La grande ricchezza, 2.769 paperoni hanno 15 mila miliardi: 71 sono in Italia

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di
Giuliana Ferraino 

Secondo il Rapporto Oxfam, nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 5,7 miliardi al giorno, tre volte più velocemente del 2023. Ma 3,5 miliardi di persone vivono con 6,85 dollari al giorno

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Mentre i miliardari vedono crescere le loro fortune sempre di più e sempre più velocemente, continua ad ampliarsi il divario tra ricchi e poveri. È quanto emerge dal Rapporto annuale di Oxfam, «Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata», tradizionalmente pubblicato in occasione dell’apertura del World Economic Forum di Davos, che quest’anno coincide con l’insediamento di Donald Trump alla presidenza americana, conquistata grazie al sostegno finanziario e mediatico di Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo.

La crescita della ricchezza

Nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta, in termini reali, di 2 mila miliardi di dollari, pari a circa 5,7 miliardi di dollari al giorno, a un ritmo tre volte superiore rispetto all’anno precedente. Si tratta del secondo maggior incremento annuo da quando Oxfam monitora il patrimonio dei miliardari. 




















































Allo stesso tempo il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è oggi lo stesso del 1990, poco più di 3,5 miliardi di persone e, alle tendenze attuali, ci vorrebbe più di un secolo per portare l’intera popolazione mondiale sopra tale soglia. Anche il rallentamento del tasso di riduzione della povertà estrema (2,15 dollari al giorno) tende a consolidarsi, allontanando l’obiettivo di eliminare la povertà globale entro il 2030.

Il ruolo dell’eredià

L’anno scorso la ricchezza dei 10 uomini più facoltosi al mondo è cresciuta, in media, di quasi 100 milioni di dollari al giorno. Oggi 2.769 miliardari controllano un patrimonio complessivo di 15 mila miliardi di dollari. Nel 2023 c’erano 2.565 miliardari  con un patrimonio aggregato di 13 mila miliardi. Proiezioni indicano che nei prossimi dieci anni potrebbero emergere cinque trilionari. Tra i probabili candidati Elon Musk, che negli ultimi 6 mesi ha visto crescere di oltre il 90% il titolo di Tesla a Wall Street, dove capitalizza 1.340 miliardi di dollari. 

Tuttavia, secondo la Ngo, gran parte di questa ricchezza non è soltanto attribuibile al merito individuale (ma lo è per Musk): il 36% deriva da eredità. Tutti i miliardari del mondo sotto i 30 anni hanno infatti ereditato i propri patrimoni, una prima ondata di quello che è stato soprannominato «il grande trasferimento di ricchezza». E si prevede che nei prossimi due o tre decenni più di mille miliardari lasceranno oltre 5.200 miliardi di dollari ai propri eredi.

«Molti dei cosiddetti “self-made men” sono in realtà eredi di grandi fortune, tramandate per generazioni. È per questo, ad esempio, che la tassazione irrisoria o nulla delle grandi eredità è contraria a qualsiasi criterio di equità e non fa che perpetuare un sistema in cui ricchezza e potere restano nelle mani di pochi», afferma Amitabh Behar, direttore esecutivo di Oxfam International

La crescita della ricchezza è legata inoltre al potere di mercato esercitato dalle aziende che i super ricchi cotrollano o dirigono. I ricavi combinati delle 5 più grandi aziende al mondo, ad esempio, sono superiori al Pil di decine di nazioni e al reddito aggregato dei 2 miliardi di persone più povere del pianeta (un qarto della popolazione mondiale). 

Squilibri tra Nord e Sud del mondo 

I Paesi ad alto reddito controllano il 69% della ricchezza globale, nonostante rappresentino appena il 21% della popolazione del pianeta.  Tra le cause alla base degli squilibri Oxfam individua il predominio delle valute del Nord nel sistema dei pagamenti internazionali e i costi di finanziamento più bassi nei Paesi ricchi. Così ogni anno, il Nord globale «estrae» quasi mille miliardi di dollari dal Sud, con l’1% più ricco che beneficia di oltre 30 milioni di dollari all’ora. Questi flussi di ricchezza, combinati con debiti esterni insostenibili, soffocano le economie del Sud e perpetuano un moderno colonialismo economico, denuncia il Rapporto.

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In Italia 71 Paperoni con 272,5 miliardi

Le disuguaglianze crescono anche nel nostro Paese, dove il 5% più ricco delle famiglie possiede il 47,7% della ricchezza nazionale, una quota superiore del 20% rispetto a quella detenuta dal 90% più povero. E più si è ricchi, più il patrimonio aumenta. Lo 0,1% più ricco degli italiani ha registrato un incremento di oltre il 70% tra il 1995 e il 2016 (dal 5,5% al 9,4%); beneficiando inoltre di un rendimento medio annuo sui patrimoni (5%) quasi doppio rispetto a quello (2-3%) del 90% più povero degli italiani.
In particolare, nel 2024 la ricchezza dei miliardari italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro – al ritmo di 166 milioni di euro al giorno, raggiungendo un valore complessivo di 272,5 miliardi di euro detenuto da 71 individui. Non solo. Quasi due terzi della ricchezza miliardaria (il 63%) in Italia è frutto di eredità rispetto al 36% a livello globale.

E 5,7 milioni di poveri

Quanto alla povertà, le notizie sono allarmanti: poco più di 2,2 milioni di famiglie per un totale di 5,7 milioni di individui erano in condizioni di povertà assoluta nel 2023. L’incidenza della povertà a livello familiare è lievemente aumentata in un anno passando dall’8,3% all’8,4%, mentre quella individuale è rimasta invariata al 9,7%.
Questa disuguaglianza mina le fondamenta della coesione sociale e richiede interventi urgenti, sottolinea Oxfam invitando il governo italiano a riformare il sistema fiscale, investire in politiche di contrasto alla povertà e promuovere lavoro dignitoso. «Serve una redistribuzione delle risorse e un sistema fiscale più giusto per rompere il ciclo della disuguaglianza», ha dichiarato Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia.

Il rapporto propone misure concrete, come la tassazione delle grandi eredità e l’aumento degli investimenti in sanità e istruzione pubblica, per garantire un futuro più equo.

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