Complimenti per gli articoli sull’Umg, peccato che ci sì dimentichi che il direttore generale dell’ateneo svolge l’incarico da più di 12 anni non avendone i titoli, ricorda? “Il dott. Sigilli ha i santi in paradiso” era un titolo da lei utilizzato.
Il richiamo del nostro lettore è perentorio. Ha ragione da vendere. Se ci siamo soffermati in maniera particolare sul ruolo di Santo Gratteri, non è possibile dimenticarsi di chi ha una carica altrettanto importante come quella di direttore generale. In quasi tutte le intercettazioni dell’inchiesta Grecale si fa riferimento al fatto che “tutti sapevano” cosa accadeva nei laboratori di ricerca. E a quanto pare, il dott. Sigilli ne sa parecchio se è vero, com’è vero, che in un passaggio dell’ordinanza in una intercettazione con Domenico Britti a ricostruire i fatti, spiegando la genesi della gestione illecita degli stabulari e dell’assegnazione dell’incarico di “veterinario designato” a Nicola Costa nonostante fosse stato formalmente assunto come tecnico di “Area C” all’Umg e non invece come medico veterinario.
Nei passaggi successivi della conversazione, il direttore generale palesa tutto il suo disappunto per le scelte del prof. Rotiroti, all’epoca preside della facoltà di Farmacia, proprio in relazione alla nomina di Nicola Costa affermando: “Delirio di onnipotenza… perché fece una schifezza… facendo un danno all’Amministrazione… Costa si potrebbe chiamare ai danni per quello che ha fatto… lui questo non lo sa, non glielo ha mai detto nessuno…”. E Britti rincara la dose: “Questa Università sta andando a picco proprio per questi veti incrociati… a quello non lo possiamo toccare, a quello non possiamo parlare, quello coso eccetera eccetera alla fine se lo prendono in quel servizio, sempre i soliti stronzi…”. Rimanendo sul tema della nomina di Costa, Sigilli conclude: “Ma poi è un altro ruolo… come fai… quello è un abuso… una cosa fatta malissimo”.
Il direttore generale Roberto Sigilli, dunque, parla a ruota libera, quasi come se fosse un soggetto estraneo alle illegalità. E così abbiamo felicemente ricordato, grazie al nostro lettore, che il direttore generale dell’Umg Sigilli ha una storia molto particolare. E siamo qui a riepilogarla. L’articolo era del 15 dicembre 2020.
IL DIRETTORE GENERALE DELL’UNIVERSITA’ MAGNA GRAECIA DI CATANZARO, DOTT. ROBERTO SIGILLI, NON HA I TITOLI PER SVOLGERE IL RUOLO RICOPERTO
Risale all’anno 2012 la nomina del Dr. Roberto Sigilli dapprima a Direttore Amministrativo dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e poi a Direttore Generale dell’Ateneo, nomina avvenuta ad personam e senza valutazione comparativa di curricula.
Non sono servite le denunce presentate alla Procura della Repubblica di Catanzaro e nemmeno un’indagine ispettiva svolta nel 2013 dal Ministero delle Finanze a chiarire che il Dr. Sigilli non aveva e non ha i titoli per svolgere il ruolo ricoperto di portata dirigenziale.
Il Dr. Sigilli non intende dimettersi e svolge il ruolo di Direttore generale in barba alle norme di legge incassando annualmente oltre 150.000,00 euro, quattro volte in più dello stipendio da funzionario.
Ebbene sì, per svolgere l’incarico di Direttore amministrativo/generale dell’Ateneo la legge prevede che tale ruolo sia rivestito da un Dirigente e non da un “semplice” funzionario; un dirigente che abbia superato un regolare concorso come tale diverso per natura e finalità da quello di funzionario; e nemmeno possono venire in soccorso le norme previste dall’art. 19 comma 6 del D.Lgs. 165/2001 che derogano la nomina di un dirigente in ragione di un funzionario nella misura dell’8% della dotazione organica dell’Ateneo, semplicemente perché nella pianta organica dell’Ateneo non è mai esistito il ruolo di Dirigente.
Anche il Codacons di recente ha sferrato un attacco contro il Direttore dell’Università chiedendo chiarezza sull’indagine ispettiva del Ministero delle Finanze che dal 2013 sembra essere stata insabbiata. La notizia è apparsa nello scorso mese di ottobre ma non ha avuto seguito.
Il Movimento Cinquestelle a prima firma della deputata Bianca Laura Granato ha presentato una interrogazione parlamentare affinché venga chiarito il ruolo del Ministero in questa vicenda. Allo stato tutto tace forse nella speranza che questa vicenda venga dimenticata negli anni. E una domanda sorge spontanea: ma quanti santi in paradiso ha questo dottore Sigilli?
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