Buoni postali, annunciato il più vantaggioso di sempre | Vale 10 volte più degli altri

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Non sottovalutare i buoni postali che possiedi in casa. Verificane il periodo di emissione e le caratteristiche di stampa. Alcuni valgono una piccola fortuna

I buoni postali sono strumenti che vengono emessi da Poste Italiane, che rappresentavano una pratica molto diffusa nell’Italia del secondo ‘900. Si tratta di beni di risparmio che in diversi casi, con il passare del tempo, possono fruttare delle somme discretamente importanti ai beneficiari che li possiedono.

Non è un caso se negli ultimi anni la pratica dei buoni postali e l’interesse verso di essi hanno ricominciato a crescere, quasi come avveniva 40 o 50 anni fa. E se vi state chiedendo perché ciò è avvenuto, la risposta è proprio da ricercare nella potenzialità del valore degli stessi.

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Pensate a tutti coloro che frugando tra le cianfrusaglie riposte all’interno di vecchi cassetti, raccoglitori contenenti documenti e foto di famiglia sono venuti in possesso di questi particolari tagliandini, rendendosi conto di avere nel proprio palmo una piccola miniera d’oro direttamente a portata di mano.

E’ per questo che, se ti dovesse capitare di imbatterti in un buono postale, faresti meglio a rivolgerti direttamente ad un esperto, in modo che quest’ultimo possa fornirti tutte le informazioni necessarie proprio sul suo valore e sulla tua possibilità di guadagno. Esistono alcuni peculiari buoni, magari emessi in un determinato periodo storico o presentanti specifiche caratteristiche, che possiedono un valore da far girare la testa, divenendo preda persino dei collezionisti di vecchi cimeli postali.

Buoni dal valore pari a cinque cifre?

Sono proprio questi i fattori che determinano differenze anche di migliaia di euro tra esemplari all’apparenza simili, ma differenti. Se non si fosse capito, è fondamentale sottolineare come i buoni postali non possiedano tutti lo stesso valore. Innanzitutto lo stesso varia in base al valore nominale applicato, ma oggigiorno anche i particolari che potrebbero contraddistinguerli come elementi da collezione veri e propri contribuiscono a far lievitare il prezzo. Ad esempio, i buoni emessi prima del 1986; precedentemente rispetto a questa data gli interessi venivano calcolati basandosi su tassi molto più elevati rispetto a quelli odierni, portando il valore nominale, addirittura, a decuplicare l’effettiva somma intascabile al giorno d’oggi, come nel caso di buoni emessi intorno all’anno 1980.

Anche gli errori di stampa nelle immagini o nelle scritte possono accrescere il valore proprio per la loro unicità, come succede nella maggior parte degli ambiti di collezionismo. I collezionisti, infatti, sono sempre alla ricerca di cimeli di questo genere, sia per il loro valore, ma ancor di più per la peculiarità rappresentata da pezzi unici ed irripetibili. Un mercato a sé è quello garantito dai buoni emanati durante il periodo corrispondente agli scontri bellici, proprio per garantire una finanza ulteriore nei confronti dello Stato. Presentano generalmente degli elementi riconducibili proprio alla guerra, divenendo dei cimeli ricercatissimi anche dagli appassionati di storia contemporanea e di conflitti mondiali.

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I potenziali guadagni e il collezionismo

Per stabilire il guadagno potenzialmente fruttabile è necessario prendere in riferimento molteplici aspetti, a partire dalla data di emissione e dallo stato di conservazione dello stesso, che potrebbe comportare un aumento o un crollo del suo effettivo valore. Non si può non considerare la variabile del tasso d’interesse e della rivalutazione monetaria. Per rendere un esempio pratico, esistono buoni emessi 40 anni fa o più dal valore nominare pari a 100.000 lire che oggi, con gli effetti prodotti dalle variabili precedentemente citate, possono raggiungere anche i 2.000 euro. E le cifre sono destinate a salire se ci spostiamo ancora più indietro nel tempo; buoni che arrivano dal periodo della Seconda Guerra Mondiale possono sforare anche i 10.000, se presentanti certe caratteristiche e mantenuti in uno stato pressoché perfetto. Per comprendere a pieno il valore, gli elementi più influenti a cui dovrai prestare attenzione sono la data di emissione, in base alla quale riuscirai a verificare il tasso di interesse, che nel passato risultavano essere fissi, calcolando gli interessi maturati. Ma ricordati che la cosa più conveniente e lungimirante da fare è rivolgersi ad un esperto specializzato nell’ambito, cercando di delineare un’idea di prezzo approssimativa basandoti sui prezzi circolanti nel mercato.

E anche se il tuo buono dovesse rivelarsi scaduto, non temere; la loro prescrizione permette la riscossione del suo valore fino alla decade successiva la data della scadenza. Ma attenzione, si tratta di un dato soggetto a forte variabilità in base al buono posseduto. Ma nel caso in cui, pur non essendo più in tempo per riscuoterlo, tu voglia comunque generare un profitto, gettarsi nel mercato dei collezionisti è sempre l’opzione giusta. Così facendo riuscirai ad incassare velocemente, specie se il buono da te posseduto presenta caratteristiche uniche o comunque molto rare e ricercate. E’ per questo che dovresti cominciare ad interpretare i buoni postali non unicamente come dei beni di risparmio, ma più come veri cimeli, da conservare con cura, in attesa che il loro valore sul mercato possa crescere negli anni a venire. Ad affermarlo è Digi News.



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