Ministra Locatelli: “Siamo ancora in fase sperimentale, abbiamo già chiesto all’INPS i primi provvedimenti operativi per risolvere gli intoppi”
Durante un recente Question Time durante la seduta del Senato si acceso il confronto tra il Senatore Nave (M5S) e la Ministra per le disabilità Locatelli sul tema della riforma della disabilità. Il Sen. Nave ha infatti sottoposto un’interrogazione alla Ministra sulle nuove disposizioni relative all’accesso alle prestazioni assistenziali per persone con disabilità.
L’interrogazione, firmata dai senatori Nave, Di Girolamo e Damante, ha toccato temi cruciali riguardanti la recente riforma della disabilità e le difficoltà riscontrate nella sua applicazione iniziale. La Ministra Locatelli ha fornito risposta immediata, senza tuttavia soddisfare per intero le richieste degli interroganti. Riassumiamo di seguito i punti salienti del confronto.
I PUNTI CRITICI SOLLEVATI DALL’INTERROGAZIONE
Nel testo dell’interrogazione (n. 3-01601), i Senatori hanno evidenziato come il decreto legislativo approvato il 15 aprile 2024 e pienamente efficace dal 10 gennaio 2025 introduca importanti modifiche in materia di valutazione della disabilità. Tra i principali cambiamenti, il decreto prevede l’eliminazione delle visite di revisione per accertare la permanenza dei requisiti sanitari che danno diritto al riconoscimento dell’invalidità civile.
Tuttavia, nonostante gli obiettivi dichiarati di semplificazione e sburocratizzazione, sono state segnalate persistenti criticità. In particolare: la mancata attuazione uniforme delle disposizioni, con commissioni mediche che continuano a convocare persone con disabilità grave per visite di revisione, in apparente violazione delle norme vigenti; la necessità di adeguate risorse finanziarie per rendere pienamente operativa la riforma; l’insufficienza del fondo per l’assegno di cura, che obbliga a una distinzione tra disabili gravi e gravissimi, penalizzando i primi.
LA RISPOSTA DELLA MINISTRA LOCATELLI
Nel rispondere, la Ministra ha sottolineato che la riforma è attualmente in fase di sperimentazione in nove province italiane. Questo periodo di prova, previsto per tutto il 2025, mira a testare l’efficacia delle nuove procedure di valutazione e il loro impatto sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie.
“Abbiamo già avviato interlocuzioni con l’INPS per evitare che persone con disabilità gravi e accertate siano convocate inutilmente per visite di revisione”, ha dichiarato il Ministro. “L’obiettivo è eliminare procedure umilianti e frammentarie, adottando un approccio che consideri la persona nella sua globalità, sia dal punto di vista sanitario che sociale”.
Per quanto riguarda il tema dell’assegno di cura, il Ministro ha precisato che la gestione del fondo è di competenza del Ministero del Lavoro. Attualmente, le risorse del Fondo nazionale per le non autosufficienze ammontano a oltre 900 milioni di euro, destinate a supportare sia le persone con disabilità che gli anziani non autosufficienti. Queste risorse, ha aggiunto, sono ripartite alle regioni, che decidono autonomamente come allocarle all’interno delle linee guida nazionali.
La Ministra ha assicurato che il finanziamento per la fase di sperimentazione è già completo e che, una volta terminata questa fase, la riforma sarà pienamente operativa su tutto il territorio nazionale. Ha inoltre ribadito l’importanza del “progetto di vita individuale personalizzato”, che rappresenta uno dei pilastri della riforma, garantendo un supporto integrato e multidimensionale alle persone con disabilità.
Nonostante queste rassicurazioni, il senatore Nave e gli altri firmatari dell’interrogazione hanno manifestato preoccupazione per il mancato rispetto di alcune disposizioni già vigenti e per le difficoltà che le famiglie continuano a incontrare. “La vera rivoluzione culturale e civile di cui si parla deve tradursi in cambiamenti concreti e tangibili per i cittadini più fragili,” ha concluso il senatore Nave.
La riforma della disabilità rappresenta un passo importante verso una maggiore inclusione e una gestione più equa delle risorse. Tuttavia, come evidenziato durante il Question Time, la strada per una piena attuazione è ancora lunga e richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, degli enti locali e delle associazioni per la disabilità.
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