Cosa rischia il genitore per i danni provocati dal figlio

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È compito dei genitori vigilare sui figli e impartire loro una buona educazione. Di conseguenza quando un minorenne causa un danno, che si tratti di un vero e proprio atto illecito o di un comportamento involontario (si pensi ad esempio a un bambino molto piccolo) è lecito rivolgersi ai genitori per la riparazione. D’altra parte, i genitori possono così trovarsi dinanzi a richieste considerate ingiuste, in particolar modo se non erano presenti al momento del fatto o se ritengono di non averlo potuto impedire. Ogni situazione a sé e ci sono diverse circostanze che possono complicare la vicenda, per esempio se i genitori sono separati o se i figli, pur minorenni, dovrebbero avere piena capacità di discernimento. Vediamo allora quando e in che misura i genitori sono responsabili per i danni provocati dal figlio.

I genitori sono responsabili per i danni provocati dal figlio

Secondo l’articolo 147 del Codice civile i genitori devono mantenere, educare, istruire e assistere moralmente i figli nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni. L’articolo 316 dello stesso Codice chiarisce anche il concetto di responsabilità genitoriale (un tempo chiamata patria potestà) in virtù della quale i genitori devono prendere decisioni per conto dei figli, nell’ottica dei loro interessi e del loro benessere, rispondendo di conseguenza delle loro azioni. In linea generale, quindi, i genitori (o coloro che esercitano la responsabilità genitoriale) sono responsabili per i danni provocati dal figlio minorenne.

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In tal proposito, è escluso il genitore dichiarato decaduto della responsabilità genitoriale, mentre in caso di minore sottoposto a tutela o affidamento la responsabilità ricade parimenti sui soggetti selezionati (tutore o affidatario). Nella maggior parte dei casi, ciò vale soltanto finché il figlio non diventa maggiorenne, a meno che sia interdetto o inabilitato. In questi casi i genitori possono essere nominati come tutori e continuano ad agire per conto del figlio incapace.

La responsabilità dei genitori per i danni provocati dal figlio si traduce essenzialmente nell’obbligo di risarcire il danno provocato dal minore (o incapace), salvo casi particolari. Bisogna fare tuttavia delle precisazioni in merito alla circolazione stradale, in quanto l’articolo 2054 del Codice civile fa ricadere la responsabilità dei danni causati dai figli soltanto sui genitori conviventi con gli stessi.

Questa norma, che peraltro corrisponde spesso alla realtà di molte famiglie, è stata spesso estesa dalla giurisprudenza anche a diversi ambiti di danno, al di fuori di incidenti e multe stradali. Non si tratta però di una regola ferrea, in quanto la responsabilità dei genitori non dipende tanto dalla loro vigilanza sul momento del fatto o dalla quantità di tempo trascorsa con il minore, bensì dal dovere di educazione.

Cosa rischia il genitore per i danni provocati dal figlio?

Come anticipato, i genitori non sono responsabili dei danni causati dal figlio soltanto quando possono provare di aver assolto pienamente il proprio compito educativo e/o di non avere alcun modo impedire il fatto, avendo anche predisposto tutti gli accorgimenti del caso per prevenirlo. Secondo la giurisprudenza, la responsabilità è quindi condivisa parimenti tra i genitori separati, a meno che il genitore non collocatario possa provare di non avere colpa nella lacuna educativa del figlio. Come anticipato, i genitori possono comunque esonerarsi dalla responsabilità quando non è stato impossibile prevenire il fatto nonostante l’educazione e la prevenzione, ma anche quando il minore era affidato a figure educative (come gli insegnanti a scuola).

Altrimenti, il risarcimento danni deve essere pagato dai genitori. L’inadempimento può essere quindi seguito dall’azione creditizia, per esempio con un pignoramento dei beni, proprio come se fosse un debito personale. Lo stesso vale per il risarcimento legato a un reato commesso dal minorenne, mentre la responsabilità penale resta personale. In altre parole, i genitori sono chiamati a risarcire la vittima (salvo le eccezioni descritte) ma non rispondono legalmente del reato commesso dal figlio.

Sarà quest’ultimo, se ha almeno 14 anni, a farsi carico delle proprie azioni. Reati e illeciti commessi dal minore, a seconda della gravità e della reiterazione, potrebbero tuttavia avere riflessi sulla responsabilità genitoriale e sull’affidamento, ma solo quando segnale dell’inidoneità o negligenza educativa, o evidenziare la necessità di supporto.

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