Striscia di Gaza: Save the Children, “prioritario portare cibo, acqua e forniture mediche ai bambini”

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“Ora che la tregua è iniziata è prioritario portare cibo, acqua e forniture mediche ai bambini di Gaza”. Lo ha dichiarato Save the Children dicendosi “pronta a consegnare gli aiuti più rapidamente possibile, attraverso i valichi riaperti e con le adeguate condizioni di sicurezza. Anche la consegna dei rifornimenti invernali ai bambini e alle famiglie in attesa ai valichi per l’ingresso a Gaza è cruciale, dato che si prevedono piogge e temperature rigide per almeno altri due mesi”.
“Quasi tutti gli 1,1 milioni di bambini di Gaza – circa la metà della popolazione – hanno urgente bisogno di cibo e, dopo 15 mesi di guerra, molti sopravvivono con un solo pasto al giorno”, viene sottolineato in un comunicato: “In tanti non hanno potuto ricevere cure mediche: le strutture sanitarie sono state distrutte, le forniture esaurite a causa delle restrizioni all’ingresso e nessuno dei 36 ospedali di Gaza è pienamente funzionante. Anche i sei centri pubblici di salute mentale della comunità di Gaza e l’unico ospedale psichiatrico che consente i ricoveri non funzionano più”.
Save the Children, che assiste bambini e famiglie nei Territori palestinesi occupati da oltre 70 anni, ha aumentato il numero dei suoi operatori a Gaza nell’ultimo anno ed è pronta a fornire e distribuire beni essenziali e a fornire assistenza medica nei suoi due centri di assistenza sanitaria primaria, con esplorazioni in corso per creare altre strutture mediche. Se le condizioni lo permetteranno, le squadre mediche somministreranno vaccinazioni grazie a servizi mobili, sosterranno le donne incinte, quelle che allattano e gli altri adulti di riferimento e distribuiranno latte artificiale pronto all’uso per i bambini che non possono essere allattati. L’Organizzazione, inoltre, intende fornire acqua pulita e installare latrine nei rifugi, fondamentali per evitare la disidratazione ed evitare l’ulteriore diffusione di malattie.
Save the Children – viene assicurato – è pronta a sostenere la ricostruzione del sistema educativo di Gaza, con il 96% delle scuole danneggiate o distrutte, allestendo anche spazi temporanei per l’apprendimento nei rifugi preesistenti e fornendo mezzi per lo studio e le attività ludiche ai bambini e alle famiglie in movimento, che in questo momento stanno tornando alle loro case, anche attraverso la distribuzione di kit ludici contenenti puzzle, articoli di cancelleria, libri da colorare e di favole. L’Ong si dedicherà anche alla protezione dei bambini, garantendo loro il sostegno di cui hanno bisogno per essere al sicuro, e aiutando alcuni degli oltre 17.000 minori non accompagnati e separati a trovare i loro familiari superstiti. “Insieme a migliaia di famiglie e all’intera comunità umanitaria, speriamo fortemente che questa tregua regga e diventi un cessate il fuoco definitivo, e che gli aiuti essenziali possano iniziare ad arrivare a Gaza in quantità tali da rispondere ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie”, ha commentato Javier Garcia, responsabile del team di Save the Children International a Gaza, aggiungendo che “sappiamo che ci sono ostacoli da superare e che ci vorrà tempo per far fluire di nuovo i rifornimenti, ma non c’è alternativa. I bambini rimasti a Gaza dopo mesi di spargimento di sangue hanno diritto a un futuro più luminoso e meritano di riavere la loro infanzia”. “Non appena tutti gli aiuti entreranno a Gaza e il nostro intervento potrà essere rafforzato, cercheremo ogni opportunità per dare ai bambini e alle famiglie di Gaza tutto il sostegno di cui hanno disperatamente bisogno. Tuttavia, un maggiore accesso a Gaza e in tutta la regione e la garanzia di sicurezza per gli operatori umanitari sono fondamentali per consentirci di raggiungerli e supportarli, ovunque si trovino”, ha continuato Garcia, secondo cui “qualunque cosa che non sia un cessate il fuoco definitivo e una totale assunzione di responsabilità non sarà minimamente in grado di garantire la sicurezza, l’assistenza e l’accesso ai diritti più ampi di cui i bambini palestinesi hanno bisogno, meritano e hanno diritto – e significherà che la comunità internazionale li sta deludendo ancora una volta” ha concluso.
Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio stampa governativo di Gaza, negli ultimi 15 mesi più di 17.818 degli 1,1 milioni di bambini della Striscia sono stati uccisi. Il ritmo e la portata delle ostilità, insieme alla decimazione degli ospedali e delle capacità di ricerca e soccorso, fanno sì che il numero reale sia senza dubbio ancora più elevato. Inoltre, migliaia di altre persone – e una media di 15 bambini al giorno – hanno subito lesioni che hanno cambiato per sempre loro la vita tra cui la perdita di arti, vista e udito.





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