Altro che bavaglio. Il divieto introdotto in Italia di pubblicare in maniera integrale o per stralci le ordinanze di custodia cautelare non è una richiesta di Bruxelles. Anzi, se c’è una cosa che l’Unione chiede all’Italia è di difendere l’informazione libera
Non ce lo chiede l’Europa. La Fnsi lo sostiene da tempo e ora è arrivata anche la conferma ufficiale da parte della Commissione europea.
Rispondendo a una interrogazione degli europarlamentari del Movimento 5 Stelle, il commissario Michael McGrath lo ha scritto in maniera chiara: la direttiva europea sulla presunzione di innocenza «non prescrive limitazioni specifiche per quanto riguarda la pubblicazione da parte della stampa di atti processuali relativi alla fase preprocessuale del procedimento.
Fatto salvo il diritto nazionale a tutela della libertà di stampa e dei media, la direttiva prevede soltanto che la diffusione di qualsiasi informazione da parte delle autorità pubbliche ai media rispetti la presunzione di innocenza e non crei l’impressione che la persona sia colpevole prima che la sua colpevolezza sia stata provata dalla legge».
Insomma, il divieto introdotto in Italia di pubblicare in maniera integrale o per stralci le ordinanze di custodia cautelare non ce lo chiede l’Europa. La Fnsi, appunto, lo denuncia da tempo: strumentalizzando il garantismo, prezioso e irrinunciabile principio costituzionale, impone un bavaglio alla stampa per colpire direttamente il diritto dei cittadini a essere informati.
Siamo di fronte all’ennesima prova che questo governo sta portando l’Italia sempre più fuori dai canoni dell’Europa. Perché, invece, l’Europa alcune cose ce le chiede, basta leggere la Relazione sullo stato di diritto.
La riforma della diffamazione
Certo, si cancella il carcere: non è una gentile concessione, ma solo un obbligo imposto dalla Corte costituzionale. Ma intanto si aumentano le sanzioni in maniera spropositata: un effetto deterrente (“chilling effect“, si dice tecnicamente) che vale quanto la minaccia del carcere.
Una norma contro le querele bavaglio. E invece nulla, ignorando l’esistenza anche di una Direttiva specifica. Anzi, intanto il governo italiano conquista il record europeo di querele bavaglio contro i giornalisti (dati della organizzazione Case). E, per non farsi mancare nulla, sperimenta anche gli esposti in procura per scoprire le fonti dei giornalisti, come ben sanno i colleghi di Domani.
La liberazione della Rai dai governi
Anche su questo nulla. Nonostante l’imminente entrata in vigore dell’European Media Freedom Act. Anzi, occupa Viale Mazzini in maniera asfissiante: e i danni in termini di ascolti aprono scenari inquietanti sul futuro dell’azienda, con rischi di pesante ridimensionamento. Intanto, però, sequestra i lavori della commissione di Vigilanza perché non ha i voti per eleggere il presidente della Rai. Nei fatti siamo nell’anomalia di un cda guidato da mesi per anzianità, condizione che lo spirito della legge prevede solo come temporanea nella fase di inizio mandato.
E infine l’equo compenso per i giornalisti. Anche su questo palla buttata in tribuna. Perché quando si parla di diritti dei lavoratori, e in particolare dei precari, la decisionista presidente del Consiglio dei ministri si trasforma nella “temporeggiatrice”. E così rimanda a “tavoli” al ministero della Giustizia aperti da oltre un anno, e dove volutamente tengono nel cassetto la proposta della Fnsi e dell’Ordine dei giornalisti.
Quattro esempi di come il governo Meloni, quando davvero l’Europa ci chiede qualcosa per tutelare la libertà di stampa, risponde un secco “no”: volta le spalle a Bruxelles e guarda alla Budapest di Orbán.
L’Italia rischia di diventare uno dei satelliti della tecnocrazia oscurantista di Elon Musk.
Quel Musk che attacca i giudici italiani. Quel Musk che tira la volata elettorale alla leader dell’estrema destra tedesca Alice Weidel, aiutandola a propalare fake news come quella che «Hitler era comunista». Ecco perché oggi invece serve più Europa, per difendere i diritti e le libertà della nostra Costituzione, per difendere la nostra democrazia.
© Riproduzione riservata
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link