«Grazie all’analisi dei dati scrutiamo il cielo e il clima», l’intervista a Gaetano Volpe ceo di Latitudo 40

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GaetanoVolpe, lei è il Ceo e co-fondatoredi «Latitudo 40», ex startup e ora pmi innovativa di Napoli, diventata leader nell’utilizzo di immagini satellitari e intelligenza artificiale per trasformare i dati grezzi in modelli informativi e data set per aiutare le aziende: come ci siete riusciti?

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«Intanto perché fare impresa a Napol inon è affatto impossibile e la nostra storia lo dimostra, con la particolarità peraltro che siamo tutti remoti. Al punto che contrariamente a quanto accadeva troppo spesso in passato, siamo noi oggi ad attrarre competenze digitali dal Nord, giovani cioè che scelgono di lavorare per un’azienda innovativa del Sud: stiamo capovolgendo l‘Italia…».

I dati Istat di ieri dimostrano che la Campania è tra le prime regioni per digitalizzazione: per molti sarà una sorpresa…

«Qualcosa si muove, sicuramente. Pubblica amministrazione e imprese private hanno capito che nel prendere delle decisioni servono dei dati, evidenze chiare, cioè, che possono arrivare solo da strumenti digitali, da sensori IOT o dallo spazio. La nostra azienda, non a caso, serve moltissimo alle aziende che lanciano i satelliti: noi ricaviamo informazioni dalle immagini satellitari ed è un bene che il Governo abbia previsto oltre un miliardo di risorse nel Pnrr per potenziare la space economy perché gli investimenti inquesto settore saranno sempre più decisivi».

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«Noi calcoliamo le temperature al suolo per comprendere le variazioni climatiche nel tempo di una città o di un terreno agricolo, favorendo così l’adozione delle misure necessarie a una corretta prevenzione ambientale. O misuriamo il rischio di inondazione delle città costiere o vicine ai fiumi in caso di piogge estreme o di altri eventi calamitosi. O ancora il rischio di eventi climatici avversima anche di frane e incendi nel settore immobiliare».

Lo fate anche in Europa, è così?

«Nel mondo, per la verità. Una ventina le città in Europa, da Torino a Barcellona, ad Helsinki, con cui lavoriamo per migliorare le loro strategie di pianificazione e di politica ambientale. E una serie di clienti privati, come in Nord America. Abbiamo lanciato da poco una campagna sui nostri social per spiegare cosa sta succedendo a LosAngeles in questi giorni, un classico esempio di come sipossono evitare disastri del genere conoscendo per tempo i rischi derivanti dal combinato disposto di elementi monitorabili, dalle condizioni del terreno al clima».

Ma al Sud e comunque in Campania c’è la consapevolezza tra le imprese che l’Intelligenza Artificiale può essere un alleato se ben gestita?

«Ci sono luci e ombre.Le aziendepiù grandi e organizzate hanno capito che così si possono efficientare dei processi ma molte delle piccole imprese sono ancora in ritardo nell’alfabetizzazione informatica .Molto dipenderà dall’utilizzo di Transizione 5.0 che, com’è stato per Industria 4.0, fa capire che le macchine possono parlare con le macchine e con l’algoritmo dell’IA e dunque accelerare i percorsi produttivi. Vale anche per l’agricoltura, perché investire sapendo che con l’Intelligenza artificiale si possonorisparmiare danniper leproduzioni è sicuramente ungrande vantaggio».

C’è un problema di competenze, immagino. I laureati nelle materie Stem sono ancora pochi, le aziende più innovative fanno fatica a trovare il personale di cui hanno bisogno…

«Sicuramente. C’è uno skill gap, non solo in Italia, di competenze in grado di dominare le data sciences: i bravi che escono dalle università sono troppo pochi per rispondere alle esigenze dell’industria. C’è anche un problema di salari ,inutile nasconderlo, che attira i giovani all’estero e come se non bastasse anche le borse di studio destinate ai dottorati universitari risultano poco competitive, specie su scala internazionale. Napoli, però, nonostante questi problemi, sta diventando un bellissimo hub dell’innovazione: la Federico II produce laureati di altissima qualità e le Academy, grazie anche alla lungimiranza della Regione e dell’assessore Fascione, garantiscono un ulteriore salto di qualità. E poi c’è la nostra capacità, tutta napoletana, di saper rispondere sempre alle difficoltà: i nostri ingegneri e sviluppatori non sifermano fino a quando non arrivano al risultato previsto».

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