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Un delitto efferato. Un uomo da tutti definito tranquillo e riservato, trovato riverso sul pavimento della sua abitazione, colpito a morte con numerose coltellate. L’omicidio di Francesco Dogna, 63enne informatico, trovato senza vita la mattina dell’8 gennaio, scuote il quartiere di Santo Spirito. Ma le indagini, avviate dai carabinieri e coordinate dalla Procura di Bari, arrivano in pochi giorni a una svolta: è la sera del 13 gennaio. Nello stesso giorno si sono celebrati i funerali di Dogna. Un uomo di 42 anni viene sottoposto a fermo per il delitto: “Stava pianificando la fuga”, dicono gli inquirenti. A incastrare il 42enne Antonio Rizzi, che la vittima conosceva da alcuni anni, i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona e alcuni messaggi scambiati con Dogna. Arriva la confessione: nella sua versione, l’uomo racconta di aver ucciso la vittima dopo una lite legata al consumo di droga. Al 42enne, detenuto in carcere, viene anche contestata l’aggravante della crudeltà.
La mattina del 14 gennaio l’operaio Petre Zaim è nel cantiere per la realizzazione della nuova centrale termica del Policlinico di Bari. 58 anni, originario della Romania, Petre lavora per la società esterna cui sono stati affidati gli interventi. E’ arrivato da Bassano del Grappa, è al suo primo giorno di lavoro. Petre viene travolto dal carico pendente che si stacca da una gru: per lui non c’è nulla da fare. Una tragedia sul lavoro, la prima del 2025 a Bari città, che provoca l’immediata reazione dei sindacati, che scendono in piazza con un presidio, puntando il dito contro i subappalti e l’assenza di interventi stringenti per la sicurezza sul lavoro. Per la morte del 58enne, viene iscritto nel registro degli indagati un collega, l’operaio che manovrava la gru.
Ma nello scorrere di questo gennaio, c’è un altro tragico avvenimento su cui la città continua a dibattere, e a interrogarsi. E’ la vicenda del neonato trovato morto nella culla termica della parrocchia di San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco. Nelle indagini affidate alla Squadra mobile e coordinate dalla Procura di Bari, gli accertamenti vanno avanti, per cercare di far luce su quanto accaduto. E mentre la perizia sulla culla rileva un possibile mancato funzionamento dei sensori per il riscaldamento del dispositivo, e la presenza di aria fredda dal climatizzatore, si apprende della testimonianza di una donna, resa due giorni dopo il ritrovamento, che la sera del 31 dicembre avrebbe udito “suoni simili a vagiti” provenire dalla zona. “Perdonaci, piccolo fratello, angelo che hai toccato nel profondo le nostre vite”, ha detto il vescovo di Bari, monsignor Satriano, celebrando nella chiesa del cimitero monumentale i funerali del piccolo, che da ieri ha un nome: ‘Angelo’.
Associazione di tipo mafioso armata, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, traffico di stupefacenti: diventano definitive le sentenze di condanna legate all’operazione ‘Vortice Maestrale’ del 2021. Un durissimo colpo al clan Strisciuglio. Carabinieri e polizia, in un’azione congiunta, eseguono 28 ordini di carcerazione. Ma sul fronte della lotta alla criminalità barese non è l’unica notizia. Negli stessi giorni, arrivano due arresti legati alle indagini per l’omicidio di Antonella Lopez, la ragazza uccisa per errore in discoteca a Molfetta, a settembre scorso. Tra gli arrestati, c’è colui che sarebbe stato il reale obiettivo dei colpi esplosi quella sera: il 21enne Eugenio Palermiti. Con lui, viene tratto in arresto il 29enne Savino Parisi ‘junior’, nipote del boss di Japigia ‘Savinuccio’. Per entrambi, l’accusa è di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. La sera in cui Lopez fu uccisa, hanno ricostruito gli investigatori, anche Palermiti sarebbe stato armato. Inoltre, in un’altra occasione, insieme all’amico 29enne, sarebbe entrato armato in un altro locale del Barese, riuscendo, “grazie alla compiacenza di alcuni buttafuori”, a nascondere l’arma eludendo un controllo in atto delle forze di polizia. Una circostanza, quella delle armi portate in discoteca, che rappresenterebbe una ‘consuetudine’ per i giovani dei clan, come le indagini avrebbero documentato: “Un modo per dimostrare la loro prepotenza, la loro appartenenza”, ha rimarcato il capo della Dda, Francesco Giannella, lanciando l’allarme sul fenomeno.
Sul versante della cronaca cittadina, intanto, continua a tenere banco il dibattito legato alla ‘mala movida’, in particolare in zone come l’Umbertino. Per il quale l’amministrazione comunale, dopo i provvedimenti assunti nei mesi scorsi, ha deciso questa settimana di non rinnovare l’ordinanza. Una decisione che il sindaco Leccese, nel corso di un incontro con la cittadinanza dedicato proprio alle ‘politiche della notte’, ha spiegato appellandosi al ‘buon senso’ e alla collaborazione di tutti. Protestano i residenti, preoccupati per il rischio di quello che definiscono un “ritorno al far west”, mentre i gestori dei locali hanno sottoposto all’amministrazione comunale un ‘codice di autoregolamentazione’ che dovrà servire a garantire sicurezza e rispetto delle regole.
Ma mentre si discute sul presente, lo sguardo si allunga anche sul futuro. Quello dell’Università di Bari, ad esempio, che il 15 gennaio ha celebrato i cento anni dalla sua fondazione, con una cerimonia nel Petruzzelli, alla presenza della ministra Bernini e un concerto di Daniele Silvestri in piazza Libertà. Ma guardare al futuro è anche immaginare la città che verrà: nei giorni scorsi, è stato presentato il progetto definitivo del Parco della Rinascita, che sorgerà nell’area dell’ex Fibronit.
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