Frank Sinatra Tribute per Senigallia Concerti: da Simone Luchetti foto e intervista al cantante, pianista e compositore jazz inglese
“Pienone” al Teatro La Fenice di Senigallia che vede il tutto esaurito grazie al tributo a Frank Sinatra di Anthony Strong, accompagnato dalla straordinaria Colours Jazz Orchestra diretta dal maestro Massimo Morganti. L’evento, parte del festival Senigallia Concerti per la direzione artistica del maestro Federico Mondelci, ha regalato una serata indimenticabile agli amanti del jazz e dello swing.
Dopo il saluto del sindaco Massimo Olivetti, Anthony Strong, pianista e cantante inglese noto per il carisma e lo stile che strizza l’occhio ai grandi crooner del passato, ha incantato il pubblico con una selezione del repertorio di The Voice molto elegante ed intelligentemente selezionata tra i brani con sonorità più intime, sentite, osiamo dire più blues, tutte rivisitate con arrangiamenti per big band che hanno valorizzato l’orchestra ed i suoi solisti..
Accanto ad Anthony la Colours Jazz Orchestra, rinomata big band marchigiana che sotto la guida del talentuoso Massimo Morganti ha dato vita a sonorità potenti e raffinate, perfette per esaltare il fascino delle composizioni.
Gradita sorpresa l’ingresso sul palco del senigalliese Massimo Manzi, tra i migliori batteristi jazz italiani di tutti i tempi, che ha affiancato Anthony per un brano strappando meritatissimi applausi.
L’atmosfera è stata resa ancora più intima e coinvolgente dalla partecipazione calorosa del pubblico, che non ha risparmiato applausi e richieste di bis che Anthony, a sua volta, non ha negato regalando due vere gemme interpretative con Hallelujah and I love her so di Ray Charles e L.O.V.E. (B. Kaempfert, M. Gabler) portata al successo da Nat King Cole
Una serata che conferma Senigallia come punto di riferimento per gli amanti del jazz e della buona musica inserita nella ricca programmazione di Senigallia Concerti che, grazie alla direzione artistica del maestro Federico Mondelci, continua a portare in città artisti di livello internazionale, trasformando ogni appuntamento in una celebrazione della grande musica e rivolgendo un’attenzione particolare ai più giovani per proporre riferimenti musicali diversi dai generi cui sono quotidianamente esposti con l’auspicio di stimolare la curiosità anche verso lo studio di quest’arte.
A fine concerto Anthony Strong si è intrattenuto con il pubblico nel foyer del Teatro, autografando cd e concedendoci una breve intervista.
Ciao, hai tempo per due domande?
Certamente! Molto volentieri.
La tua esibizione di stasera è stata davvero accattivante. Come ti avvicini all’interpretazione di classici come Sinatra, apportando il tuo stile?
L’ultima cosa che voglio fare è un clone di Fly Me to the Moon o Come Fly With Me. Voglio fare qualcosa di mio, con cui mi connetto emotivamente, ma anche una canzone in cui posso dire: “Vedo l’angolazione, vedo la direzione che voglio prendere, qualsiasi cosa voglia. Ho preso una canzone latina e l’ho trasformata in una canzone swing per big band! Mi piace l’idea di modificare, cambiare qualcosa in modo molto leggero e portarlo in una nuova direzione. Credo che al pubblico piaccia ascoltare le mie idee negli arrangiamenti… E, comunque… perché dovrei rifare Fly Me to the Moon? Frank Sinatra è già perfetto.
Sì, e il pubblico lo sente…
Penso di sì, grazie.
Ti sei esibito con orchestre e piccoli ensemble. In che modo suonare con una grande band come la Colours Jazz Orchestra influenza la tua energia e la tua interpretazione sul palco?
Sicuramente mi nutro dell’energia che c’è nell’ambiente. A volte è con un quartetto, la mia band che mi dà un po’ di energia. La maggior parte delle volte è il pubblico.
Suonare con una big band è lo scenario migliore per me. Orchestra o big band, il numero di esseri umani in un ambiente che concentrano la stessa energia mi fa sentire molto speciale. E onestamente, lo sento quando faccio uno spettacolo.
Sento l’energia del pubblico. Sento l’energia della band ed è una cosa molto speciale. Sicuramente ricevo un’energia dalle grandi band e dalle orchestre, ma in realtà è dal pubblico che ricevo il maggior tipo di interazione, credo.
Questo feeling con la band è stato evidente così come quello con il pubblico… ha un ruolo importante nel tuo playing style e sei molto coinvolto…
Sì, amo il suono della potenza che la big band porta con sé, ma anche suonare davanti a un pubblico pieno, in un luogo bellissimo come questo, è così piacevole per me.
Ok e grazie… Per l’intervista e, soprattutto, per l’eccelso spettacolo.
È stato un piacere!
Bio
Anthony Strong è un cantante, pianista e compositore jazz inglese, nato il 29 ottobre 1984 a Croydon, Surrey, Inghilterra. Ha studiato presso istituzioni prestigiose come la Royal Academy of Music, la Purcell School e la Guildhall School of Music and Drama, dove ha conseguito una laurea in pianoforte jazz. Nel corso della sua carriera, ha collaborato con artisti del calibro di B.B. King, Michael Bolton e Jocelyn Brown. Il suo stile vocale e al pianoforte, caratterizzato da un’energia coinvolgente, ha intrattenuto il pubblico in tutto il mondo.
La Colours Jazz Orchestra è un ensemble jazz italiano composto da alcuni dei migliori musicisti delle Marche, con oltre 20 anni di esperienza su palcoscenici nazionali e internazionali. Sotto la direzione di Massimo Morganti, trombonista e arrangiatore, l’orchestra ha presentato progetti che interpretano in chiave moderna i brani di grandi icone della musica mondiale, tra cui Cole Porter e Frank Sinatra.
Una collaborazione degna di nota tra Anthony Strong e la Colours Jazz Orchestra è stata il progetto From Cole Porter to Frank Sinatra, presentato il 19 giugno 2024 all’Anfiteatro Romano di Terni, nell’ambito del festival Visioninmusica Summer 2024. Questo concerto ha offerto un’esperienza musicale unica, combinando la voce e il pianoforte di Strong con gli arrangiamenti orchestrali diretti da Morganti, per rendere omaggio a leggende del jazz come Cole Porter e Frank Sinatra.
Queste collaborazioni evidenziano l’abilità di Anthony Strong e della Colours Jazz Orchestra nel reinterpretare classici del jazz, offrendo performance che combinano tradizione e innovazione sotto la guida esperta di Massimo Morganti.
Testo, foto e intervista di Simone Luchetti
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