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È stata archiviata l’indagine sui sei carabinieri di Modena che nell’ottobre 2023 condussero in caserma senza un verbale per il fermo Mohamed e Taissir Sakka. Taissir fu trovato morto in un parcheggio nella mattinata del 15 ottobre mentre il fratello, Mohamed, ha denunciato percosse in caserma. L’avvocato Fabio Anselmo, che insieme al legale Gentile si occupa della difesa di Sakka, ha fatto sapere di essere pronto a rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti Umani.
Il gip del tribunale di Modena, Barbara Malavasi, ha archiviato il fascicolo a carico di 6 carabinieri finiti indagati dopo la morte di Taissir Sakka, 31enne trovato senza vita la mattina del 15 ottobre 2023 in un parcheggio in via dell’Abate dopo un controllo dei carabinieri.
Un carabiniere era indagato per morte come conseguenza di altro reato mentre cinque colleghi militari per lesioni provocate al fratello del 31enne, Mohamed Sakka. Il giudice ha accolto la richiesta della procura sostenendo nell’ordinanza di archiviazione visionata da Fanpage.it, che il racconto del giovane che ha sporto denuncia non fosse “riscontrabile” o veritiero e che la morte di Taissir Sakka non sia stata causata (o concausata) da lesioni esterne.
Secondo gli accertamenti medico-legali, infatti, la morte del 31enne Sakka sarebbe stata causata da una patologia cardiaca pregressa (insufficienza cardiaca acuta). Tuttavia, nella relazione del medico legale non viene smentita la presenza di lesioni definite “elementari superficiali” e di natura ambigua, ma viene respinta l’ipotesi che queste ultime possano aver causato o contribuito a causare la morte del 31enne. Circostanza mai negata dai difensori del fratello della vittima, che però sottolineano come l’esistenza di ferite sia riscontrata anche se ne è sconosciuta la natura.
Il giudice specifica nell’ordinanza di archiviazione che entrambi i fratelli Sakka al momento del primo rilascio, uscivano dalla caserma in apparenti buone condizioni di salute.
“Bisogna sottolineare che nessuno ha parlato di lesioni gravi – ha spiegato a Fanpage.it uno dei due legali di Mohamed Sakka, l’avvocato Fabio Anselmo – o di fratture che possono rendere evidente uno stato di malessere nei filmati realizzati nei pressi della caserma. Il mio assistito non ha mai parlato di lesioni gravi. Parla di percosse durante il fermo, che è diverso”.
Richiesta di archiviazioni per lesioni su Mohamed Sakka
Nell’ordinanza visionata da Fanpage.it viene menzionata anche la denuncia fatta dal fratello della vittima per lesioni a lui provocate in caserma. Secondo quanto ricostruisce anche l’avvocato Anselmo, le dichiarazioni dell’uomo su quanto avvenuto dopo l’intervento dei carabinieri presso la polisportiva Arci di Ravarino, non sono mai state approfondite e verificate.
Stando a quanto si legge nei documenti per l’archiviazione, al momento dell’intervento dei carabinieri, non vi era alcuna rissa in corso. Per stessa ammissione dei soggetti accusati, infatti, i fratelli avevano discusso con due giovani minorenni che al momento dell’intervento dei militari si erano già allontanati. I fratelli Sakka sarebbero stati accompagnati in caserma sulla base del reato di ubriachezza, per la quale è prevista la sola sanzione amministrativa.
Secondo quanto raccontato da Mohamed Sakka, lui e Taissir sarebbero stati invitati a salire su due volanti diverse. Quella che accompagnava Mohamed si sarebbe fermata in mezzo alle campagne durante il viaggio verso la caserma. Stando alle sue affermazioni, un carabiniere gli avrebbe chiesto di scendere e lui si sarebbe opposto. Davanti al suo rifiuto, i carabinieri lo hanno quindi portato in caserma.
“Il gps dell’auto dei carabinieri sulla quale viaggiava Mohamed la sera del 14 ottobre non è stato acquisito e quindi non si sa se l’auto si sia effettivamente fermata per far scendere il mio assistito – spiega ancora a Fanpage.it Anselmo -. Dove vi è la necessità di trattenere in caserma una persona, certamente non si fa una sosta in mezzo al nulla chiedendo alla persona fermata di scendere”.
Inoltre, come fa notare lo stesso Anselmo, non esiste alcun verbale relativo al fermo dei due fratelli Sakka. “Questo configura un reato di sequestro di persona – sottolinea – e arresto illegale in quanto mancano le fondamenta legali dell’accompagnamento in caserma e del trattenimento da parte dei carabinieri. Ricordiamo che per l’ubriachezza è prevista una sanzione amministrativa, non di certo un fermo. In ogni caso per la privazione della libertà, fosse anche di un’ora, deve essere redatto un verbale che ovviamente non esiste “.
I due diversi ingressi in caserma e l’inseguimento
Dopo il primo ingresso in caserma, evidenziato dalle riprese delle telecamere situate fuori dall’edificio, i due fratelli sarebbero stati rilasciati. Entrambi, sempre secondo quanto si vede dalle telecamere di sorveglianza, si sono allontanati sulle proprie gambe. I due sono tornati poco dopo e avrebbero avuto un diverbio con i militari.
Taissir si sarebbe allontanato subito mentre Mohamed è stato fermato da un carabiniere che, puntandogli un manganello dietro la schiena, lo ha riportato in caserma per alcuni minuti, rilasciandolo poco dopo. Nessuno dei due episodi è tracciato da un verbale.
L’avvocato Anselmo ha fatto sapere a Fanpage.it di volersi rivolgere alla Cedu, la Corte Europea dei Diritti Umani.
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