“Una provincia tra crisi e opportunità”

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Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni delle Camera del lavoro territoriale (Cdtl) della Cgil Brindisi, in una nota a firma del segretario generale Massimo Di Cesare, sul bilancio sociale elaborato dall’Inps e riferito alla provicia di Brindisi per il 2023. 

I numeri del bilancio sociale Inps 2023 raccontano una Brindisi che lotta con vecchi problemi, ma che intravede anche spiragli di cambiamento. I dati parlano di una comunità in difficoltà, segnata dalla precarietà lavorativa, dal calo demografico e dalla crisi dei servizi pubblici, ma lasciano spazio alla speranza grazie ad alcune potenzialità ancora inespresse. Analizziamoli insieme per capire meglio dove siamo e dove possiamo andare.

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Una popolazione che invecchia e si riduce

Il primo dato che salta all’occhio è il declino demografico. Brindisi sta invecchiando: i giovani tra 0 e 14 anni rappresentano solo l’11,6% della popolazione, mentre gli over 65 superano il 25%. Il saldo tra nascite e decessi è negativo da più di dieci anni, con un picco nel 2022, quando i decessi (4.645) hanno doppiato le nascite (2.512). Questo calo delle nascite è una spia di un malessere più profondo: se le famiglie fanno meno figli, è perché manca la sicurezza economica necessaria per costruire il futuro.

A peggiorare la situazione c’è la fuga dei giovani. Nel 2022, la maggior parte di chi ha lasciato Brindisi appartiene alla fascia 18-39 anni, proprio quella che dovrebbe essere il motore del cambiamento. È vero che il saldo migratorio complessivo è leggermente positivo (+35 persone), ma il dato non compensa le perdite dovute al calo naturale e non basta a invertire la tendenza.

Il lavoro: un’emergenza che frena il futuro

Se c’è un dato che sintetizza il disagio del territorio, è quello sul mercato del lavoro. Nel 2023, meno del 13% dei nuovi contratti è a tempo indeterminato, mentre il restante 87% è precario. Parliamo di contratti a tempo determinato, stagionali o intermittenti, che non garantiscono stabilità né permettono alle persone di pianificare la propria vita. 

I salari, poi, non aiutano: la media settimanale lorda è di 492,2€, più bassa rispetto al resto d’Italia. Ma il dato che colpisce di più è il divario di genere: le donne guadagnano mediamente 25,9€ in meno al giorno rispetto agli uomini, con una forbice che a Brindisi è persino più ampia rispetto alla media nazionale.
Questa precarietà non è solo un problema individuale. Si riflette sull’intero sistema economico: meno sicurezza significa meno consumi, meno investimenti nelle famiglie e, alla lunga, un’economia più debole. 

La crisi del Comune e i rischi per i servizi pubblici

Un altro aspetto che incide pesantemente sulla qualità della vita è la crisi finanziaria del Comune di Brindisi, attualmente in predissesto. Quando un’amministrazione è costretta a tagliare risorse, i primi a soffrirne sono i servizi essenziali: trasporti, assistenza sociale, manutenzione urbana. Questo non solo peggiora le condizioni di vita dei cittadini, ma mette sotto pressione i lavoratori del settore pubblico, che spesso si trovano a dover fare di più con meno risorse.

I numeri della previdenza: pensioni e ammortizzatori sociali
Un territorio con tanti anziani non può ignorare il tema delle pensioni. Nel 2023, l’importo medio mensile lordo per i pensionati è stato di 1.376,3€ per i lavoratori dipendenti, mentre per gli autonomi è sceso a 974,1€. Questi valori, già bassi, diventano ancora più critici se consideriamo che molti anziani devono affrontare un costo della vita che, seppur inferiore rispetto ad altre zone d’Italia, resta comunque insostenibile per chi vive con poco. 
Gli ammortizzatori sociali continuano a essere un’ancora di salvezza per molti lavoratori. Più di 37.000 persone nel 2023 hanno fatto ricorso a strumenti come la Naspi o la disoccupazione agricola. Questo dato evidenzia quanto la precarietà sia diffusa e quanto sia necessario il sostegno dello Stato per evitare che la povertà dilaghi.

La vigilanza e le irregolarità: una sfida ancora aperta

Un dato positivo emerge dall’attività di vigilanza: i lavoratori in nero sono diminuiti, passando da 332 nel 2022 a 79 nel 2023. Tuttavia, non si può dire lo stesso per le irregolarità complessive, che sono aumentate. I lavoratori irregolari sono saliti a 9.409, e i rapporti di lavoro disconosciuti hanno raggiunto quota 11.532. Questo fenomeno, oltre a danneggiare i lavoratori, impoverisce l’intero sistema economico.

Le opportunità: turismo e transizione ecologica

Nonostante il quadro difficile, Brindisi ha risorse importanti su cui puntare. La provincia ha una forte vocazione turistica, soprattutto nei comuni che stanno investendo sull’enogastronomia e sul patrimonio culturale. Questo settore potrebbe diventare uno dei pilastri della ripresa, a patto che venga sostenuto da investimenti mirati e da una promozione efficace.

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Un’altra opportunità è rappresentata dalla transizione ecologica. La decarbonizzazione, se accompagnata da una politica industriale chiara, potrebbe portare nuovi investimenti nel settore delle energie rinnovabili. Questo non solo aiuterebbe l’ambiente, ma creerebbe anche posti di lavoro qualificati. 

Conclusioni: serve un impegno collettivo

Il Bilancio Sociale INPS 2023 ci consegna un’immagine di Brindisi fatta di luci e ombre. Da un lato ci sono sfide enormi: la precarietà lavorativa, il declino demografico, la crisi del Comune. Dall’altro, ci sono possibilità reali di sviluppo, a partire dal turismo e dalla green economy. 
Per sfruttare queste opportunità, però, serve uno sforzo collettivo. Le istituzioni devono investire nelle infrastrutture e nei servizi, le imprese devono puntare su contratti stabili e formazione, e i cittadini devono essere coinvolti in un progetto di rilancio che guardi al lungo termine. Solo così Brindisi potrà risollevarsi e costruire un futuro migliore per tutti.

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