Tra sorrisi e aneddoti «l’enorme tributo d’amore» di Perugia per Paolo Benvegnù

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di Danilo Nardoni

Piccoli, fragilissimi, “inutili”. Ma come nel caso di Paolo Benvegnù anche veri e propri giganti e maestri. Sono quei cantautori e tutti quelli che fanno parte di una certa scena musicale che non riesce ad avere “in vita” quei riconoscimenti che invece meriterebbero. Quegli artisti “non visti” che solo attraverso la perdita diventano grandi. È stato forte il mix di sentimenti – tra profondo dolore, momenti di commozione, ma anche abbracci e sorrisi ricordando gli aneddoti e le cose più belle – che si sono mischiati durante la cerimonia di commemorazione per Paolo Benvegnù, il musicista e cantautore morto il 31 dicembre a 59 anni, il “creatore non utilitaristico” per eccellenza della musica italiana.

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La commemorazione Domenica a Perugia il Teatro Del Pavone si è subito riempito con i suoi 400 posti. La lunga fila all’esterno si è formata già da due ore prima dell’apertura delle porte con persone arrivate da ogni parte d’Italia. Tantissime quelle rimaste fuori dal teatro. La famiglia, gli amici e i collaboratori, con il sostegno del Comune di Perugia, hanno reso omaggio così alla memoria di Paolo, come uomo e come artista, per ringraziare tutti quelli che in forma pubblica sui media e in forma privata si sono stretti intorno a loro. Una comunità che ha gremito il teatro perugino per ricordare il compagno, il padre, il cantautore e il musicista amato da chiunque abbia avuto la fortuna di incontrarlo sulla propria strada. A piangerlo infatti non è stata solo la scena musicale italiana, visto che numerosi attestati di stima e sgomento sono arrivati da più parti per la prematura scomparsa del raffinato cantautore vincitore della Targa Tenco 2024 con È inutile parlare d’amore come «Migliore Album in assoluto».

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Le parole Tante le parole che hanno trovato spazio durante la commemorazione. Alcuni dei presenti, oltre 20, hanno partecipato alla funzione leggendo il proprio ricordo, dopo una selezione fatta dei molti interventi arrivati agli organizzatori. Sul palco spoglio solo un leggio e un cavalletto con un suo ritratto. Presenti, oltre alla compagna Letizia e alla figlia Anna di 8 anni, tanti colleghi musicisti come, tra gli altri, Petra Magoni, Dente, Alessandro Fiori, Marco Parente e Marina Rei. In platea, ad assistere all’evento per tutte e tre le ore della durata, anche la segretaria del Pd Elly Schlein. Ogni intervento, compreso anche quello di Andrea Scanzi, ha lasciato ai presenti il ricordo di un uomo capace di infondere bellezza e poesia in qualunque cosa facesse, come dimostrano la sua lunga carriera e i brani che ha pubblicato in questi anni a partire dal 1993 con il progetto Scisma, gruppo seminale della scena alternativa italiana, e poi dal 2004 con l’avvio della carriera solista.

Ferdinandi «Un talento vero ed un’anima gentile» lo ha definito Scanzi per poi aggiungere: «Uno dei più grandi cantautori italiani dopo la generazione di quelli storici, ma una carriera che non ha ricevuto i riconoscimenti che meritava». Ad aprire la commemorazione è stata la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi che per la sua recente campagna elettorale aveva avuto il supporto musicale proprio dello stesso cantautore. «Sono orgogliosa – ha affermato – di questo enorme tributo d’amore che Perugia ha voluto dedicare a Paolo. La “grande primavera” di Perugia, come la chiamavamo con Paolo, lui l’ha inondata di emozione e di senso. Non potevano che essere consegnate a lui le prime parole della mia campagna elettorale con l’esecuzione di un brano come “Cerchi nell’acqua”».

L’inutilità Benvegnù era infatti molto legato all’Umbria, dove viveva da anni. A Magione, grazie alle attività di una associazione come Doremilla, aveva stabilito la sua “base creativa”, collaborando spesso e volentieri con diverse realtà e artisti locali.  Da più parti è arrivata infine la convinzione che c’è quindi una eredità pesante da portare avanti. Quell’utilità dell’inutile che riecheggia anche nelle ultimissime parole di Benvegnù: «Il vero cantautore è uno studioso del non utile». Ma come lui ben sapeva non è utile solo ciò che produce profitto. Esistono infatti saperi ritenuti «inutili» che invece si rivelano straordinariamente utili. Proprio come le sue canzoni. Le uniche cose concrete a cui ormai può ricorrere chi lo amato e chi avrà voglia di scoprirlo.

Bori «Artista sensibile e profondo, legato all’Umbria, ci ha fatto riflettere su amore e umanità», ha dichiarato Tommaso Bori, vicepresidente della Regione. «Benvegnù, con la sua musica e poesia, ha esplorato i grandi temi dell’esistenza e sperimentato nuovi percorsi artistici. “Onorati che l’Umbria lo ricordi così», ha concluso Bori.

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