La firma sui cancelli della Galleria Umberto sarà quella di Roberto Pietrosanti, cui è affidata la direzione artistica della costruzione dei varchi che nei prossimi mesi serviranno di notte a chiudere, e cioè a tutelare, il monumento del Risanamento partenopeo. Per il mese di marzo, dopo l’ultima conferenza dei servizi ad hoc che avrà luogo a febbraio, i tre cancelli saranno cantierizzati.
Dopo la campagna di stampa avviata da Il Mattino nel dicembre del 2021 e la firma del protocollo d’intesa tra le istituzioni – Comune, Sovrintendenza, Prefettura – arrivata nell’estate del 2022 per la valorizzazione della Umberto I, l’arrivo dei varchi sarà un altro grande passo per il rilancio. Va ricordato, al riguardo, che il calpestìo della Galleria è pubblico (contrariamente agli edifici e agli spazi interni, che sono invece privati). I cancelli, di conseguenza, saranno attivati dalle 22 circa e resteranno chiusi fino alle 6 del mattino. In questo modo, sarà più facile scongiurare i raid delle baby-gang o dei malintenzionati. Dal lato di via Toledo, in ogni caso, non è previsto alcun cancello: quell’accesso resterà sempre aperto.
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Il PROGETTO
Come raccomandato dalla Sovrintendenza nella Conferenza dei Servizi, il progetto dei cancelli è stato affidato a un pool specializzato nei restauri monumentali. E alla direzione artistica dell’architetto Roberto Pietrosanti, artista designer che ha curato numerose installazioni. Attualmente, Pietrosanti sta già lavorando al progetto del monumento del Risanamento partenopeo. Intanto, la sua opera Gli Affreschi della cupola di San Antonio de la Florida dedicata a Francisco Goya sono esposti alla galleria d’arte La Nuova Pesa di Roma. I lavori di Pietrosanti tele, sfere, oggetti architettonici, altari, arredi urbani per edifici e piazze sono caratterizzati da geometrie riconoscibili e “orizzonti cromatici” definiti.
«Per marzo avremo un’area cantierabile – spiega la vicesindaca e assessore all’Urbanistica Laura Lieto – La direzione artistica del progetto dei cancelli è stata affidata a Pietrosanti, abituato a lavorare su opere monumentali anche di grandi dimensioni. Assieme a lui anche un pool di designer con esperienza su questo tipo di interventi. A febbraio ci sarà una nuova conferenza dei servizi, dopodiché il progetto sarà esecutivo. Serviranno altri pareri, tra cui il principale sarà quello della Sovrintendenza. Stiamo procedendo in piena sintonia e in pieno accordo con i tempi del tavolo prefettizio».
La spesa per i tre varchi si aggira intorno al milione di euro. Il primo, in ordine cronologico, dovrebbe essere quello dell’Angiporto (lato San Carlo, il più piccolo dei tre). A seguire, quelli di via Verdi e di Santa Brigida (il più grande e il più impegnativo). L’accesso di via Toledo resterà invece sempre aperto. Prima di procedere con il montaggio, la Sovrintendenza attende di valutare l’impatto e i punti sistemi di ancoraggio strutturale.
IL RILANCIO
Il momento in cui i cancelli della Galleria Umberto diventeranno realtà, dunque, è sempre più vicino, stando alle tempistiche fornite dal Comune. Dopo la conferenza dei servizi del mese prossimo, infatti, si passerà alla cantierizzazione. Tempi lievemente più lunghi di quanto era stato anticipato dalle istituzioni, ma la rinascita del primo salotto della città è già ampiamente avviata. Le scritte orribili dal lato del San Carlo sono state cancellate di recente.
E il progetto del restyling dei pavimenti procede bene e a step, così da non danneggiare le attività commerciali, tra cui spiccano le ultime due arrivate in Galleria: Mondadori e Starbucks, due brand di livello internazionale che hanno finalmente animato i locali dal lato di Santa Brigida. Gli stessi spazi che, fino a un anno fa, erano rimasti sfitti per circa un decennio. Ma tanto resta ancora da fare in Galleria. Proprio l’area dell’Angiporto è tra le più degradate, occupata sistematicamente da clochard (che in alcuni casi sono stati protagonisti, purtroppo, di episodi violenti nei confronti dei titolari delle attività commerciali che lavorano proprio dal lato del Lirico).
La presenza dei senzatetto, che perdura in questo angolo del monumento, è una situazione per cui bisognerà trovare una soluzione alternativa, un giusto equilibrio tra il diritto delle persone fragili e il decoro del primo salotto di Napoli. Proprio il bimestre da poco iniziato – il meno intenso dell’anno dal punto di vista dei flussi turistici – potrebbe essere quello giusto per accelerare le operazioni di restauro anche sulle scalinate.
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