mi permetto di dire che, così com’è scritto, l’emendamento va ad esentare le imposte di registro per ambedue le parti. Stiamo comunque parlando di un’imposta poco significativa. Il principio è lodevole, ma ciò che serve alle giovani coppie sono interventi più strutturati”. Interviene Iro Belluzzi (Libera): “E’ stato depositato il progetto di legge sull’emergenza casa. Il confronto con Motus, da parte del Segretario competente, è avvenuto, la disponibilità c’è stata. Avremo tutto il tempo per cogliere ed inserire le indicazioni e le sensibilità delle forze di opposizione”. “Noi ancora non abbiamo incontrato il Segretario Ciacci. Non è corretto prendere dei provvedimenti di legge fatti da altri e poi incollarli ai propri, senza nemmeno un confronto – puntualizza Gaetano Troina (D-ML) -. Cerchiamo di rispettare il lavoro di tutti. Questo è un incentivo per far sì che i locatari vadano a dare una locazione alle giovani coppie. Ed è un intervento che avrà un impatto minimo sul bilancio dello Stato. Si parla di 2/300 euro di imposta per ogni contratto”. Afferma Luca Della Balda (Libera): “Apprezzo il principio. Ma è più opportuno che questa singola norma venga inserita in una legge più ampia e organica sull’emergenza casa. Non cerchiamo bandierine, l’importante è che la proposta venga colta e attuata”. Luca Gasperoni (PDCS): “Per quanto riguarda il metodo: noi potremmo dire lo stesso. Ci dite che portiamo in Finanziaria tematiche che non c’entrano nulla. Noi ci stiamo impegnando ad un approccio diverso. Lo abbiamo visto con il Pdl Casa. Io sinceramente non sarei troppo scandalizzato, ma cercherei di portare la discussione su un binario di collaborazione”. Nicola Renzi (RF): “Qui non si tratta di bandierine, ma di bon ton istituzionale. Continuiamo a parlare di emergenza casa, ma l’emergenza casa rimane. I momenti di confronto che ci sono stati non mi pare siano stati risolutivi. Noi sosteniamo questo intervento”. Emanuele Santi (Rete): “Siamo venuti qui il 26 novembre. Ci era stato detto che nella legge omnibus sarebbero andati gli interventi emergenziali. Abbiamo lavorato un mese. Arriviamo alla discussione del bilancio, e ci viene detto che saranno fatto i progetti di legge. Quello sull’emergenza casa è stato depositato l’8 gennaio, il 9 c’è stata la Commissione. Quest non è un metodo di lavoro serio. Io credo che ci sia molta confusione all’interno del Governo e della maggioranza”. Sandra Stacchini (PDCS): “Se c’è un progetto di legge che riguarda la casa, io da cittadina preferirei vedere tutte queste norme insieme. Abbiamo già una prima lettura, dobbiamo essere bravi a portarlo a casa il prima possibile”.  Sara Conti (RF) “Mi stupisce che si ritenga nel merito questo emendamento condivisibile, poi se ne faccia una questione di poco ordine. Faccio notare che l’emendamento mette un limite temporale ben preciso. Se si riterrà che questo intervento abbia dato dei primi effetti positivi, si potrà decidere di mantenerlo. Questa è la riflessione che lancio ai colleghi”. Tommaso Rossini (PSD): “Sono leggermente contrario all’emendamento, mi sembra discriminatorio. Perché non i single, perché non i separati? Ci sono altre situazioni che potrebbero meritare degli sgravi. Io ritengo che la sede più opportuna sia quella del Pdl Casa”. Segretario di Stato Alessandro Bevitori: “Il Segretario Ciacci mi dice di aver trasmesso, negli incontri che ci sono stati, delle linee di indirizzo e sulla base di quelle sono stati definiti gli emendamenti. Dobbiamo essere felici nel caso in cui il provvedimento sia davvero efficace e vada nell’interesse dei sammarinesi”. Gaetano Troina (D-ML): “E’ stato depositato un Pdl che riprende integralmente le nostre proposte: non è giusto prendere il lavoro degli altri e farlo proprio. Vanno riconosciuti i meriti di chi ha lavorato. Ripresenteremo l’emendamento nell’ambito del Pdl Casa, recependo anche le indicazioni del commissario Rossini”. L’emendamento è respinto, mentre il successivo emendamento di D-ML sulle “norme relative alle società di professionisti” viene ritirato.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Si passa a due successivi emendamenti di RF riguardanti il “lavoro prestato dagli amministratori”. Con il primo emendamento si propone di ridurre da 24,50% a 12,5% i versamenti contributivi “in capo ad Amministratore Operativo e Socio prestatore di attività lavorativa in società di capitali”. Spiega Nicola Renzi (RF): “Nella precedente legislatura si fusero due normative: quella sul lavoro del Segretario Lonfernini e quella sulla previdenza portata avanti da Ciavatta. Noi andiamo ad agire dimezzando l’ammontare del versamento. Siamo convinti che in questi casi, in cui ci troviamo davanti a piccolissime aziende, è giusto cercare di non incidere troppo sugli aspetti contributivi: c’è il rischio che finiti gli incentivi dei primi momenti, le aziende non riescano a sostenersi. Chiaramente si tratta di un emendamento perfettibile e va nella direzione di dare un aiuto alle imprese”. Replica il Segretario Bevitori: “E’ un tema sicuramente meritevole di approfondimento. Ci sono molti casi in cui una società può essere a zero dipendenti. Mi prendo l’impegno di intervenire su questa normativa per dare una risposta chiara e semplice. In questo contesto però non avendo numeri chiari, chiederei di temporeggiare e respingere l’emendamento, ma con l’impegno di riaffrontare la questione”. Emanuele Santi (Rete): “Quello messo in campo è stato un intervento che serviva a mettere un argine ad una distorsione. Noi capiamo la ratio dell’emendamento, ma dimezzando il contributo, si andrebbe ad intaccare il fondo pensioni. Dunque noi saremmo propensi a mantenere la norma così com’è”. “Voteremo favorevolmente a questo emendamento – dice Gaetano Troina (D-ML) -. Non riteniamo sbagliata la distinzione tra amministratore ordinario e operativo. Riteniamo però che l’errore sia stato applicare la normativa indistintamente a tutte le casistiche, anziché solamente sui settori in cui sono presenti distorsioni. Quella norma ha fatto veramente dei disastri”. Maddalena Muccioli (PDCS): “La problematica è sicuramente attuale. Per motivi professionali ho visto l’applicazione delle riforme e gli impatti avuti sulle aziende sammarinesi. Specialmente per quanto riguarda il tessuto imprenditoriale sammarinese, formato per lo più da imprese familiari. Apprezzo che il Segretario abbia aperto ad una revisione dell’istituto. L’aliquota è stata successivamente modificata nel 2023 e nel 2024. Ad oggi non è 24,5%, ma un 17% per l’anno 2024. Il 24,5% andrebbe a regime al termine dell’adeguamento”. Sara Conti (RF): “Ci fa piacere la disponibilità data dal Segretario Bevitori. Anche al fine di valutare quello che è stato l’impatto sulle piccolissime imprese. L’intenzione è mantenere in votazione l’emendamento”. La Commissione respinge sia il primo che il secondo emendamento di RF.  Quest’ultimo proponeva che “gli amministratori che sono nelle condizioni per poter instaurare un rapporto di lavoro possono essere regolarmente assunti con contratto di lavoro subordinato a partire dal secondo livello retributivo previsto dal Contratto Collettivo di settore di riferimento al livello minimo previsto per le mansioni dirigenziali previste dal Contratto Collettivo di settore di riferimento e con obbligo di assunzione a tempo pieno, a meno che non abbiano già un’altra posizione contributiva attiva come lavoratore subordinato a tempo parziale”.

Si passa a due successivi emendamenti di Rete in materia di residenze fiscali non domiciliate, che propongono l’abrogazione dell’articolo 12 e dell’articolo 13 della Legge 15 settembre 2023 n°132. Emanuele Santi (Rete): “Per togliere ogni dubbio, noi chiediamo di abrogare le residenze fiscali non domiciliate. Ci sono stati dei tentativi di aggirare il vincolo delle residenze a cinque stelle. Quella circolare di fatto non è mai stata ritirata pur non essendo mai stata applicata. Non vorremmo che possa arrivare qualcuno in strutture private identificate come alberghi e che si vada a fare il DES all’interno. Noi chiediamo di fare un passo importante, tornare indietro su questo tema. Visto che di fatto queste residenze non sono mai state concesse, chiediamo di abrogare quella possibilità. Se la volontà è quella di mettere mano alle residenze, io credo che qualche ragionamento vada fatto”. Segretario di Stato Marco Gatti: “Queste residenze facevano parte di un progetto più ampio per far emergere interesse ad investire in un settore, come quello alberghiero e ricettivo, in cui da tempi immemorabili non ci sono investimenti. Non avendo disponibilità di camere per far sì che il turismo possa rimanere sul territorio per più giorni, San Marino perde una grande opportunità. Questo progetto era legato alla creazione di un’area incentivante. Dopo mesi e mesi per cercare di trovare un equilibrio, una parte politica purtroppo si è ritirata. Dunque si è deciso di tentare di portare avanti una parte di quel progetto che è sempre finalizzato a favorire investimenti per la creazione di strutture ricettive, con un modello di residenza che non crea problemi abitativi e fiscali. Dunque noi siamo contrari all’abrogazione”. Nicola Renzi (RF): “Abbiamo sostenuto fin dal primo giorno le nostre enormi preoccupazioni sul fatto che tale sistema potesse essere distorsivo. E’ una tipologia immaginata ad hoc per consentire a determinati soggetti di pagare meno tasse. Altrimenti perché una persona dovrebbe prendere una residenza fiscale a San Marino? Noi facemmo quella battaglia insieme a Rete e Libera. Libera era quella che faceva le barricate più grosse contro il DES. Noi però sappiamo che ci sono dei soggetti nel territorio che si stanno muovendo e stanno valutando come implementare questo strumento: questa cosa ci preoccupa”. Gaetano Troina (D-ML): “E’ un tema molto delicato. Non sono d’accordo al 100% con quanto detto dai colleghi. Non è del tutto vero che la parte stralciata di quel progetto fosse la meno rilevante. Se quella parte di progetto che oggi non c’è più fosse stata attuata fino in fondo, forse le cose sarebbero andate diversamente. La preoccupazione era che si facesse un utilizzo speculativo del territorio della Repubblica. Su questo specifico emendamento mi asterrò, se c’è la volontà di rivedere l’aspetto complessivo delle residenze, allora siamo a disposizione”. Luca Boschi (Libera): “Libera ai tempi fece una grossa battaglia con una raccolta di firme e prese di posizione. Dicevamo che quello non era il nostro modello di sviluppo: non la realizzazione di un distretto monopolistico, ma dare uguali opportunità a tutti gli investitori. La legge è però uscita molto diversa da come era stata proposta in via iniziale con le varie bozze. Non essendoci attualmente strutture di quel livello, richieste non ce ne sono state. Una delle architravi di questa legislatura è la finalizzazione del percorso con l’Ue. Dunque noi continuiamo ad essere per un percorso di sviluppo coerente con le normative europee. Non ci vedo nulla di contradditorio in questo”. William Casali (PDCS): “Nel programma di Governo era presente la necessità di andare ad intercettare un turismo di alto livello. Scartato il DES, la residenza fiscale non domiciliate poteva essere una opportunità, salvo che non creasse problemi rispetto all’accordo di associazione. Sono state date garanzie sul fatto che questo tipo di accordo non creava frizioni nell’ambito dell’accordo e dei rapporti con gli Stati. Dunque io non vedo motivo per cui accettare questo emendamento”. Emanuele Santi (Rete): “Il DES andava a creare un monopolio sia a livello di struttura che di concessione della residenza. Questa parte è stata tolta, ma è rimasta la parte sulle residenze fiscali. Il Governo voleva fare in modo che tali residenze fossero fatte in qualsiasi tipo di struttura. E poi c’era un aspetto non secondario legato agli Stati che avrebbero visto andare via dei contribuenti”. Entrambi gli emendamenti sono poi respinti.

Segue un ulteriore emendamento di Rete per il riconoscimento di “ulteriori incentivi per gli operatori del settore alimentare in ambito Smac su beni di prima necessità”, che pure viene respinto.

Si passa poi all’articolo 15 (modifica del credito d’imposta per i redditi prodotti all’estero dal trust), che non prevede emendamenti, e all’articolo 16 (modifica dell’utilizzo del credito d’imposta di cui alle misure a sostegno di operazioni a tutela del risparmio). Chiarisce il Segretario di Stato Marco Gatti: “Abbiamo apportato il massimale al 10%. Abbiamo abrogato gli effetti di un decreto legge del 2007 n.112 che riguardava l’adeguamento del credito di imposta sugli attivi/passivi della Banca del Titano”.

Domani – Motus Liberi, con un emendamento, propone la soppressione integrale dell’articolo. Spiega Gaetano Troina (D-ML): “Per quanto comprendiamo la finalità del Governo, continuiamo a vedere un sacco di interventi a sostegno del sistema bancario, quando invece gli interventi a sostegno dei cittadini tardano ad arrivare. Di fatto la conseguenza è che le banche dichiarano meno entrate e pagano meno imposte. Questo non è il momento storico per una scelta del genere”. Emanuele Santi (Rete): “Pienamente d’accordo con D-ML. Si inserisce l’articolo 16 che di fatto va a dare un ulteriore beneficio alle banche. Questo è un abbattimento dell’imposta dovuta. Continuiamo ad aiutare le banche, e anche con sollecitudine, mentre i problemi dei cittadini sono rimandati a futuri Pdl. Ci sarà un minore gettito nelle casse dello Stato”. Nicola Renzi (RF): “Maneggiare tematiche del genere è sempre una cosa delicata. La legge che voi avete voluto portare è una legge che purtroppo stiamo vedendo è stata concepita dal Segretario alle Finanze. Ci sono dentro tutte tematiche tecniche. La verità però è che di contenuti ce ne sono pochissimi. Ci sono delle priorità tecniche e altre priorità che sono politiche e particolarmente sentite dai nostri cittadini”. Sandra Stacchini (PDCS): “Onestamente questo favore alle banche non lo vedo. Anzi, c’è un punto che penalizza in particolar modo una banca, quando saprà che il suo credito di imposta non è rivalutabile. Non viene fatto loro nessun favore”. L’emendamento è respinto.

Con un successivo emendamento aggiuntivo di un articolo 16-bis, il Governo introduce l’abrogazione della legge 29 novembre 1995 n.130 riguardante le norme per la modificazione degli enti bancari e la costituzione di società per azioni e altre disposizioni in materia societaria e creditizia. L’emendamento è approvato. Si passa all’articolo 17, riguardante il Registro Informatico di carico e scarico dei prodotti petroliferi.

Alle 19.30 la seduta viene sospesa.

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