Dele Alli, Como ultima chance: ha subito abusi sessuali e spacciato droga, considerato un talento, scartato da Mourinho e Conte

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


di
Salvatore Riggio

Fermo da quasi due anni, Dele Alli è il talento perduto del calcio inglese. Riparte dal Como a 28 anni. Dopo un’infanzia tragica era ritenuto «come Gascoigne» ma gli allenamenti di Mourinho e Conte lo hanno spento

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Una delle tante vite di Dele Alli, talento perduto del calcio inglese che oggi ha 28 anni (ne compirà 29 l’11 aprile), riparte dal Como. È stato ufficializzato dal club e da Cesc Fabregas. Hanno deciso di fargli firmare un contratto fino al 30 giugno 2026 con opzione fino al 2027: «Il club crede nel potenziale di Dele e si impegna ad aiutarlo a ritrovare la sua forma migliore. La sua esperienza e le sue qualità di leader saranno sicuramente utili alla squadra», sono state le parole del tecnico spagnolo. 

L’ultima partita del centrocampista inglese è quella giocata con la maglia del Besiktas il 26 febbraio 2023. Si ha, quindi, la sensazione che questa per lui sia davvero l’ultima possibilità.  




















































La sua carriera ha intrapreso presto una discesa negli abissi tra scivoloni, promesse disattese, depressioni e tragiche rivelazioni di abusi sessuali. In queste settimane ha deciso di rimettersi in gioco. Si è allenato e ha mostrato quella scintilla che Fabregas avrebbe tanto voluto scorgere in lui. Da qui l’idea di renderlo parte di un progetto. 

Gli abusi, la droga, lo spaccio e il vicino che voleva ucciderlo

La vita con Dele Alli non è stata tenera. Lo aveva raccontato lui stesso tempo fa in un’intervista a Gary Neville nel podcast «The Overlap»: «Alcuni incidenti possono aiutarti a capire. A sei anni sono stato molestato da un’amica di mia madre, che era spesso a casa. Mia madre era un’alcolizzata. Sono stato mandato in Nigeria, poi rimandato indietro. A sette anni ho iniziato a fumare, a otto a spacciare droga. Dissero che non avrebbero fermato un bambino in bicicletta, quindi giravo col pallone da calcio e la droga nascosta sotto al sellino. A 11 anni sono stato fatto penzolare da un ponte da un vicino di casa, che voleva uccidermi. Poi a 12 sono stato adottato». 

La nuova famiglia e il calcio

La sua salvezza è stata la famiglia Hickford, che lo ha preso con sé. Ma certi tormenti restano. Il calcio è l’amore della sua vita. Inizia giocando per strada a Milton Keynes, nel Buckinghamshire, con gli amici. Entra nelle giovanili della città e dopo poco tempo lo corteggiano Bayern Monaco e Liverpool, ma finisce al Tottenham per sei milioni di euro e Mauricio Pochettino fa di lui un trequartista rapido con una visione di gioco devastante. Gioca alle spalle di Kane e con Son ed Eriksen conquista i sudditi di Sua Maestà: «Per lui l’unico limite è il cielo», le parole di Graeme Souness. «È il più forte centrocampista inglese dai tempi di Paul Gascoigne», si lascia andare addirittura Sir Alex Ferguson, uno che di campioni se ne intende, eccome.

L’apice è la finale di Champions del 2019 persa con il suo Tottenham contro il Liverpool. Poi sulla panchina degli Spurs arriva José Mourinho e la luce si spegne di botto. Per il portoghese si allena male e controvoglia e per Dele Alli non giocare è qualcosa di «straziante» tanto da fargli pensare al ritiro a 24 anni. Dopo lo Special One, c’è Antonio Conte. O ti alleni come dice lui o affondi e l’ex baby prodigio va all’Everton dicendo addio a Londra dopo sei stagioni e mezzo (269 presenze e 67 gol). A Liverpool non brilla e allora si trasferisce in prestito al Besiktas, in Turchia, ma lo rispediscono al mittente quando viene beccato a inalare protossido di azoto a una festa.

«Ero in trappola, sono andato in rehab per la salute mentale»

 Così decide di farsi aiutare: «Sono andato in una struttura di riabilitazione per la salute mentale, le dipendenze e i traumi. Sentivo che era arrivato il momento, ero come in trappola, facevo affidamento su cose che mi stavano facendo del male. Dentro di me stavo perdendo la battaglia». L’ultima chance è il Como. Il calcio è pieno di storie di rinascita e rivalse, dopo cadute drammatiche.

È tutto nella testa e nelle gambe di Dele Alli. Se saprà mettersi al servizio del Como, ritroverà anche l’amore per il calcio. E magari la Nazionale inglese con la quale non gioca dal giugno 2019. Ma per quello c’è tempo. 

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20 gennaio 2025

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