Il 2025 di Havas Media Network si apre all’insegna di una nuova organizzazione più dinamica, veloce e più efficace per una crescita sostenibile. Spadini: “Acquisizioni in vista e nuova sede ‘integrata’ entro l’anno”

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Il 2024 si è chiuso con numerose e impattanti novità nell’ambito della comunicazione e dei grandi gruppi internazionali: in questa intervista esclusiva, il CEO Stefano Spadini spiega le linee guida della nuova
organizzazione di cui si è dotata Havas Media Network proprio in virtù di quanto sta accadendo sul mercato globale, dal lato clienti come da quello consumatori. E anticipa i colloqui in corso per future acquisizioni e il trasferimento in una nuova sede entro la fine dell’anno, che renderà
possibile toccare con mano cosa vuol dire l’integrazione in Havas.

“La fine del 2024 – esordisce Spadini – ha visto grandi cambiamenti a livello globale che avranno un impatto anche sul nostro paese. Dopo un percorso di analisi molto approfondito dei bisogni dei nostri clienti, abbiamo perciò deciso di dotarci di una nuova organizzazione che mira a essere più dinamica, più veloce, più innovativa e, in una parola sola, più efficace. Come? Portando allo stesso livello di interazione tutti i servizi dell’agenzia, i new core services, quindi Media Activation, Havas Play, CSA e Havas Market, che grazie anche all’adozione del nostro sistema operativo Converge, daranno la possibilità alle nostre persone di affiancare i clienti in primis da un punto di vista di business”.

Il processo ha previsto promozioni interne e la predisposizione di un sistema di flussi interni estremamente rapido, eliminando i silos e facendo sì che le persone deputate alla cura del cliente abbiano tempo da dedicare alla comprensione del business prima di fornire soluzioni: “L’agenzia non è uno scaffale dal quale attingere di volta in volta dei servizi – spiega Spadini –, ma deve innanzitutto essere in grado di affiancare il cliente per ascoltarlo e poi predisporre, grazie a una strategia unica, tutta una serie di servizi multidisciplinari, dalle migliori soluzioni media all’attivazione in ambiti come sport, musica e content con Havas Play, dall’analisi e comprensione del consumatore e dei suoi atti d’acquisto con Havas Market, e così via”.

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Tutto ciò, prosegue Spadini, costituisce un asset competitivo importantissimo per affrontare un anno come il 2025 in cui l’agenzia avrà delle grandissime opportunità di crescita: “In primo luogo una crescita sostenibile, perché il gruppo Havas ha sempre perseguito l’obiettivo, come ad esempio nel 2024, di una crescita organica e di un allargamento dello ‘scope of work’ e dei servizi per i clienti in portafoglio. Questo è un dato di fatto che dimostra il grado di salute delle relazioni con i clienti, certificato da una survey che conduciamo da anni e che dimostra come la soddisfazione dei clienti di Havas Media Network in Italia è ai massimi storici”.

Allo stesso tempo, aggiunge il CEO, “L’altra pietra angolare che mi fa guardare con ottimismo al 2025, è l’eccellente risultato messo in evidenza dalla ricerca sul clima interno, del quale siamo davvero molto soddisfatti perché non solo quest’anno ha visto la partecipazione del 95% dei nostri 230 collaboratori, ma per il grado di soddisfazione mai così alto nella storia della survey. Una testimonianza di grande energia e un feedback importante per quello che è un ruolo affatto secondario di un CEO”.

La strategia per crescere: acquisizioni e differenziazione

Nel corso del 2024 Havas è stata particolarmente attiva sul fronte delle acquisizioni a livello globale: si possono ricordare Ledger Bennett (agenzia di marketing B2B), Wilderness (pluripremiata agenzia di social marketing, divenuta parte di Havas Play), TED Consulting (società di consulenza francese specializzata in tutti gli aspetti della digital transformation), Liquid (omni-commerce e Retail Media), Hotglue (agenzia media e creativa australiana), DMPG (digital data agency britannica).

La quotazione [ndr: al listino Euronext di Amsterdam] – riprende Spadini – apre nuove ed enormi opportunità in termini di capacità di attrarre capitali, che il Gruppo non ha fatto mistero di voler reinvestire anche in acquisizioni, Italia compresa”.

Il manager conferma che qualcosa ‘bolle in pentola’, ma preferisce non sbilanciarsi e non fornisce ulteriori dettagli: “Nelle acquisizioni il tempo è una variabile determinante, perché nascono non per colmare dei gap ma per allargare le opportunità nei confronti dei clienti. Non nascono mai – almeno in Havas – per ‘sistemare’ i numeri, ma per crescere da un punto di vista di company culture e per allargare lo scope of work”.

E conferma: “Abbiamo delle conversazioni in corso in tutta l’area dei new core services: non siamo interessati, parlo di Havas Media in Italia, ad acquisizioni in ambito media per allargamento del billing. Questo è il mio decimo anno in Havas, e in questi 10 anni non mi è mai stato chiesto di incrementare il billing per sé, non abbiamo mai fatta quel tipo di corsa. Il billing è il risultato invece di un allargamento delle competenze. Quindi vogliamo allargare le nostre competenze sul fronte CSA, sul fronte Havas Play, sul fronte Havas Market”.

Tornando all’internazionale, Spadini riflette sulla portata epocale del merge tra Omnicom e IPG: come questa acquisizione cambia i giochi nell’ambito media?

“Li cambia perché le dimensioni del player sono estremamente rilevanti. Ma al tempo stesso credo offra una grandissima opportunità, non solo ad Havas ma a tante altre agenzie, di rimarcare la differenza. Quindi di andare a confrontarsi con un mercato che, è un dato di fatto, ha dei player estremamente importanti, rispettabilissimi, ma lascia l’opportunità a dei

player che vogliono giocare la carta del challenger di differenziarsi. E credo che la strategia del gruppo Havas sia molto solida e dimostri come si può crescere senza inseguire billing drogati, auspicabilmente anche attraverso un’acquisizione Made in Italy”. Questo, ribadisce Spadini, è il focus del management di Havas a livello globale, così come a livello italiano.

 

Entro l’anno una nuova sede ‘integrata’ per tutta Havas

Nuova organizzazione, nuovi obiettivi e, presto, anche una nuova sede
… “Esattamente – conferma Spadini –. Gli architetti sono al lavoro ed entro la fine del ‘25 ci sarà anche una nuova sede con un obiettivo ben chiaro: dimostrare come l’integrazione in Havas è un dato di fatto. ‘Integrazione’ è una di quelle parole che si può regalare tranquillamente, si può lanciare in una qualsiasi conversazione senza peraltro avere del costrutto. Per noi integrazione vuol dire avere HR unico, vuol dire back office

unico, servizi generali unici, vuol dire sistema operativo unico, vuol dire direzione strategica unica.
Questi sono tutti elementi concreti. Vuol dire che l‘interazione all’interno anche dei futuri nuovi uffici avverrà per competenze, non per sigle. Perché chi si occupa di dati, che se ne occupi in Havas CX o in CSA, è guidato dallo stesso obiettivo, ha la stessa forma mentis”.

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La nuova sede sarà ancora in centro città, limitando i disagi che un cambiamento di questo genere inevitabilmente porta: “Soprattutto renderà possibile toccare con mano cosa vuol dire l’integrazione in Havas. Sono molto contento del totale allineamento con Caterina Tonini per Havas Creative e con Simone Telloni per tutto il mondo di Havas Health and You su questo progetto: saremo tutti insieme, sotto lo stesso tetto, con un’interdisciplinarietà ancora più marcata”.

 

Tommaso Ridolfi



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