Bonus edilizi 2025, nuova beffa per i contribuenti: riguarda la propria residenza

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Molti bonus edilizi sono stati confermati per il 2025 grazie alle disposizioni della Manovra di Bilancio.

Ma non tutti con la stessa aliquota del 2024. Anzi, a partire da gennaio la stragrande maggioranza delle agevolazioni prevederà percentuali più esigue a seconda dell’immobile da ristrutturare.

E proprio in merito all’immobile è emerso un nuovo problema: cosa succede se si effettuano i lavori in un edificio in cui (al momento) non si risiede?

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Vediamo infatti cosa può succedere, e quale detrazione si può usare come alternativa.

Per saperne di più in merito all’argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Vincenzo Madera.

Bonus edilizi 2025, il problema dei limiti alla residenza

Grazie alle nuove disposizioni della Manovra di Bilancio 2025, la maggior parte dei bonus edilizi prevederà da gennaio due aliquote specifiche:

  • ?

    50% se i lavori vengono eseguiti in una prima casa, ovvero nell’abitazione in cui si risiede;

  • ?

    Conto e carta

    difficile da pignorare

     

    36% se si lavori vengono fatti in una seconda casa, ovvero in un altro immobile diverso da quello della residenza.

Qui scatta il problema. L’aliquota massima (ovvero il 50%) è solo per i lavori di ristrutturazione condotti su edifici adibiti ad abitazione principale.

Mettiamo però il caso che un contribuente abbia acquistato un immobile per ristrutturarlo, in modo da andarci ad abitare alla fine dei lavori. Al momento però non ci abita (appunto a causa dei lavori), e deve risiedere in un altro edificio.

In questo caso, quale aliquota potrà utilizzare per l’immobile da ristrutturare: il 50% o il 36%? Nella Manovra di Bilancio proprio questo dettaglio non viene chiarito.

E se non verrà chiarito in tempi brevi, stando al Sole 24 Ore, i proprietari di 500mila case in Italia dovranno pagare spese di ristrutturazione ancora più salate.

Bonus edilizi 2025, quanto si rischia di perdere

Passare dal 50% al 36% comporterà per molti contribuenti una spesa non indifferente per eseguire i lavori di ristrutturazione sul proprio immobile.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Prendiamo ad esempio il bonus ristrutturazione. Per gli edifici non adibiti a residenza principale (appunto le “seconde case”) l’aliquota non è più del 50%, ma del 36%. Inoltre il massimale di spesa passa da 96mila a 48mila euro.

A conti fatti, con lavori da 96mila euro, il contribuente si ritroverebbe a dover pagare non più solo 48mila euro (il restante 50% di 96mila euro), bensì 78.720 euro, dato che il 36% di 48mila euro è 17.280 euro.

Diverso è il caso dell’Ecobonus, la cui principale modifica è solo nell’aliquota, che passa dal 50% al 36% per le “seconde case”.

A prescindere, però, i proprietari di questi immobili rischiano di pagare decine di migliaia di euro in più di spese edilizie. E solo perché a essere ristrutturata non è la propria residenza ma un altro edificio.

Proprio una bella beffa per i contribuenti.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Bonus edilizi 2025, quale agevolazione conviene utilizzare

Purtroppo quasi tutti i bonus edilizi confermati per il 2025 hanno questa distinzione “opaca” tra prime e seconde case.

Meno che il Superbonus. In effetti, stando alla Circolare dell’Agenzia delle Entrate numero 13/E del 2023, quest’agevolazione fiscale non prevede aliquote ridotte anche se l’immobile da ristrutturazione non è una “prima casa”.

Come precisa il testo dell’Agenzia:

“Si ritiene che, qualora l’unità immobiliare non sia adibita ad abitazione principale all’inizio dei lavori, il Superbonus spetti per le spese sostenute per i predetti interventi, a condizione che il medesimo immobile sia adibito ad abitazione principale al termine dei lavori“.

Basta solo che l’edificio diventi la propria residenza alla fine dei lavori per poter avere il bonus con la sua aliquota ufficiale.

Pertanto, bisognerà attendere ulteriori chiarimenti dalle autorità preposte per sapere se agevolazioni come il bonus ristrutturazione o l’ecobonus possano essere usufruiti con l’aliquota al 50% anche in caso di immobili in cui non si risiede.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link