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Ma noi non riusciamo a capire per quale motivo ci sia sempre un po’ di pudore e timore nel denunciare cose del genere. Ma Salzillo pensa di essere l’uomo più dritto del mondo? Lui deve farsi i soldi e gli altri devono guardare senza dire olà? Qualcuno intervenga per fermare queste cose a Marcianise, città che, non a caso, a partire dall’ex sindaco e dal suo sottotetto abusivo, ci ha fatto vedere le peggiori nefandezze
MARCIANISE (G.G.) – Facciamo un po’ il punto riepilogativo sul mega immobile costruito dal defunto suocero del vicesindaco Pasquale Salzillo, ma a questo punto potremmo anche piantarla con questi formalismi dicendo che è stato costruito da Pasquale Salzillo stesso.
È un palazzo di tre piani nato letteralmente sulle ceneri di una baracca, la quale, a questo punto lo diciamo con certezza, ha ricevuto un condono per impianto edilizio illegale. E già questo, a nostro avviso, è operazione molto più che discutibile, in quanto quella baracca non era certo ancorata al suolo con fondamenta in cemento o comunque grazie a una struttura fissa.
Altra cosa che possiamo dire con certezza è che questo condono, illegale ab origine per i motivi or ora esplicitati, ha sfondato altri limiti di legalità in quanto, per giustificare un insediamento come quello della palazzina, ha dovuto assumere la conformazione di condono per un immobile destinato a civile abitazione e a destinazione commerciale.
Perché oggi l’immobile nuovo della famiglia di Pasquale Salzillo forma appartamenti di residenza e, invadendo il marciapiede pubblico e con tanto di cancellazione della recinzione, accoglierà attività commerciali, un dentista o cose del genere.
Altro punto: mettiamo il caso, e lo facciamo per puro spirito accademico in quanto il caso non si può porre, che la baracca non fosse tale ma un immobile che, seppur con dimensioni limitate, accogliesse case di abitazioni e attività commerciali.
Quella zona classificata come area B nel Prg vigente è satura, perché in ogni zona edificabile esiste un limite legato alla capacità di insediamento di un numero massimo di abitanti residenti.
Si tratta dei cosiddetti indici. Mentre per le zone C di nuova espansione esiste una esplicita indicazione di questo limite, per le zone B di completamento, come quella in cui nasce la palazzina di Pasquale Salzillo, il Prg ancora vigente dopo i pasticci combinati nell’ufficio Tecnico di Marcianise, qualche mese fa, col nuovo Puc, non indica mai tale volume in quanto non è stata mai indicata l’ampiezza della zona B di completamento.
Nel caso specifico, il volume edificabile si è esaurito in quanto tutti i lotti di quella zona di via Ganghi sono stati tutti completamente edificati.
Sono rimaste delle aree residue, annesse ad edifici esistenti, ma che non hanno più capacità edificatoria in quanto la loro estensione è stata già utilizzata per l’edificio a cui sono annesse.
Si tratta dei cosiddetti giardini o cortili. L’edificio della famiglia di Pasquale Salzillo ha sfruttato l’intera capacità edificatoria del lotto sul quale è stato realizzato. Ma non avrebbe mai potuto farlo, non esistendo una ulteriore volumetria per un palazzetto a tre piani commerciale e residenziale, si è passati al condono in modo da recuperare questa volumetria.
Ma lì non c’era un edificio da condonare. E allora, con una certa spregiudicatezza, hanno condonato la baracca.
Questa baracca, demolita ai tempi della sindacatura di Antonello Velardi, era stata sì condonata, ma anche demolita perché, come detto all’inizio, nei casi di strutture temporanee non solidali al suolo. Si tratta di un condono farlocco, sul quale l’U.T. rilascia autorizzazioni all’abbattimento e alla ricostruzione con una maggiorazione del 35% sul volume esistente ai sensi del Piano Casa.
Insomma, una illegalità dopo l’altra.
Quanto ci ha guadagnato la famiglia Salzillo con questa operazione, certificata, a quanto pare, da una dichiarazione gravissima fatta dall’Ufficio Tecnico – Angelo Piccolo? – all’indomani di un sopralluogo (realizzato, però, senza l’ausilio della polizia giudiziaria, ossia dei vigili urbani di Marcianise)?
L’area in questione era, dunque, satura. Per cui i 40 metri quadrati che hanno accolto la baracca sono assimilabili a quello a destinazione agricola. Il conto è presto fatto: 40 x 5 euro a metro quadrato, quotazione media per i terreni a destinazione agricola, fanno 200 euro circa. Questa baracca, poi, fatta in lamiere, quanto la vogliamo quotare come valore venale: 150 euro, 200, diciamo anche 500? In totale fanno 700 euro.
L’immobile realizzato come residenziale e commerciale vale 3mila euro a metro quadrato per 60 metri quadrati di negozi, perché questa è la quotazione per i locali commerciali. E siamo arrivati a circa 180mila euro. Aggiungiamoci poi le abitazioni, a cui diamo una media standard di 120 metri quadrati. Il valore a metro quadrato si dimezza rispetto a quello commerciale.
1.500 euro x 120 metri quadrati equivalgono ancora una volta a 180mila euro di valore. Insomma, con 700 euro di valore, c’è stata la realizzazione di un immobile del valore di mercato di 360/400mila euro e ci siamo mantenuti bassi.
Ora, Pasquale Salzillo è persona simpatica, divertente e gentile. Ma è mai possibile che tutti gli altri marcianisani che queste operazioni non se le possono permettere devono guardare lui che trasforma 700 euro di valore in 360mila euro con un colpo di bacchetta magica e la complicità solita dell’Ufficio Tecnico?
Dobbiamo stare zitti? Dobbiamo applaudire? Dobbiamo farci i fatti nostri perché una mano lava l’altra? Dobbiamo lodarlo perché è il più furbo di tutti e prendere insegnamento in modo tale che se ci capita un’occasione del genere, che ce ne frega della legge, lo facciamo anche noi?
Perché questo è l’aspetto più grave della questione, più grave finanche dell’aumento fluviale, esponenziale, del valore immobiliare nato da una serie impressionante di atti illegali. È l’esempio che si dà.Se Pasquale Salzillo, ma meglio diremmo se le cose che fa Pasquale Salzillo, costituiscono un esempio e non atti da denunciare e combattere, da reprimere, noi continueremo ad essere una società di selvaggi e criminali, destinati a rimanere la schifezza dell’Italia, giustificando quei cori attivati negli stadi del Nord e che partono immancabilmente dallo stesso incipit: “Napoli…sei la vergogna dell’Italia intera”.
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