Ferrari (Pd): «Serve una legge sul consenso». Il Centro sociale: «Cultura patriarcale radicata nella società»
Arrivano le prime reazioni alla denuncia di Non una di meno, che ha riferito di uno stupro recentemente avvenuto nella zona di Trento. «Questo post — avevano spiegato le attiviste — vuole essere la denuncia di uno stupro subito da una di noi, da parte di un “compagno” che oltre a essere un “amico fidato”, si è sempre dichiarato “alleato” attraversando i nostri spazi pubblici. Un uomo che ha tradito la fiducia accordatagli abusando di una nostra sorella in un momento di fragilità». Tra i primi a esprimere solidarietà c’è il Centro sociale Bruno: «Episodi come questi, che dimostrano quanto la cultura patriarcale sia radicata nella società, sono inaccettabili e vanno condannati senza se e senza ma. Resta viva, oggi più che mai, la necessità di rimanere unite e rendere sicuri gli spazi che attraversiamo».
«Frustrazione per violenza compiuta da “un alleato”»
Anche il Coordinamento donne democratiche del Trentino interviene sulla vicenda: «Sentiamo forte la frustrazione di un atto di violenza compiuto da “un alleato”, un uomo che ha abitato le nostre piazze, che pensavamo sensibilizzato alle nostre lotte, alle nostre rivendicazioni e che, invece, si è manifestato come un ipocrita nemico delle donne». Secondo il Coordinamento donne democratiche è necessario smascherare ogni forma di ipocrisia sul tema della violenza di genere: «Siamo determinate nel continuare a ribadire che lo stupro e tutte le forme di violenza compiute dagli uomini contro le donne hanno radici nella cultura patriarcale. Queste radici vanno sradicate attraverso un piano di educazione serio e strutturale, che parta dalla scuola, ma che attraversi tutti i settori della società». Proprio per questo, il Coordinamento chiede di programmare dei corsi sull’educazione di genere in tutte le scuole: «Nel frattempo, confidiamo che la compagna possa avere giustizia». Vicinanza e solidarietà alla vittima, arrivano pure dalla deputata del Partito Democratico, Sara Ferrari. «Voglio ringraziare la donna e Non una di meno per aver voluto rendere pubblico quanto accaduto», spiega la parlamentare. «Quello della violenza contro le donne è un fenomeno sociale che deve emergere e di cui devono farsi carico le istituzioni, ma anche la collettività tutta».
«Questa piaga sociale è un problema collettivo»
Oltre alla prevenzione, che va portata avanti sia sul fronte educativo che culturale, per Ferrari bisogna adoperarsi maggiormente per la presa in carico delle vittime: «Non riusciremo a sconfiggere questa piaga sociale se non la riconosciamo come un problema collettivo e continuiamo a pensare che siano affari privati delle coppie». Inoltre, anche per la deputata dem, il fatto che la violenza sia avvenuta in un contesto che si pensava solidale con le battaglie femministe dimostra che la cultura patriarcale si può annidare ovunque. «Purtroppo — sottolinea Ferrari — in Italia non esiste una legge sul consenso ed è per questo che abbiamo presentato una proposta in Parlamento, insieme alla collega Laura Boldrini, per arrivare ad avere una norma di questo tipo». La deputata, in qualità di capogruppo del Pd nella commissione bicamerale di indagine sui femminicidi e la violenza di genere, in primavera prenderà parte a una missione che si recherà in Spagna. L’obiettivo è quello di studiare il sistema antiviolenza spagnolo e approfondire il funzionamento della legge sul consenso approvata dal governo Sánchez, in modo da trarne spunti da applicare al contesto italiano.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link