Trump a Capitol Hill apre l’era della vendetta. E intanto “salva” TikTok

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Annunciato un ordine esecutivo e il social, in mattinata oscurato negli Usa, torna subito online. L’inaugurazione è l’inizio della campagna contro i nemici che lo hanno ostacolato

Il giorno dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca coincide con l’inizio della sua vendetta.

È il giorno che gli avversari che non si sono genuflessi negli ultimi mesi vivono con apprensione: sanno che nell’agenda del nuovo Trump non ci sono la riconciliazione nazionale e cortesi proposte di scordarsi il passato, ma soltanto la promessa di andare alla ricerca gli oppositori, uno per uno, per dare a ciascuno ciò che merita.

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Trump ha costruito una parte importante della campagna elettorale sull’idea del castigo per avversari democratici, repubblicani traditori, magistrati impegnati in una presunta caccia alle streghe, e nei mesi della transizione ha raccolto la sua corte reale a Mar-a-Lago e dal suo trono ha accolto i resipiscenti pronti a baciare la pantofola e ha valutato i termini della punizione per tutti gli altri.

Nel 2016 la campagna era stata scandita dal canto “lock her up” verso Hillary Clinton e la cerimonia di insediamento era culminata nella denuncia della «carneficina americana», mentre quattro anni fa l’avvicendamento si è concluso con l’assalto di Capitol Hill per contestare e disconoscere un avversario eletto legittimamente.

Così il numero dei nemici da danneggiare o perseguire è cresciuto a dismisura. Lunedì 20 nella “rotunda” del Campidoglio, dove la cerimonia è stata trasferita a causa del freddo glaciale, questi avversari non ci saranno, e non parteciperanno ai balli inaugurali e alle altre occasioni celebrative che tradizionalmente accompagnano l’insediamento di un nuovo presidente, ma anche loro sono fra i protagonisti di questa giornata storica.

Magistrati, politici, burocrati

In cima alla lista dei cattivi da punire c’è il procuratore speciale Jack Smith, che ha indagato sul ruolo di Trump nei fatti del 6 gennaio 2021 per conto del dipartimento di Giustizia e ha pubblicato in parte gli esiti di un’inchiesta interrotta soltanto dall’immunità presidenziale acquisita dopo il voto. Trump ha detto che Smith «dovrebbe essere considerato mentalmente instabile e cacciato dal paese».

Smith si trova in compagnia di molti altri magistrati, fra cui i procuratori di New York Letitia James e Alvin Bragg – Trump ha detto un’infinità di volte che dovrebbero essere incriminati– e Fani Willis, la procuratrice della Georgia che lo ha indagato per le interferenze elettorali. Lei dovrebbe «subire un impeachment, per varie ragioni». La lista degli avversari politici a cui il presidente ha promesso di farla pagare è dominata da Liz Cheney, repubblicana rinnegata che ha partecipato alla commissione d’inchiesta sul 6 gennaio, ha lasciato il partito repubblicano e ha ricevuto infine la medaglia presidenziale da Joe Biden. «Dovrebbe andare in prigione con il resto della Commissione», ha detto Trump, che accusa tutti i membri di «alto tradimento».

Gli obiettivi del presidente includono naturalmente molti esponenti del governo nel primo mandato che poi gli hanno voltato le spalle.

John Bolton (consigliere per la Sicurezza nazionale), Mark A. Milley (capo delle Forze armate), Michael Cohen (ex avvocato di Trump e uomo chiave nel caso di Stormy Daniels) sono stati abbondantemente minacciati. Trump ha detto che le cose che ha fatto Milley «un tempo sarebbero state punite con la morte».

Il presidente ha nel mirino anche una serie di funzionari, burocrati e membri di agenzie federali che lo hanno avversato, e per rendere tutto più semplice Kash Patel, il direttore designato dell’Fbi, in un libro ha compilato una lista nera del deep state, che include almeno un direttore dell’Fbi, il suo vice, e decine di funzionare d’intelligence. Fra quelli a cui Trump ha promesso la galera e sta mostrando di aver capito l’antifona prima dell’insediamento c’è Mark Zuckerberg.

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TikTok

Ma Trump arriva alla cerimonia inaugurale anche con altre preoccupazioni. TikTok, ad esempio, è stato oscurato negli Stati Uniti dopo l’entrata in vigore della legge che lo bandisce per ragioni di sicurezza nazionale. Ieri il presidente ha chiesto alle aziende che hanno smesso di diffondere la app delle loro piattaforme di ignorare la legge e «non lasciare che TikTok sia oscurato».

«Lunedì diramerò un ordine esecutivo che estenderà il periodo di tempo prima del quale la legge entra in vigore, così che possiamo fare un accordo per proteggere la nostra sicurezza nazionale», ha scritto Trump sul social Truth, lasciando intendere che nei suoi piani il governo americano potrebbe acquisire una parte della piattaforma di proprietà della cinese ByteDance. Dopo le parole del presidente eletto l’app è tornata online. Fra gli ospiti d’onore della cerimonia inaugurale ci sarà anche l’amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew.

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