Il bando sul parco di Tor Fiscale non serve a “fare cassa” e la realtà che negli ultimi anni ne ha garantito la gestione “non è stata bocciata”. Il presidente del municipio VII ha provato a far chiarezza su una delle questioni che, nel popoloso territorio amministrato, da alcuni mesi stanno tenendo banco.
La gestione futura dei casali di Tor Fiscale, in questi anni rimasta in mano all’associazione La Torre del Fiscale, ha provocato dibattiti e lacerazioni. È stata causa di dissidi interni al centrosinistra che hanno portato anche alle dimissioni del capogruppo PD in municipio; è all’origine di visioni dicotomiche anche nel centrodestra ed ha raggiunto anche i massimi livelli istituzionali, grazie all’interessamento del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI) che ha chiesto al Mic ed al Ministero dell’Interno di intervenire sulla “virtuoso esperienza del Parco di Torre del Fiscale” con l’obiettivo di “tutelarne il modello di gestione, divenuto simbolo di riscatto della periferia” e “presidio della legalità sul territorio”.
Il dietrofront sulla proroga della concessione
Il riconoscimento del lavoro svolto dall’associazione La Torre del Fiscale aveva in effetti portato il presidente del municipio Laddaga a prorogare l’assegnazione. Decisione su cui ha dovuto far registrare un dietrofront. E proprio il minisindaco, attraverso i propri canali sociali, ha motivato le ragioni che l’hanno portato a far predisporre un apposito bando.
“La giunta municipale si era espressa favorevolmente all’ipotesi di rinnovo della vecchia Concessione” ha premesso Laddaga “dando mandato al direttore di verificarne la fattibilità amministrativa”. Quell’atto è datato febbraio 2023 ed ha contribuito a creare un’aspettativa successivamente frustrata. Per quale motivo? Perché, ha ripreso la sua spiegazione il minisindaco “a fine dicembre 2022 è stata approvata dall’assemblea capitolina la delibera 104 con il nuovo “Regolamento sull’utilizzo degli immobili di Roma Capitale per finalità d’interesse generale”. Alla luce di questo provvedimento è stato rilevato, dal direttore del municipio, “l’impossibilità di procedere al rinnovo della stessa concessione degli immobili”. Preso atto di questa condizione, la giunta ha provveduto ad avviare un percorso di confronto pubblico, articolato in tre incontri, propedeutico alla stesura del bando.
Il canone considerato troppo caro
A cosa si devono le contestazioni e le tremila firme raccolte da quanti hanno visto, nell’azione del municipio, l’obiettivo di “fare cassa” con un bene pubblico? Intanto al canone che l’amministrazione ha chiesto di corrispondere, giudicato troppo caro. Ma “il canone è stato s formulato da un professionista esterno ed indipendente, che ha applicato i valori e i criteri imposti dai regolamenti nazionali e capitolini” ha spiegato Laddaga. Ed il canone è, in buona parte, soggetto ad una riduzione dell’80% se le realtà che si candidano alla gestione sono intenzionate a svolgere attività no profit.
Attività commerciali e attività no profit
Altra critica sollevata ha riguardato la “commercializzazione” del sito. A questa obiezione il minisindaco ha risposto dichiarando che “la maggior parte degli spazi ha esclusivamente finalità socio-culturali e no-profit”. È vero però che per il casale dove finora era attivo un servizio di ristorazione, durante il weekend, è richiesta un’apertura per tutta la settimana. Un modo, è stato chiarito dal minisindaco, “per garantire una presenza costante”. L’altro casale invece, il cosiddetto “Casale museo”, viene riservato per attività no profit ed eletto a “casa delle associazioni”. A voler smentire la “svendita” del parco di Tor Fiscale è stato citato anche il punteggio previsto nel bando: la qualità del progetto pesa 80 punti su 100, l’offerta economica solo 20.
Le aree verdi da manutenere
Ulteriore criticità rilevata è quella della cura del verde, dimezzata rispetto al passato. “Non è più possibile, ai sensi della normativa vigente, il pagamento del canone concessorio in servizi, evitando in tal modo un eccessivo aggravio per il concessionario” ha spiegato il minisindaco. Il restante ettaro, più la porzione di verde che il comune sta acquistando dalla fondazione Gerini, dovranno pertanto essere manutenuti direttamente dall’amministrazione, non dal futuro gestore. Al riguardo sono due le realtà che si stanno contendendo la gestione del parco di Tor Fiscale e dei suoi casali. Due perché è stato consentito ad uno dei candidati d’integrare la propria domanda con le informazioni mancanti.
Chi vincerà avrà l’onere di prendersi cura di un sito che, fino a non molti anni fa, era un luogo degradato. Un luogo che, anche grazie al lavoro dell’associazione La Torre del Fiscale, è stato riqualificato e rappresenta ora una ricchezza per tutta la città. La meritoria gestione del parco, riconosciuta in maniera bipartisan, “non si trasforma in un diritto acquisito di concessione a vita” ha concluso Laddaga. Al netto di un bando arrivato alle battute finali ed al quale il vecchio concessionario non ha partecipato, il passaggio di consegne è quasi imminente.
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