Torniamo a fare il punto sulle operazioni militari in Ucraina utilizzando le notizie disponibili e le mappe fornite da canali Telegram russi e dall’Institute for the Study of the War (ISW) statunitense.
Dopo mesi di battaglie casa per casa la cittadina di Toretsk, una delle principali roccaforti ucraine nella regione di Donetsk, è ormai completamente in mano alle forze russe se si escludono alcuni gruppi di case alla periferia settentrionale e la miniera Toretskaya (che unisce la periferia della città al villaggio di Krymskoye) dove i russi sono già penetrati.
Non ci sono ancora annunci ufficiali della caduta della città ma i progressi russi in tutto Donetsk continuano a indebolire le linee ucraine. I blogger militari russi valutano che la caduta di Toretsk (Dzerzhinsk per i russi) consenta di puntare da sud su Slavyansk e Kramatorsk, minacciate anche da est dalle avanzate russe verso Lyman costringendo le truppe di Kiev a diluire le forze concentrate a difesa dei due capisaldi.
Anche a Chasov Yar, roccaforte che costituì il bastione logistico nelle retrovie del fronte di Bakhmut, dopo settimane di stallo i russi stanno avanzando rapidamente nei quartieri settentrionali e occidentali ormai completamente occupati: la caduta della città faciliterebbe ulteriormente l’avanzata russa su Slavyansk e Kramatorsk ma soprattutto consentire alle forze di Mosca di accorciare il fronte in quel settore.
Sempre nella regione di Donetsk, ma più a sud ovest, le forze russe hanno espugnato il 18 gennaio il villaggio di Vremevka, dove secondo fonti militari citate dalla TASS gli ucraini avrebbero perso ormai quasi tutte le loro postazioni mentre dopo la caduta di Kurakhovo i russi stanno chiudendo in un accerchiamento quasi completo le forze ucraine rimaste schierate a ovest della città.
In assenza di rapide soluzioni negoziali che fermino le operazioni militari, i russi in questo settore potrebbero puntare a circondare o conquistare Slavyansk e Kramatorsk per poi penetrare nella regione di Karkhiv anche da sud (oltre che da nord e da est) puntando su Izyum, uno dei centri più importanti dai quali i russi dovettero ritirarsi in seguito alla controffensiva ucraina del settembre 2022.
Unità russe sono penetrate anche a Velyka Novosyolka (mappe sopra e sotto) che è ormai quasi del tutto circondata: la sua caduta, dopo quella di Ugledar (Vuhledar per gli ucraini) caduta a inizio ottobre in mani russe, permetterebbe ai russi di minacciare da est il fronte ucraino nella regione di Zaporizhia dove da mesi fonti ucraine fanno sapere di attendersi una pesante offensiva russa da sud.
Un’ipotesi credibile è che Mosca attenda la caduta di Velyka Novosyolka per poter attaccare il nemico da due diverse direzioni considerato che le principali strade che collegano Donetsk a Zaporizhia (T-0518 e T-0428) saranno sotto controllo russo così come la M-30 min direzione della regione di Dnepropetrovsk, dal cui confine le forze russe che stanno avanzando a sud ovest di Pokrovsk distano ormai meno di 5 chilometri.
Dopo aver raggiunto la periferia meridionale di Pokrovsk, il più importante centro logistico ucraino da cui strade e ferrovie alimentano tutti i settori del fronte nella regione di Donetsk, nelle ultime ore i reparti di Mosca hanno lanciato l’assalto a ovest di Pokrovsk alle cittadine di Udachnoye, Zverevo, Uspenovka e Kotlino (quest’ultimo sarebbe già in mani russe insieme a una vicina miniera).
Come rivelano alcuni canali Telegram militari russi, le forze di Mosca puntando a occupare tutti gli accessi alla città che ormai resta raggiungibile per gli ucraini solo da nord attraverso la strada T-515 e da nord-ovest attraverso l’autostrada E50 Pavlograd-Pokrovsk, ormai a tiro delle forze russe che distano pochi chilometri.
Le cose non vanno meglio per le truppe di Kiev nella regione russa di Kursk dove peraltro gli ucraini continuano a immettere forze per arginare la controffensiva russa che, secondo il ministero della Difesa di Mosca, ha già portato alla riconquista di oltre il 60% territorio occupato dagli ucraini nell’agosto scorso.
“L’offensiva delle truppe russe procede in tutte le direzioni. Il nemico subisce perdite significative e si ritira dai territori occupati”, si legge nel comunicato del ministero.
“Nonostante il trasferimento di ulteriori riserve ucraine, 801 chilometri quadrati del territorio della regione di Kursk dei 1.268 inizialmente occupati dal sono stati liberati”.
Ai due lati della penetrazione ucraina nella regione di Kursk, i russi nei giorni scorsi hanno effettuato una marginale avanzata oltre il confine all’interno della regione ucraina di Sumy, dove sono raccolti i supporti logistici ucraini che sostengono le sei brigate schierate in territorio russo.
Difficile al momento comprendere quale sia lo scopo di tale penetrazione russa ma non si può escludere che celino l’obiettivo di scatenare una manovra a tenaglia su una porzione della regione di Sumy per chiudere in una sacca le forze ucraine.
In conclusione vale la pena ricordare che le regioni di Lugansk, Donetsk, Zaporizhia e Kherson sono state annesse alla Russia con i referendum indetti nel settembre 2022 e, benché non siano ancora completamente sotto il controllo militare russo (a parte Lugansk) rientrano insieme alla Crimea nelle rivendicazioni territoriali che Mosca ha sempre posto come precondizione per negoziare un accordio che ponga fine al conflitto.
Se i russi dovessero riuscire ad acquisire importanti successi territoriali anche in altre regioni quali Dnepropetrovsk e Karkhiv, Sumy e in futuro forse Odessa, le pretese di Mosca potrebbero divenire più ampie.
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