Caro Energia, in arrivo la stangata bollette per piccole imprese e famiglie

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Legno e arredo in testa, con quasi 1.900 euro in più di esborso totale Iva esclusa (cioè il +9, 28%), e meccanica al secondo posto, con circa 1.800 euro di differenza (+8,84%): sono i settori artigianali del Padovano più esposti, nel 2025, alla stangata del caro energia.

Se l’anno nero preso a riferimento dalle associazioni di categoria (Confartigianato e Cna) è il 2022, le bollette che nelle ultime settimane stanno facendo tirare la cinghia a imprese e famiglie, lasciano intravedere ben pochi sprazzi di sereno nei prossimi dodici mesi.

Gli aumenti previsti dei costi dell’energia elettrica sono evidenziati in un raffronto realizzato da Confartigianato Imprese Padova che basa le proiezioni per l’anno appena iniziato su un Prezzo Unico Nazionale di 135 euro per megawattora (un valore di riferimento già aumentato del 36% rispetto al periodo precedente, volatilissimo e in tendenziale crescita).

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Armi di difesa, ce ne sono? Massima attenzione alle speculazioni incontrollate e, come aziende, fare rete per acquistare gas ed energia elettrica a prezzi calmierati.

L’analisi di Confartigianato​​​​​​

«Le imprese artigiane, in particolare quelle del settore manifatturiero, si trovano ad affrontare un periodo complesso» allerta Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova.

«Sebbene gli aumenti dei costi energetici previsti per il 2025 non raggiungeranno i livelli del 2022 – spiega – rappresentano comunque un ulteriore ostacolo in una fase già critica per molte aziende.

Quelli relativi alla spesa per la materia energia, sono significativi e potrebbero impattare notevolmente sulla redditività delle aziende artigiane». I rialzi considerati da Confartigianato dividono la spesa in “materia energia” e “totale”, includendo anche gli oneri di sistema. Stando alla prima voce, la meccanica con un +19,93%, e l’autoriparazione con il +19,84%, saranno le realtà più penalizzate.

dall’aglio chiede misure concrete

Ai rialzi qui analizzati si aggiungono inoltre quelli del costo del carburante e della pressione fiscale. «Non possiamo sottovalutare l’impatto di questi aumenti sul tessuto produttivo», ricorda Dall’Aglio che chiede misure concrete: «La riduzione dell’Iva e delle accise sul carburante, e la rimodulazione degli oneri di sistema sull’elettricità esclusi nel ’22, prontamente reintrodotti nel ’23 e ulteriormente aumentati nel ’24, per contenere gli effetti di questi rincari».

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Il lavoro di consulenza e preventivazione dello sportello Sos Energia e il consorzio Caem, con le sue oltre mille imprese nella provincia di Padova, sono due risposte messe in campo da Confartigianato. Delle centinaia di bollette studiate dal Sos nel 2024, l’82% di quelle aziendali e il 91% di quelle di domestiche presentavano un potenziale risparmio: per un’azienda stimato in media di circa 1.100 euro all’anno; per una famiglia sui 540 euro annui. Complessivamente, questa “stampella” ha generato un possibile accantonamento di quasi 500 mila euro.

Cna: rischio tenuta finanziaria delle imprese

Si respira forte preoccupazione anche nelle fila della Confederazione nazionale dell’artigianato e di Padova e Rovigo. «L’aumento dei costi mette a dura prova la tenuta finanziaria delle nostre imprese» mette in guardia Sante Venturato del consorzio Aziende per l’energia di Cna (Ape ha lo stesso principio del Caem, ndr). Raggruppa oltre 400 aziende che acquistano così gas ed energia elettrica a condizioni più vantaggiose.

«Il costo dell’energia è l’ultima di una lunga serie di voci di spesa che continuano ad aumentare – ricorda il referente Venturato – Ape è una iniziativa strategica che riesce a ottenere i massimi risparmi, mettendo al riparo le aziende dalle brusche oscillazioni dei prezzi».

Energia, da primavera costi raddoppiati

Stando alle valutazioni della rete, i costi dell’energia sono già saliti di oltre il 50% rispetto alla scorsa primavera e le previsioni per il mese di gennaio confermano che un andamento in crescita. Stando così le cose, il responsabile tecnico Ape, Fabio Vazzola, chiarisce il vantaggio di fare cartello: «In più di dieci anni abbiamo permesso ai consorziati risparmi del 25-30% rispetto ai fornitori precedenti.

Adesso la tendenza è a rialzo, c’è stato un picco ad agosto dell’anno scorso e se ne registra un altro proprio in questi giorni, con 54 centesimi metro cubo per il gas e, per l’energia elettrica, ben oltre 50% di aumento». 

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Le testimonianze degli artigiani

«Portiamo a casa il lavoro, sì ma quasi senza più guadagno»

Andrea Rosin è il titolare della Falegnameria Rosin di Villa Estense nonché presidente del sistema di categoria Legno di Confartigianato Imprese Padova. Il ramo conta 600 aziende nella lavorazione legno e arredo.

«Il Caem vuol dire tanto ma non riesce a fare miracoli» mette in chiaro Rosin, parte del consorzio che negozia le migliori condizioni di ingaggio con l’obiettivo di risparmiare sui costi energetici e supportare lo sviluppo sostenibile delle comunità locali.

«Non è un momento roseo – spiega – Se prima l’ingente mole di lavoro supportata nell’edilizia dal superbonus 110% ci permetteva di sopperire ai rincari, adesso questi incidono senza scampo sulla programmazione.

Mi spiego. Aziende come la mia preventivano oggi, al cliente, serramenti (porte e finestre) da realizzare effettivamente tra 4-5 mesi. E con le impennate dei costi dai valori imprevedibili a cui ora siamo costantemente soggetti, pianificare è impossibile. Il risultato», afferma Rosin, «è che ora che le fatture vengono saldate è più facile che il nostro margine di guadagno si sia terribilmente ridotto, e per non perdere future commesse da quel tal acquirente, non possiamo chiedergli un euro di più del pattuito».

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Preventivare senza rischiare di auto danneggiarsi è diventato un terno al lotto anche per Federico Boin, rappresentante del vettore Meccanica di Confartigianato Imprese Padova.

«Da metà 2024 fino a novembre, i costi energetici sono rimasti quasi stabili, ma ora che sono in salita, l’impatto sui costi di gestione aziendale è debilitante» confessa. Boin è titolare della Cometec srl, produttrice di pezzi meccanici per impianti. «Componenti che subiscono dei trattamenti in forni ad altissime temperature per diventare più resistenti, step che è arrivato ad incidere sui prezzi applicati da questi sub fornitori del +8%. Un aumento che», esplica Boin, «a nostra volta non riusciamo a ricaricare al cliente finale il quale, dal canto suo, fa valere il quantum sottoscritto con largo anticipo».

Qual è la sintesi? «Portiamo a casa il lavoro ma senza quasi più margini di guadagno». 

La situazione delle famiglie

Un rincaro di 233 euro nelle bollette luce e gas delle famiglie padovane

Gli utenti padovani spenderanno quest’anno circa 233,10 euro in più di bollette (luce e gas) rispetto al 2024. Nell’ipotesi tracciata dall’Associazione difesa consumatori Adico (su fonti Facile.it, portale confronta offerte di Autorità di regolazione per energia reti e ambiente e Nomisma), l’aumento annuale sarà di poco superiore a 166 euro per i vulnerabili (una minoranza costituita da over 75, da economicamente svantaggiati come i percettori di bonus, da soggetti con disabilità ai sensi dell’articolo 3 della legge 104/92 e da chi le utenze le paga su abitazioni di emergenza a seguito di eventi calamitosi).

Quel “in più” arriverà invece a 160 euro per chi continua ad affidarsi alla miglior offerta disponibile sul mercato libero (stando alle condizioni contrattuali oggi più favorevoli), e a 300 euro, sempre per chi sposa la libera concorrenza, in base all’attuale offerta media.

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«Da qualsiasi lato la si voglia prendere emerge quanto al giorno d’oggi scaldarsi stia diventando un lusso», è il commento al report Adico di Carlo Garofolini, presidente dell’associazione “dalla parte dei consumatori”, tanto quanto Federconsumatori con i suoi 1.400 affiliati a Padova. Quest’ultima parla poi di «grave povertà energetica» nel territorio.

I consumatori cambiano abitudini

Entrambe le realtà associative aiutano i cittadini ad affrontare il caro-bollette senza finire preda di truffe. «La speculazione è incontrollata, con stangate che, fatalità, subiamo d’inverno, periodo di maggior consumo», dice subito Garofolini. «E come il riscaldamento aumenta di prezzo, si erode la disponibilità economica delle famiglie e le persone cambiano abitudini, a tavola soprattutto, ma anche sul fronte della prevenzione, ridotta all’osso», fa notare il vertice di Adico. Ai rincari associa uno scenario di trasformazione “per difetto”, di qualità della vita calante.

«Nel commercio al dettaglio le offerte ormai ci sono quasi solo su prodotti in scadenza, quando non rimpiccioliscono le confezioni a parità di prezzo», segnala con tono di denuncia.

A preoccuparlo non sono tanto i pochi mesi invernali da scavallare, quanto l’approccio alla spesa del consumatore, in ultima analisi autolesivo. «Dove andiamo a finire se siamo costretti a fare economia sulla salute? Il risparmio nell’immediato rappresenta un maggior costo nel futuro», la sua lettura.

Parola a Federconsumatori

«Il problema parte dal gas, il cui costo viene deciso dalla borsa, sensibile ai disordini internazionali derivanti dalle guerre», evidenzia il presidente di Federconsumatori Padova, Dario Belli, «a livello nazionale spingiamo per togliere la parte delle imposte che va a gravare sulle bollette: su un 50-60% di materia prima, gli oneri di imposte pesano per il 20-30%».

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Vicini agli utenti

Leggere le bollette, monitorare le variazioni del costo dell’energia e quindi fissarlo quando è basso, o rinegoziarlo se viene rialzato non con le modalità previste dalla legge. «In tutti questi passaggi insidiosi Federconsumatori affianca la popolazione», evidenzia Paola Damonti, e avvisa, «Attenzione al mercato libero: non ha portato a tutti i vantaggi economici che ci si aspettava rispetto al tutelato, e occhio anche al marketing selvaggio. Ci arrivano tante segnalazioni di persone fragili vittime di telefonate dal contenuto minaccioso rispetto ad aumenti vertiginosi imminenti, che le portano a firmare contratti con chissachì.

A fare la parte del lupo – ricorda – sono spesso operatori senza scrupoli, ma per legge le compagnie devono avvisare di alterazioni per iscritto, su supporto durevole e non tramite telefonata».

Povertà energetica

«Ebbene sì, nel ricco Nord Est vantiamo casi gravi di povertà energetica. Persone a casa con il cappotto pur di non accendere il gas, col risultato che la caldaia fatica tal punto a riscaldare l’ambiente che poi la salassata è inesorabile», riferiscono Belli e Damonti. Le conseguenze raccolte da questi racconti di dieta energetica sono salute compromessa e paura cronica di essere in bolletta.

«Facciamo assemblee con circoli di anziani e Auser per informare ad esempio chi ha diritto di restare nel mercato di tutela della vulnerabilità con tariffe non scosse dal saliscendi del libero mercato ma stabilite dalla Arera, cioè protette da speculazioni», aggiunge Damonti.

Un progetto con banco dell’energia

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In un mondo ideale, l’obiettivo è tornare ai 20-30 centesimi al metro cubo di gas (oggi diventati 50) com’era prima del Covid.

«Rispetto al 2022 gli utenti pagano meno ma, mediamente, si trovano di fronte a un esborso doppio rispetto ad anni più equilibrati e non così ristanti nel tempo», riflettono da Federconsumatori, impegnati a Padova nel disegno di un progetto locale per chi ha un reddito basso.

«Il bonus sociale depotenziato non va a coprire le utenze», la premessa, «perciò stiamo interloquendo con il Banco dell’energia, perché metta a disposizione un fondo di contrasto povertà energetica». 



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