Bagno di folla a Colletorto per i fuochi di Sant’Antonio

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Bagno di folla a Colletorto per il culto dei fuochi in onore di Sant’Antonio Abate. Tantissimi falò all’insegna della tradizione rendono suggestivi gli angoli più caratteristici del borgo.Notte dei fuochi a Colletorto in una serata suggestiva che rincuora. Con tantissime famiglie, ospiti e gruppi giovanili giunti da fuori. Scintillano con le loro lingue tinte di rosso i coni dei fuochi infuocati, come si vede dal reportage fotografico, con una luce calda in tanti punti dell’abitato. L’abitato è punteggiato da una cornice di calore che segnala le architetture del borgo. Una bellezza dunque di luce e di caldi colori. Una bellezza di luoghi che a che fare con una realtà autentica. Che sa tanto di cultura popolare e di vita. Motiva senz’altro ogni fascia sociale. La festa coinvolge tutti quanti richiamando non pochi valori che ormai la società contemporanea ha messo alle spalle. Diversi i gruppi musicali tradizionali nel “giro dei fuochi” per far gioire la folla dei partecipanti fino a tardi in ogni luogo. La musica che accompagna la legna ardente riscalda i cuori sensibili pieni d’amore. La tradizione si perde nella notte dei tempi. Nell’occasione per i colletortesi residenti fuori è un evento in cui bisogna essere sempre presenti. Perché richiama il canto delle proprie radici. Che mai bisogna dimenticare. Il paese regala tante emozioni. Intorno ai fuochi si canta, si balla e si mangia gratuitamente all’insegna della gioia e del divertimento. Colletorto si mostra subito un borgo aperto. Accogliente. Non poche le emozioni durante la cerimonia religiosa. Sono gli anziani nell’occasione, sulle ali della memoria, a ricordare i tempi di ieri ormai alle spalle. Attenti ai bisogni del quartiere e della vita sociale del paese che nel corso della sua storia ha perso non poche presenze. Nel fuoco c’e’ tanta sacralità nascosta. C’è il ricordo dell’immaginetta del Santo un tempo puntualmente presente nelle stalle per proteggere gli animali. In chiesa e nei fuochi l’immagine del Santo è più grande e appariscente con la scritta “Viva Sant’Antonio Abate”. Nella dimensione della memoria viene fuori una curiosa narrazione da ricordare sempre per testimoniare i valori della festa. I principi. Il rispetto. L’amore per la gente. Nelle persone più sensibili spontaneamente si fa strada il bisogno di raccontare le storie di ieri. Gli altissimi coni di legna ricordano l’essenza di un pensiero che va altre ogni forma di comportamento istintivo. La cultura del fuoco lo precisa. Anzi nella composizione del fuoco questo simbolo devozionale viene decisamente rimarcato. La punta di un lungo pezzo di quercia, su cui vengono appesi pezzi di carne di maiale, sistemati accuratamente sul cono per completare la sua caratteristica morfologia, è un atto d’amore verso il cielo. Per amare di più. Tutti. Nel corso della cerimonia il parroco don Luigi Mastrodomenico si sofferma sui valori cristiani. La chiesa di San Giovanni Battista è stracolma di fedeli. In tanti attendono fuori con i propri animali per ricevere la benedizione. La scena intenerisce i più piccoli. I sentimenti sono autentici. Le emozioni si amplificano al suono disteso del campanone. Il sacro tocca i capifuoco e i padroni degli animali durante la benedizione. In una cornice suggestiva, nel cuore del borgo degli angioini, tra la torre e il campanile, parte così l’accensione di tutti gli altri falo’. Ogni responsabile del fuoco preleva la brace benedetta per portarla negli altri fuochi e dare l’avvio all’accensione. Prende fuoco così la legna raccolta. I fuochi e i gruppi di lavoro, impegnati nei dettagli per far sentire il proprio calore, sono nove. Tanti. I falò sono enormi. Gli autori in maggioranza sono giovani. Tutti raccolti intorno alla brace che scintilla senza sosta.
La festa è molto partecipata. C’è il piacere di viverla nella sua dimensione sociale. E’ ricca di nuovi incontri. Si ascoltano i consigli per migliorarla per evitare brutte sorprese. La festa viene intensamente vissuta. Il paese mostra il suo cuore più bello. Il culto del fuoco mette da parte le cose che non vanno. E che danneggiano l’anima. Nel silenzio del borgo il fuoco in onore di Sant’Antonio Abate è simbolo di impegno e di vitalità. Di rinnovamento e di speranza per l’anno nuovo che verrà.

Luigi Pizzuto



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