Come avere il congedo per cure con assegno ordinario. O meglio, ti spiego se, come e quando chi è titolare di un assegno ordinario ha diritto anche ai 30 giorni di assenza retribuita dal lavoro per cure o terapie. – Scopri le nostre guide complete su invalidità, Legge 104 e pensione anticipata.
Guida all’Assegno Ordinario di Invalidità 2024, importi e regole
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Chi riceve l’assegno ordinario ha diritto al congedo per cure?
Chi ottiene l’assegno ordinario di invalidità ha una riduzione della capacità lavorativa pari ad almeno il 67%, cioè almeno i due terzi, riconosciuta dall’INPS dopo apposita valutazione medico-legale. Il congedo per cure richiede un grado di invalidità superiore il 50%.
Se la persona ha ottenuto l’assegno ordinario, risulta quindi già in possesso di un requisito superiore al 50% e può beneficiare del congedo per cure.
In questo caso, la domanda al datore di lavoro dovrà essere corredata dai documenti che attestino la necessità di cure collegate alla patologia invalidante.
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Come funziona la pratica per il congedo per cure con assegno ordinario?
Il lavoratore deve presentare richiesta di congedo al proprio datore di lavoro, allegando:
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- Verbale che certifichi l’invalidità superiore al 50% (nel caso dell’assegno ordinario, viene superato il 67%)
- Documentazione medica che dimostri il legame tra la patologia riconosciuta e le cure richieste
Se i requisiti sono soddisfatti, il congedo può arrivare fino a 30 giorni annui. L’assenza dal lavoro è finalizzata a trattamenti terapeutici e riabilitativi indispensabili per gestire la patologia correlata all’invalidità.
Ci sono dei limiti o regole particolari per avere il congedo per cure con assegno ordinario?
Il criterio principale è che le cure siano strettamente collegate alla condizione che ha dato origine all’invalidità, cioè quella per la quale è stato concesso l’assegno ordinario. Alcuni contratti di lavoro prevedono modalità e forme di retribuzione differenti durante il periodo di congedo, ma la durata massima annuale riconosciuta dalla legge è di 30 giorni.
Il datore di lavoro non può opporsi se la documentazione è completa e dimostra la necessità dei trattamenti, mentre l’ente previdenziale o la struttura medica competente potrebbe verificare la correlazione tra l’invalidità e le cure.
Come funziona e chi ha diritto al congedo per cure?
Il congedo per cure è un periodo di assenza dal lavoro riservato a coloro che possiedono un grado di invalidità almeno pari al 50% e che necessitano di trattamenti riabilitativi o terapeutici collegati alla loro condizione sanitaria. L’obiettivo è favorire il recupero o il mantenimento di una situazione di benessere, evitando che l’attività lavorativa interferisca con le cure essenziali.
Requisiti per ottenerlo
Il requisito minimo è un’invalidità riconosciuta di almeno il 50%, certificata attraverso un verbale rilasciato dalla Commissione Medica competente o da altra autorità sanitaria autorizzata (ad esempio, l’INPS). Oltre a questo, è necessario dimostrare con documentazione medica che le cure richieste siano direttamente connesse alla patologia o alle patologie indicate nel verbale di invalidità.
Durata e modalità
Il congedo per cure può essere concesso per un massimo di 30 giorni all’anno, anche frazionabili. Durante questi giorni, la persona non è tenuta a prestare servizio, poiché è impegnata in visite, terapie o cicli di riabilitazione. La retribuzione o l’indennità durante il congedo dipende dal contratto di lavoro o dagli accordi collettivi che possono disciplinare in modo specifico questo istituto.
L’importanza della correlazione tra invalidità e cure
I trattamenti sanitari devono essere strettamente collegati alla patologia o alle patologie che hanno determinato l’invalidità. Ciò significa che i documenti medici devono riportare la necessità di cure in relazione alla condizione invalidante indicata nel verbale. Questa correlazione è essenziale per ottenere il via libera al congedo, in quanto attesta che l’assenza dal lavoro è davvero motivata da cure terapeutiche o riabilitative non rinviabili.
Che cos’è l’assegno ordinario di invalidità
L’assegno ordinario di invalidità è una prestazione economica che l’INPS riconosce alle persone che subiscono una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 67%. È pensato per coloro che, pur non essendo totalmente inabili, non riescono più a svolgere le proprie mansioni in modo adeguato a causa di malattie o infermità fisiche e/o psichiche.
Requisiti per ottenerlo
Per accedere all’assegno ordinario di invalidità occorre:
- Avere un’anzianità contributiva minima (in genere sono richiesti cinque anni di contributi, di cui almeno tre versati nei cinque anni precedenti la domanda)
- Essere sottoposti a una visita medico-legale presso l’INPS, per dimostrare che la capacità di lavoro risulta ridotta di almeno due terzi in riferimento alle mansioni abituali
Come presentare la domanda
La domanda viene inoltrata all’INPS per via telematica (tramite i servizi online dell’Istituto o con il supporto di un Patronato). Per avviare la pratica, è necessario allegare la documentazione medica che dimostri la patologia o le patologie responsabili della riduzione della capacità lavorativa. Una volta presentata la richiesta, l’INPS convoca il richiedente a una visita di accertamento.
Durata e rinnovo
L’assegno ha una validità triennale e può essere rinnovato se, alla scadenza, rimane invariata o peggiora la situazione sanitaria che ha dato diritto alla prestazione. Dopo due rinnovi consecutivi, l’assegno può diventare definitivo, previa verifica da parte dell’Istituto.
Compatibilità con l’attività lavorativa
Chi riceve l’assegno ordinario di invalidità può continuare a lavorare, se le sue condizioni di salute lo consentono e se l’azienda è disposta a mantenere il rapporto di lavoro. L’assegno, infatti, non comporta il divieto assoluto di svolgere attività lavorativa, ma integra il reddito di chi, a causa di infermità, non riesce a lavorare come prima. L’esistenza di un impiego non esclude la possibilità di ottenere l’assegno, purché sussista il requisito di riduzione della capacità lavorativa.
Quali sono i vantaggi
L’assegno ordinario di invalidità fornisce un sostegno economico a chi non può più lavorare a pieno regime, offrendo la possibilità di mantenere un tenore di vita dignitoso e di ricevere un aiuto concreto nei periodi di maggiore difficoltà, soprattutto se la patologia richiede cure o terapie che limitano ulteriormente la capacità di produrre reddito.
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