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Lo staff di Donald Trump ha diffuso, quattro giorni prima dell’insediamento del 20 gennaio, le foto ufficiali del presidente eletto e del suo vice J.D. Vance. Il sito della transizione propone le due foto con il titolo «and they go hard», uno slang che più o meno sta per: «e spaccano». Mentre quella del vicepresidente è un ritratto molto tradizionale, a mezzo busto, con una giacca e cravatta blu/celeste, sullo sfondo la bandiera americana e sul volto un rassicurante sorriso, la notizia è che quello di Donald Trump, scattato dal suo fotografo capo, Daniel Torok, è del tutto insolito.
Trump è un maestro delle comunicazione – ci ricordiamo tutti la foto dopo lo sparo dell’attentatore dell’agosto scorso, in cui alza il pugno e grida «Fight! Fight! Fight!», ossia «lottiamo» a ripetizione, circondato dagli uomini della sicurezza in una composizione a triangolo di cui lui è il vertice con dietro la bandiera americana, come fossa la Libertà o Gavroche nel dipinto di Delacroix La libertà che guida il popolo (alla rivoluzione francese). Adesso ha sfruttato l’occasione della foto ufficiale per attirare l’attenzione e lanciare un altro messaggio. Quale?
Com’è la foto ufficiale
Innanzitutto che cosa ci mostra: un ritratto più ravvicinato, non un mezzobusto. Uno stratagemma per instaurare una connessione maggiore con chi guarda, come se la foto stesse dicendo: senti un po’, presta attenzione, guarda chi sta arrivando alla Casa Bianca, avvicinati.
Poi colpisce lo sguardo torvo, il sopracciglio alzato e l’altro no, l’espressione severa. La luce arriva dal basso, per evidenziare gli occhi, e conferire al viso ombre, stratagemma tipico dei film horror.
Sgombriamo subito il campo a chi si sta chiedendo: lo ha fatto apposta?
Che sia una scelta intenzionale è più che sicuro: Trump nel 2017 aveva rilasciato una tradizionalissima foto, con tanto di sorriso, pettinato e in posa ufficiale (vedi sotto). Il cambio strategia è evidente. Non solo. La foto non è solo emblematica in sé, ha anche un preciso messaggio. Quale? Per scoprirlo bisogna fare qualche indietro e fare il confronto con la foto segnaletica del 2023, che fece il giro del mondo, e che è oggettivamente identica, dallo sguardo ai capelli arruffati.
Com’era la foto segnaletica
Trump era stato arrestato il 25 agosto 2023 nel carcere di Atlanta – ma di fatto l’arresto durò solo 20 minuti, fu subito rilasciato dopo aver pagato una cauzione di 200 mila dollari – per aver tentato insieme ad altre 18 persone di ribaltare il voto in Georgia nel 2020. Era stato schedato con la matricola P01135809 e registrato come: «Maschio bianco, alto 1,92 cm per 97 chili, capelli biondi o fragola, occhi blu». L’immagine dell’espressione torva e minacciosa era diventata subito virale, vennero scritti centinaia di articoli sul colore di capelli (da blorange a strawberry blonde) e sulla veridicità dei dati biometrici, molti scrissero che si trattava della «foto dell’anno». Del resto, a differenza dei ritratti ufficili dei presidenti, non esistevano foto segnaletiche di ex presidenti.
Perché la foto ufficiale è identica a quella segnaletica?
Trump quindi cosa sta facendo? Sta collegando implicitamente due immagini, la prima delle quali la conosciamo bene. Ma soprattutto segna un’ulteriore tappa della narrazione della «vittima che lotta», nata appunto con la sconfitta alle elezioni del 2020, la cosiddetta «elezione rubata», passata attraverso l’attentato, il «Fight! Fight! Fight!», il cerotto sull’orecchio e arrivata alla vittoria elettorale del 2024. Qui sta quindi dicendo: ero lì, incarcerato, ora sono qui, alla soglia della Casa Bianca. Segna questo passaggio come se fosse il «lieto fine» di una brutta storia nata con l’imbroglio della sconfitta. Uno storytelling, e una «storia» efficace, che non solo fa «unire i puntini» a tutti, sostenitori e detrattori, ma che nell’era della cancellazione di tutti i limiti alle fakenews, punta a cancellare quello che c’è stato in mezzo, quattro anni di governo dei democratici, come se nulla si fosse mai davvero interrotto.
Perché la foto ufficiale è all’opposto della precedente ufficiale?
Un’immagine che, inoltre, va confrontata anche con quella ufficiale del 2017, che non solo dimostra l’intenzionalità di creare tutta una nuova immagine come dicevamo, ma serve anche a lanciare un altro segnale.
«Mi fa paura», «È inquietante», hanno scritto in molti sui social commentando il nuovo scatto. E non è strano: se una volta Trump sorrideva soddisfatto, come fanno tutti i Presidenti che lo hanno preceduto prima di iniziare il loro mandato, adesso è molto serio, la bocca è tesa, e soprattutto lo sguardo accigliato suona come una minaccia: ora so tutto, preparatevi, sto arrivando. Non è più il 2017. Concetto che aveva già espresso mentre formava la sua super-controversa squadra di governo: «Un tempo a Washington Dc non conoscevo nessuno, ora so come funziona».
Di conseguenza, per il motivo opposto, il nuovo vicepresidente J.D. Vance sceglie un ritratto tradizionale, non solo per dare di sé stesso un’immagine rassicurante, conservatrice, pulita e senza ambiguità, essendo il suo primo mandato e soprattutto le sue tesi da molti considerate estremiste. Ma anche per «bilanciare» l’inedito scatto di Trump.
P.s. Mentre si stanno ovviamente creando meme di ogni tipo, alcuni hanno anche scritto che, se si vedessero le braccia, potrebbe assomigliare anche a un inquietante «zio Sam» che per arruolarti a nuove guerre ti dice: I want you!
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