Geo-informazione e Atlante del lavoro: competenze e professioni per un mondo interconnesso

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La convergenza tra informazione geografica e trasformazione digitale sta ridisegnando profondamente il panorama delle professioni e delle competenze. Esploriamo questo cambiamento attraverso l’analisi della recente collaborazione tra INAPP e UNINFO, che ha portato all’integrazione dei profili professionali dell’informazione geografica nell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni.

La logica di Atlante per lo studio della geo-informazione

Dal 2022 è in atto la collaborazione tra il gruppo di ricerca INAPP, impegnato nella costruzione e gestione dell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, e un gruppo di esperti UNINFO che, nello stesso anno, ha elaborato la revisione della Norma UNI 11621-5:2022 – Attività professionali non regolamentate – Profili di ruolo professionale per l’ICT – Parte 5: Profili di ruolo professionale relativi all’informazione geografica (https://store.uni.com /uni-11621-5-2022).

La collaborazione ha riguardato l’estensione dell’Atlante alle attività legate ai Profili professionali ICT relativi all’Informazione Geografica attraverso la costruzione di un nuovo Processo – “Sviluppo e gestione di prodotti e servizi geo-digitali” – nell’ambito del Settore economico-professionale (SEP) dedicato ai servizi digitali.

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Obiettivi dell’Atlante

Per ciò che riguarda l’Atlante questo è stato realizzato, a partire dal 2013, da ricercatrici e ricercatori INAPP al fine di rispondere agli impegni dell’Italia, nei confronti dell’UE, in merito alla certificazione degli apprendimenti formali, non formali e informali e per favorire l’apprendimento permanente così come l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. In tal senso, l’Atlante rappresenta un importante strumento per identificare le competenze richieste nel mercato del lavoro e per guidare le politiche formative (Ludovisi, 2024). In particolare, l’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni nasce dal Decreto Legislativo n.13 del 16 gennaio 2013. Esso comprende 24 Settori Economico Professionali – SEP -, articolati in Processi, Sequenze di Processo e Aree di Attività – ADA -. Le ADA esprimono sempre un’attività in sé conclusa. Esse costituiscono le unità elementari di descrizione del lavoro in Atlante e “…sono rappresentate come raggruppamenti di singole attività organizzate secondo una sequenza logica/cronologica e un contenuto operativo o manageriale finalizzato all’ottenimento di un determinato risultato” (Mazzarella, Mallardi e Porcelli, 2017, p. 11). L’Atlante scompone dunque i lavori in specifiche attività e costruisce una mappa di queste attività capace di esprimere la complessità delle dinamiche del lavoro (Figura 1). Tale schematizzazione consente di individuare le abilità e le competenze necessarie per svolgere tale lavoro, i percorsi di formazione e delle qualificazioni pertinenti.

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Figura 1. Organizzazione dei SEP di Atlante e la referenziazione ai Codici Professionali Istat, ai Codici Ateco, ai livelli EQF – Fonte: Inapp, Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, 2024

La Struttura dell’ADA

Per ciò che riguarda la Struttura dell’ADA (Figura 2), questa comprende al suo interno attività specifiche, risultati attesi e schede di caso: le attività descrivono “cosa” viene fatto; il risultato atteso profila le modalità di esecuzione delle attività e costituisce uno snodo tecnico-metodologico capace di esplicitare il punto di interconnessione tra cosa viene fatto, le competenze impegnate e le risorse, in termini di conoscenze, abilità e soft skills necessarie alla sua realizzazione. In particolare, le schede di caso rappresentano la descrizione di “situazioni tipo” di attività lavorative (Mazzarella, Mallardi e Porcelli, 2017, p. 13). La descrizione del caso, comprensibile nella sua essenza anche ai non “addetti ai lavori”, tiene conto dei principali elementi che entrano in gioco nello svolgimento delle attività finalizzate al raggiungimento di un risultato atteso. Proprio dai risultati attesi si accede alle competenze, alle qualificazioni, ai percorsi formativi utili al raggiungimento di specifiche attività lavorative.

Le singole competenze se opportunamente valutate possono essere certificate e progressivamente capitalizzate fino all’acquisizione di una qualificazione. In particolare, le competenze, le attività e i risultati attesi possono essere capitalizzati attraverso il documento di trasparenza, il documento di validazione oppure attraverso la certificazione così come previsto dal Decreto sulle linee guida per l’interoperatività degli Enti pubblici titolari, del 5 gennaio 2021 (INAPP, Atlante per il qualification design). Nel caso in cui non vi siano qualificazioni e quindi competenze associate all’ADA, il percorso formativo può essere costruito utilizzando le attività e i risultati attesi dell’ADA quali altrettanti possibili risultati di apprendimento.

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Figura 2. Struttura di un’ADA Fonte: Inapp, Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, 2024

L’aggiornamento dell’Atlante del lavoro e delle qualificazioni

Al fine di poter seguire la continua e rapida evoluzione del mondo del lavoro, l’Atlante viene sottoposto ad una costante attività di aggiornamento, definita procedura di manutenzione, che conta sul contributo delle istituzioni pubbliche coinvolte nella realizzazione dello stesso Atlante ma, anche, sulla collaborazione dei soggetti privati, portatori di interessi e di conoscenze, delle parti datoriali e sindacali, delle rappresentanze bilaterali, delle associazioni professionali, degli esperti settoriali e degli stakeholder del sistema lavoro-learning (Di Giovangiulio, Ludovisi, Marciano, 2022).

Si tratta di una procedura istituzionale seguita da Inapp regolamentata da due decreti: il decreto interministeriale n. 15 del 30 giugno 2015 e il decreto 5 gennaio 2021, che descrivono le diverse tipologie di manutenzione a cui l’Atlante può essere sottoposto e dettagliano, specificandole, le singole fasi di realizzazione della procedura di manutenzione (Di Giovangiulio, Ludovisi, Marciano, 2022). Le tipologie previste per la manutenzione e l’aggiornamento dell’Atlante sono tre:

  • manutenzione ordinaria dei contenuti in funzione dell’accesso di nuovi repertori ovvero di modifiche e integrazioni di repertori già afferenti al Repertorio nazionale e delle funzionalità dell’Atlante;
  • manutenzione ordinaria dei contenuti dell’Atlante del lavoro e delle qualificazioni in funzione delle modifiche e integrazioni della classificazione dei settori economico-professionali e delle relative sequenze descrittive;
  • manutenzione straordinaria.

La seconda tipologia di manutenzione, quella ordinaria dei contenuti descrittivi del lavoro dell’Atlante, è particolarmente importante nella misura in cui ha proprio l’obiettivo di accompagnare l’aggiornamento evolutivo del sistema Atlante Lavoro, grazie al coinvolgimento di stakeholder e attori sociali che sono interessati e informati sulle evoluzioni del mercato del lavoro.

La manutenzione ordinaria dell’Atlante

Nel 2024, la manutenzione ordinaria di Atlante ha riguardato sostanzialmente 5 settori economico-professionali che sono stati revisionati e implementati:

  • Servizi digitali;
  • Stampa ed editoria;
  • Servizi alla persona;
  • Servizi culturali e di spettacolo e
  • Area comune (Ludovisi, 2024).

L’Area comune è stato il SEP dove la manutenzione ha impattato maggiormente con la creazione di due nuovi processi: Transizione digitale, intelligenza artificiale e realtà virtuale; Transizione ecologica, riduzione dei consumi energetici, circolarità e contenimento degli impatti ambientali. Anche il SEP Servizi digitali è stato oggetto di una consistente revisione con la creazione del nuovo Processo: Sviluppo e gestione di prodotti e servizi geo-digitali. Diversi aggiornamenti, osserva Francesca Ludovisi (2024) hanno riguardato anche I Servizi alla persona, soprattutto in merito alla cura non veterinaria di animali da compagnia e servizi di educazione, istruzione e formazione in ambito cinofilo, e I Servizi culturali e di spettacolo.

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L’estensione di Atlante alle attività e alle professioni dell’informazione geografica

Seguendo la descrizione della Norma UNI11621-5:2020, al professionista dell’Informazione Geografica vengono richiesti un “sapere” e un “saper fare” alquanto complessi. Tuttavia, è possibile tracciare un insieme di conoscenze e abilità che, se aggregate opportunamente, consentono di delineare le competenze necessarie alla realizzazione dei compiti di questa professione (UNINFO, Norma UNI 11621-5: 2022, p. 9). In particolare, le attività e le competenze legate ai Profili professionali ICT dell’Informazione Geografica sono estremamente innovative e si pongono in modo trasversale nel quadro di uno sviluppo socioeconomico in continua evoluzione. Specificamente, la norma UNI sui profili professionali dell’Informazione Geografica nasce dal fatto che negli ultimi anni “…si sono affiancate o sostituite alle tradizionali figure professionali della geomatica quali progettista, analista, sviluppatore di applicazioni in ambito GIS, o quelle che richiamano ambiti più specialistici, come topografo, cartografo e geografo, altre figure che fanno riferimento sia a specifiche discipline quali la statistica, la biologia, la geografia, la geologia e la sociologia, sia a settori produttivi, come ad esempio la logistica, l’automotive, la mobilità, il real estate, l’energia. Ulteriori specializzazioni fanno riferimento a possibili funzioni all’interno di organizzazioni, ad esempio nell’ambito delle infrastrutture di dati territoriali, di processi di cittadinanza attiva, di marketing territoriale o, ancora, ad ambiti tecnologici quali desktop e web, per porre infine una particolare enfasi sui dati: data collector e spatial data analyst, fino al building information manager” (UNINFO, Norma UNI 11621-5: 2022, p. 4).

La Norma UNI 11621-5:2022

Basata sullo standard europeo e-Competence Framework (e-CF), la Norma UNI 11621-5:2022 descrive sette profili professionali riportati sinteticamente nella seguente tabella (v. Tab. 1).

Tabella 1. “Attività professionali non regolamentate – Profili di ruolo professionale per l’ICT – Parte 5: Profili di ruolo professionale relativi all’Informazione Geografica” (Norma UNI 11621-5:2022)

PROFILO DI RUOLO PROFESSIONALE PER L’IG DESCRIZIONE SINTETICA
GEOGRAPHIC AGILE EXPERT (GAE) Gestisce il team Geo-ICT orientandolo alla soddisfazione dell’utente
GEODATA SCIENTIST (GDS) Sviluppa strategie di analisi dei dati spaziali per derivare conoscenza, applicando e creando modelli da implementare nelle applicazioni e fornendo rappresentazioni visuali dei risultati
GEOSPATIAL DEVELOPER (GSD) Realizza e/o codifica applicazioni geografiche in ambienti quali web, desktop e mobile, in conformità dei requisiti del committente
GEOGRAPHIC INFORMATION MANAGER (GIM) Sostiene e governa l’uso consapevole dei dati geografici e delle Geo-ICT nell’ambito della strategia di trasformazione digitale dell’organizzazione
GEOGRAPHIC INFORMATION OFFICER (GIO) Sviluppa e gestisce Infrastrutture di Dati Territoriali per generare valore per l’azienda/ente e soddisfa le esigenze dell’organizzazione
GEOGRAPHIC INFORMATION SPECIALIST (GIS) Figura professionale esperta nelle più comuni elaborazioni delle informazioni geografiche e nella gestione e utilizzo dei sistemi informativi geografici anche nel contesto più ampio della Infrastruttura di Dati Territoriali
GEOSPATIAL KNOWLEDGE ENABLER (GKE) Attende al potenziamento della capacità d’uso dei dati geografici e delle tecnologie pertinenti

Le professioni dell’Informazione geografica rispetto al modello dell’e-Competence Framework

È nel 2014 che l’UE, al fine di aiutare aziende pubbliche e private ad orientarsi nelle professioni e nelle competenze in ambito digitale, rende disponibile lo schema e-Competence Framework. L’e-CF identifica ed organizza le professionalità legate al mondo digitale e ne specifica cinque aree di e-Competence: Plan, Build, Run, Enable, Manage e 40 competenze specifiche nell’universo lavorativo della Information and Communication Technology. Come si evince dalla Figura 3, l’e-Competence Framework 3.0 descrive 5 ambiti (dimensione 1), 40 Competenze (dimensione 2), 5 livelli professionali (dimensione 3).

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Figura 3: e-Competence Framework

Al fine di descrivere competenze, skill e livelli di capacità, per il settore ICT, l’e-Competence Framework utilizza un linguaggio comune che possa essere compreso in tutta Europa. Esso delinea specificamente tre dimensioni: le e-competence nella dimensione 1 e 2 sono presentate dal punto di vista organizzativo e non dal punto di vista della persona. La dimensione 3 definisce i livelli di e-competence in relazione all’European Qualifications Framework e funge da collegamento tra le competenze organizzative e quelle individuali. I livelli di competenza definiti dall’e-CF possono dunque essere posti in relazione con specifici livelli definiti da EQF (Figura 4). La relazione tra i livelli di apprendimento EQF e livelli di competenza e-CF è stata sviluppata sistematicamente per consentire l’interpretazione coerente dell‘EQF nell’ambiente di lavoro ICT: in particolare, sono cinque i livelli di Competenza collegati al Quadro Europeo elle Qualifiche.

Figura 4: Confronto tra i livelli dell’e-Competence Framework ed i livelli di EQF

L’identificazione delle professionalità ICT, la loro organizzazione e la definizione delle loro rispettive competenze proposta dall’e-CF, ha un triplice effetto:

  • in primo luogo, consente agli stati UE di organizzare più facilmente il proprio settore ICT interno e semplifica la mobilità e la collaborazione internazionale nell’ambito delle nuove tecnologie;
  • in secondo luogo, orienta aziende private e pubbliche nella ricerca delle competenze a loro più congeniali per lo sviluppo dei loro progetti digitali o per la risoluzione dei loro problemi in ambito ICT;
  • infine, orienta i professionisti del settore ICT per ciò che riguarda le competenze che ogni figura deve sviluppare nel proprio ambito lavorativo e definisce i confini di operatività tra le varie figure individuate.

L’ individuazione delle figure professionali relative all’IG ha necessariamente tenuto conto dei cambiamenti epocali di riferimento che, ancora in corso, hanno un profondo impatto culturale e sociale. Tra le cause che influiscono significativamente su questo quadro dinamico sono determinanti l’adozione dei concetti (i) di Sviluppo Sostenibile, quale processo per il progresso della civiltà umana, come fissato nella nuova Agenda Globale ONU per lo Sviluppo Sostenibile e i relativi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per il 2030, (ii) di Rivoluzione Digitale, che si manifesta – per il tema della presente norma- in termini di Open Government, quindi adesione ai principi di trasparenza, partecipazione e collaborazione, e (iii) di Smart City/Community in quanto sintesi paradigmatica della trasformazione digitale, all’interno di una proiezione degli insediamenti futuri che riflettano l’evoluzione culturale e le prospettive sociali della nostra epoca.

In questo contesto, per individuare gli specifici profili professionali relativi all’IG, si è preso come riferimento il concetto di spatial enablement e, in particolare, sono stati considerati i seguenti requisiti, da soddisfare per essere ad esso conformi:

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  • i membri della comunità devono essere spatially literate, ossia essere in grado di fruire dei dati geospaziali, avendo anche la possibilità di acquisire una geo-alfabetizzazione adeguata;
  • deve essere creata e resa disponibile una infrastruttura geospaziale intesa come un ambiente favorevole per la condivisione di questo patrimonio informativo, grazie all’adozione di standard e regole condivise a livello globale, di cui si è riferito nel paragrafo precedente;
  • devono essere abilitati processi di comunicazione idonei a rendere fluida ed efficace la crescita qualitativa e quantitativa delle relazioni comunità-istituzione. Di fatto, i membri della comunità sono la componente dinamica dell’ecosistema informativo e i processi necessari per il loro coinvolgimento devono essere aderenti alle caratteristiche dei diversi contesti tecnologici, applicativi, sociali o individuali, al fine di creare conoscenza dal patrimonio informativo esistente.

L’adesione allo Spatial Enablement abbinato all’influenza dello sviluppo ICT genera sia la richiesta di professionisti qualificati con competenze geospaziali, sia la necessità di formare individui in grado di utilizzare consapevolmente le tecnologie geospaziali nella loro vita quotidiana.

Le tre dimensioni per i professionisti IG

In questo quadro, per i professionisti IG si delineano allora tre dimensioni indipendenti dello spazio in cui operare:

  • tecnologica,
  • di dominio / applicativa,
  • organizzativa.

Per quanto riguarda la prima dimensione, esempi possono essere derivati dagli ambiti del Data Management (web semantic, Analytics, Big Data, …), dell’IoT (wireless sensor networks, indoor localisation, augmented reality, …), dell’Earth Observation (il Programma europeo Copernicus).

Per la dimensione di dominio /applicativa possono essere prese come riferimento le tematiche d’intervento relative al paradigma Smart City, tra cui ad esempio, Mobilità, Trasporti e Logistica, Turismo e Cultura.

Infine, per la terza dimensione si può fare riferimento al processo di sviluppo delle IDT, indipendentemente dal livello a cui sia applicato, oppure ai programmi nazionali per favorire la crescita della cultura digitale nel Paese.

Posizionandosi in questo spazio, è possibile comporre il profilo professionale relativo a specifiche esigenze come una combinazione di competenze riferibili a ognuna delle tre dimensioni. Ad esempio, nell’ambito di un progetto riguardante il tema del dissesto idrogeologico potrà essere necessario avvalersi di un professionista IG esperto di tecnologie per l’Earth Observation (EO) in grado di organizzare e gestire la metadatazione, secondo le regole previste per l’RNDT. Il profilo corrisponderà idealmente a un punto nello spazio della IG individuato da “x” competenze tecnologiche, “y” disciplinari e “z” di essenza organizzativa (UNINFO; Norma UNI 11621-5: 2022, pp. 5 – 6) (Figura 5).

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Figura 5. Rappresentazione di un profilo professionale IG in base al modello dello spatial enablement Fonte: Norma UNI 11621-5:2022

L’adozione di questo schema sistemico basato sulle tre dimensioni in cui opera il professionista IG, conduce ai cinque macro-compiti, individuati e definiti nella Norma UNI EN 16234-1:2020, ovvero nell’e-Competence Framework 3.0 (UNINFO, Norma UNI 11621-5: 2022, p. 9).

I compiti principali dei Profili IG e le ADA di Atlante

La Norma UNI 11621-5:2022 indica specifiche caratteristiche per ognuno dei Profili professionali dell’Informazione geografica: Definizione sintetica, Missione, Risultati attesi, Compiti principali, Competenze date da e-CF, Abilità/Conoscenze, Area di applicazione dei Key Performance Indicator (UNINFO, Norma UNI 11621-5: 2022, pp. 13 – 26).

Al fine di inserire nell’Atlante lavoro la “mappatura” dei processi e delle attività caratterizzanti i prodotti e servizi geo-digitali, le ricercatrici e i ricercatori INAPP e i loro colleghi esperti di geo-informazione hanno elaborato uno specifico approccio metodologico che parte dal patrimonio di competenze e descrizioni dei profili dell’IG contenuti nella Norma UNI su citata, attinge all’e-Competence Framework per giungere alla descrizione “pura” delle attività lavorative caratterizzanti i processi sottesi.

Il fine resta invariato – creare una base informativa fondata sul linguaggio universale delle attività lavorative; descrivere i processi ripuliti dalle varie sovrastrutture che si sono create nel tempo ovvero, dalle funzioni, dai ruoli, dalle gerarchie e dalle competenze che hanno contaminato il linguaggio del lavoro rendendolo sempre più complesso e caotico – ma il percorso sperimentato è stato differente.

Questo approccio non solo ha garantito il raggiungimento dei risultati in tempi brevi ma ha anche favorito un dialogo proficuo tra esperti metodologi ed esperti di settore provocando un effetto “rebound”, ovvero un effetto rimbalzo che ha innescato una riflessione, un ripensamento sull’opportunità di ampliare e/o migliorare le competenze e i compiti caratterizzanti i profili dell’Informazione Geografica in un’ottica di continuous improvment.

L’analisi della descrizione delle caratteristiche dei profili dell’IG, dell’e-Competence Framework e del rapporto di questo con l’EQF ha consentito di ricondurre le attività dei Profili IG al SEP “Servizi digitali” di Atlante. In particolare, gli approfondimenti fatti hanno consentito di stabilire un parallelismo tra i “Compiti principali” dei Profili IG e le ADA presenti in Atlante Lavoro (Figura 6).

Tuttavia, non è stato possibile ricondurre semplicemente i compiti dei profili IG alle Ada di Atlante perché le ADA del “Processo 14.01 “Sviluppo e gestione di prodotti e servizi digitali” fanno riferimento alla dimensione 2 dell’e-Competence Framework, vale a dire ai profili IT di seconda generazione; laddove, i Profili dell’Informazione geografica sono di terza generazione e fanno riferimento alla dimensione 3 dell’e-Competence Framework, vale a dire alla dimensione che mette in relazione i livelli di competenza con i livelli dell’EQF”. Quindi ci si muove su piani logici sostanzialmente diversi.

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Pertanto, è stato necessario costruire in Atlante un nuovo Processo volto a “comprendere” ed “interpretare” i “compiti principali” dei Profili professionali dell’Informazione geografica, denominato “PR. 14. 02 – Sviluppo e gestione di prodotti e servizi geo-digitali”. All’interno di questo Processo, sono state inserite le Sequenze e le ADA utili per inquadrare i profili dell’Informazione geografica. Sia i profili di terza generazione IG, sia le Sequenze del Processo “Sviluppo e gestione di prodotti e servizi geo-digitali” dell’Atlante riguardano proprio le competenze della Dimensione 1 dell’e-Competence Framework: Manage, Plan, Build, Run, Enable.

Per giungere a tale risultato il gruppo di lavoro – come già accennato in precedenza – ha elaborato uno specifico approccio metodologico volto ad armonizzare i contenuti delle molteplici fonti a disposizione e soprattutto a ricondurre nel linguaggio di Atlante una rappresentazione quanto più accurata e reale dei processi lavorativi inerenti lo sviluppo e la gestione di prodotti e servizi geo-digitali.

Le fasi principali della metodologia adottata sono le seguenti:

  • Analisi delle schede profilo per i 7 ruoli individuati nella Norma UNI 11621-5:2022 con particolare attenzione ai compiti principali e alle competenze e-CF assegnate;
  • Selezione delle competenze e-CF assegnate ai profili con esclusione di quelle con una prevalente natura manageriale e/o trasversale poiché afferenti a processi che in Atlante trovano collocazione in altri Settori economico professionali;
  • Aggregazione delle competenze «affini» e definizione delle relative Aree di Attività – ADA -.

Una volta definita l’infrastruttura generale del processo si è proceduto attraverso un continuo confronto tra gli esperti ad elaborare i contenuti delle singole ADA: attività e risultati attesi.

Specificamente, il nuovo Processo 14. 02 è stato descritto attraverso cinque sequenze e dieci ADA (Figura 7).

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Figura 7: Descrizione del Processo “Sviluppo e gestione di prodotti e servizi geo-digitali” Fonte: Inapp, Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, 2024

La dimensione scientifica e umanistica della geo-informazione

Le attività, le competenze, le qualificazioni, i profili professionali legati al dominio della geo-informazione sono oggetto di interesse anche per quella comunità di operatori e portatori di interesse della Geo-ICT italiana che in diverso modo partecipano al Forum degli Utenti Copernicus, il Programma dell’Unione europea per l’osservazione del Pianeta Terra.

Il Regolamento di Copernicus ha previsto la costituzione, in ciascun Paese membro dell’Unione Europea, di un Forum per la consultazione degli utenti nazionali, per la raccolta dei fabbisogni e per la definizione di una posizione nazionale coordinata e condivisa. In Italia, il Forum nazionale è stato istituito nel 2014 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri al fine di favorire l’interazione fra le diverse comunità di utenti – istituzioni, ricerca e settore privato – per la condivisione delle conoscenze relativamente al programma Copernicus e la raccolta dei fabbisogni.

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Il Forum nazionale si avvale di Tavoli tematici di consultazione degli utenti. Questi Tavoli riguardano: l’agricoltura, i beni culturali, la fascia costiera, i trasporti, la Copernicus SNPA comprendente la Presidenza dell’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e il Consiglio del Sistema nazionale per la protezione ambientale (SNPA), la sicurezza e la valorizzazione, le emergenze. A questi si aggiungono tre tavoli che facilitano la consultazione degli utenti del Forum: il Tavolo di geologia operativa, quello per i Servizi di idrologia operativa e il Tavolo di climatologia operativa.

Il tema dell’osservazione della Terra è oggetto di sempre maggiore attenzione da parte degli enti territoriali e locali che costituiscono i maggiori produttori e gestori di informazione geografica per i territori di riferimento ma anche di istituti di istruzione e università, imprese e professionisti, società civile in generale. La specifica attenzione culturale verso i problemi ambientali, sociali ed economici non più eludibili che caratterizzano la nostra epoca richiedono collaborazione e una stretta interazione tra Copernicus e i soggetti sopra menzionati, tutti prosumer di dati geografici. Gli obiettivi di questa collaborazione riguardano anche il riconoscimento delle esigenze operative; la definizione delle tante figure professionali operanti in questo contesto e delle loro competenze; l’approfondimento sui dispositivi di istruzione e formazione volti a trasmettere le conoscenze teoriche e operative per l’uso dei dati geospaziali e dei prodotti geomatici.

Oggi tutte le attività in diverso modo legate al Programma Copernicus, vale a dire all’osservazione del pianeta Terra, allo studio dei cambiamenti climatici, alla previsione dei rischi riguardanti i territori e le popolazioni sono di estrema importanza. È altresì importante affrontare lo studio delle competenze legate ai Profili dell’Informazione Geografica, delle qualificazioni e dei percorsi di formazione che possono accompagnare soprattutto i giovani verso queste professioni estremamente innovative oltreché di grande utilità sociale.
La formazione universitaria che consente di accedere a queste professioni offre sia una preparazione umanistica che una preparazione più strettamente scientifica (Casagrande, 2024). È importante lo studio delle scienze umane, dell’ambiente, del territorio e del paesaggio, di discipline quali l’antropologia, la sociologia, la storia e la sociologia. È altresì di grande rilevanza acquisire conoscenze nell’ambito dell’economia e dell’economia politica, della statistica, della matematica, delle scienze dell’informazione.

Gli strumenti informatici sono essenziali per la conoscenza e l’analisi approfondita dei territori e delle loro rappresentazioni cartografiche e digitali. Tutte queste conoscenze consentono di creare figure professionali capaci di analizzare lo sviluppo territoriale, di promuovere interventi che possono andare dall’innalzamento valoriale del turismo, alla gestione di elementi di matrice sociologica e politica, alla previsione dei rischi e alla formulazione di modelli di intervento. Attraverso queste discipline e questi strumenti diventa possibile acquisire abilità utili ad agire direttamente ed indirettamente su ampi contesti, ad esempio: lo studio dell’urbanistica, la salvaguardia dell’ambiente, il rapporto tra degrado ambientale e degrado civile, il rapporto tra geografia, geopolitica e sviluppo, il tema dello sviluppo locale. In un mondo del lavoro in cui è sempre più difficile entrare seguendo gli schemi prefissati, è fondamentale mettere a frutto le competenze trasversali che consentono l’inserimento dell’esperto di geo-informazione nel mondo del lavoro, in ambiti quali la pianificazione urbanistica, paesaggistica e territoriale, gli enti pubblici e privati di divulgazione e di ricerca nell’ambito della geografia, le istituzioni culturali e museali e del turismo.

Nel panorama delle realtà italiane in diverso modo interessate ai domini della geo-informazione è importante citare la rete LabGeoNet (Morri, 2024). Questa rete è stata istituita nel 2018 con l’obiettivo di raccordare le strutture laboratoriali esistenti nelle università italiane e comprendere le funzioni da esse svolte. Scopo principale del LabGeoNet è quello di favorire la conoscenza e la collaborazione fra i laboratori aderenti e di facilitare la loro affermazione anche fuori dall’ambito accademico, non solo come sedi di formazione e specializzazione, ma come raccordo fra l’università e il mondo del lavoro, tra la ricerca e le esigenze della società (www.labgeonet.it).

Alla luce del rinnovamento concettuale nell’interpretazione cartografica, del recupero dello spazio topologico, della logica paesistica e degli obiettivi politici e sociali della cartografia, la Rete LabGeoNet contribuisce a fare emergere le specifiche aree di competenza geomatica, che coinvolgono applicazioni in ambiente GIS e altre tecnologie geospaziali, condivisione di modelli e metodologie, analisi dei dati geografici e di telerilevamento, per – a titolo esemplificativo – l’elaborazione di piani di sviluppo locali, la pianificazione partecipativa, geografia sociale, l’analisi dei rischi, nel tentativo di rispondere anche alle esigenze della terza missione del sapere scientifico, vale a dire, alle esigenze della società. Per la realizzazione dei loro progetti e delle loro ricerche i laboratori della Rete si avvalgono di strumenti e tecnologie innovativi legati alla digitalizzazione e all’intelligenza artificiale.

Tra le conoscenze e le tecnologie più avanzate per lo studio dei territori e la messa a punto di modelli di previsione e intervento, è opportuno citare il ricorso al concetto del gemello digitale per contribuire al progresso sempre più consapevole di città e territori. Gli Urban Digital Twin consentono di operare su aspetti quotidiani dei contesti urbani e della quotidianità come la gestione sostenibile dell’illuminazione, dell’acqua, la raccolta dei rifiuti, lo smaltimento della plastica, la gestione del verde. Essi possono altresì consentire di operare in maniera adeguata in caso di fenomeni eccezionali come i terremoti e le alluvioni.

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L’Urban Digital Twin consente agli attori ed agli stakeholder di seguire il comportamento di una città o di un territorio e monitorarne l’evoluzione, pianificare e sviluppare progetti, osservando preventivamente gli effetti della loro attuazione sul suo ‘gemello’, nonché anticipare eventuali problematiche ed eseguire azioni correttive, prevenendo così l’insorgere di criticità.

In tale ambito, anche l’informatica umanistica (digital humanities) può facilitare la comunicazione con i cittadini e con i luoghi da essi abitati (Farruggia, 2021b). Nelle nostre società il ‘luogo’ ha assunto importanza e nuovi significati. Accanto agli spazi e ai luoghi fisici esistono i ‘luoghi in rete’, in cui altre forme di distanza, piuttosto che quella euclidea, strutturano le relazioni sociali e la spazialità umana. Gli Urban Digital Twin possono permettere di predire in tempo reale gli effetti di eventi perturbativi per contrastare perdite umane ed economiche. L’urbanizzazione, la diminuzione delle risorse ed i cambiamenti climatici spingono verso sistemi integrati di gestione e tutela del patrimonio naturale e culturale. Gli Urban Digital Twin possono riguardare sia le aree metropolitane che le aree interne delle quali oggi si teme lo spopolamento e si cercano soluzioni sia grazie alla riqualificazione che favorendo, ad esempio, lo smart working in modo da indirizzare il movimento della popolazione verso aree attualmente poco popolate e in stato di abbandono.


L’attività descritta nel presente articolo è svolta: dalle ricercatrici e ricercatori INAPP: Dunia Pepe, Angela Baruffi, Francesca Di Giovangiulio, Francesco Mallardi, Rita Porcelli, nonché Annunziata Alfano, Dottore di Ricerca presso la Federico II di Napoli e il prof. Umberto Pagano, dell’Università di Catanzaro; dagli esperti del gruppo di lavoro 04 “Profili professionali relativi all’informazione geografica” della commissione UNI/CT 526 “Attività professionali non regolamentate – Figure professionali operanti nel settore ICT” M. Sebillo e S. Farruggia

Bibliografia

Casagrande G., Professore Ordinario di geografia, Università Europea di Roma, Intervista rilasciata a Dunia Pepe, 8 luglio 2024, Roma

Farruggia S. (2021a), “Infrastrutture geospaziali per le città di domani: un approccio al tema dei digital twin in Italia, AgendaDigitale.eu, 28 aprile, www.agendadigitale.eu/ smart-city/ infrastrutture-geospaziali-per-le-citta-di-domani-un-approccio-al-tema-dei-digital-twin-in-italia/

Farruggia S. (2021b), “Urban Digital Twin: alfabetizzazione spaziale e competenze geo-digitali per vivere le città del futuro”, AgendaDigitale.eu, 20 aprile, www.agendadigitale.eu /smart-city/urban-digital-twin-alfabetizzazione-spaziale-e-competenze-geo-digitali-per-vivere-le-citta-del-futuro/

Inapp, L’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, https://ww7.inapp.org/atlantelavoro/esplora-atlante-lavoro/cose-atlante-lavoro/

Inapp, Atlante per il Qualification Design, https://atlantelavoro.inapp.org/archivio_video.php

Di Giovangiulio F., Ludovisi F., Marciano S., 2022, Manutenzione di Atlante. Cos’è e come si fa, https://atlantelavoro.inapp.org/archivio video.php

Ludovisi F., 2024, “Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni on line gli aggiornamenti 2024”, Inapp News, n. 10, p. 11.

Mazzarella R., Mallardi F. e Porcelli R., 2017, “Atlante lavoro. Un modello a supporto delle politiche dell’occupazione e dell’apprendimento permanente”, Sinappsi, Anno VII, n. 2 – 3, pp. 7 – 26.

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Mazzarella R. Porcelli R., a cura di, 2017, “Procedura per la manutenzione (aggiornamento e sviluppo) dell’Atlante del lavoro e delle qualificazioni con riferimento al Decreto interministeriale del 30 giugno 2015”, https://oa.inapp.org/xmlui/handle/123456789/161.

Morri R., Professore Ordinario di Geografia, Docente di Didattica della geografia e Geografia storica, Università degli Studi La Sapienza di Roma, Presidente di AIIG-Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, Intervista rilasciata a Dunia Pepe, 4 luglio 2024, Roma.

Pepe D. (2023), “Atlante Lavoro: l’universo del lavoro e delle competenze per istituzioni, imprese e cittadini”, AgendaDigitale.eu, 26 giugno, www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/competenze-digitali/atlante-lavoro-luniverso-del-lavoro-e-delle-competenze-per-istituzioni-imprese-e-cittadini/

Pepe D. (2021), “Il digitale per lo sviluppo sostenibile: le nuove “costellazioni” di professioni e competenze”, AgendaDigitale.eu, 30 luglio, www.agendadigitale.eu/smart-city/il-digitale-per-lo-sviluppo-sostenibile-le-nuove-costellazioni-di-professioni-e-competenze/

UNI 11621-5:2022 Attività professionali non regolamentate – Profili di ruolo professionale per l’ICT – Parte 5: Profili di ruolo professionale relativi all’informazione geografica, https://store.uni.com/uni-11621-5-2022



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