Los Angeles brucia ancora dopo dieci giorni, si indaga sulle cause. Hollywood unita per raccogliere fondi

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Los Angeles continua a fare i conti con gli incendi che da giorni bruciano le colline tra Santa Monica e Malibu e di Altadena. Si tratta del più grande e catastrofico incendio che la storia americana ricordi, e ne ricorda molti. I venti frenano e i pompieri stanno facendo progressi nella lotta contro le fiamme. Con loro sono in prima linea anche mille detenuti. 

Pacific Palisades, il quartiere paradisiaco dove vivono i vip hollywoodiani, è bruciato. Così come è bruciata Malibu, simbolo della Los Angeles milionaria. I roghi hanno causato la morte di almeno 27 persone. Ancora 26 i dispersi.

In fuga centinaia di migliaia di sfollati, ora ansiosi di tornare nei loro quartieri devastati. «Quando potrò tornare a casa?», è la domanda che i funzionari di Los Angeles dicono di sentire più di ogni altra in questi giorni. Le fiamme hanno divorato 12mila edifici, e ridotto in cenere 162 chilometri quadrati dell’area. 

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A preoccupare ora sono la nube tossica per la quale i funzionari sanitari esortano le persone a indossare maschere respiratorie adeguate, offerte gratuitamente alla popolazione, e i possibili venti che secondo il National weather service di Los Angeles potrebbero riprendere a soffiare all’inizio della prossima settimana. 

Il processo di bonifica potrebbe richiedere dai tre ai sei mesi, ha detto un funzionario dell’Environmental protection agency (Epa), che ha rassicurato: «I lavori potrebbero iniziare già la prossima settimana», consideriamo però che «il solo incendio di Palisades è grande quanto Manhattan, immaginate i detriti».

Intanto resta in vigore lo stato d’emergenza sulla qualità dell’aria, dichiarato il 10 gennaio scorso dalle autorità sanitarie. Il fumo e le particelle leggere trasportate dall’aria possono rappresentare una minaccia alla salute immediata e a lungo termine.

Le possibili cause degli incendi 

Il vento, la siccità, la natura del terreno, le case di legno. Sono oltre 150 le piste nell’indagine che hanno trasformato gli incendi di Los Angeles in un disastro nazionale. La causa al momento resta sconosciuta, quello che è certo è che per un ritorno alla normalità ci vorranno mesi. 

A rendere le fiamme così estese e difficili da domare però – avvertono i meteorologi – sono stati i venti di Santa Ana, caldi e secchi tipici di quelle zone, che si formano nell’entroterra desertico degli Stati Uniti occidentali e soffiano verso la costa. Il bassissimo tasso di umidità, le masse di aria calda e l’alta velocità che li caratterizza sono il mix che rende questi venti molto pericolosi.

Altro elemento che ha influito è la siccità, che ha colpito duramente Los Angeles negli scorsi mesi, rendendo il terreno arido e la vegetazione molto secca. Il 2025 è iniziato con una carenza di acqua record.

Secondo una società di monitoraggio delle forniture elettriche potrebbe essersi trattato anche di un guasto alla rete elettrica. 

Il piano per gli aiuti

Il presidente uscente Joe Biden ha detto che saranno necessarie «decine di miliardi di dollari per riportare Los Angeles alla normalità». E il presidente eletto Donald Trump sta pianificando di visitare, già dalla prossima settimana, subito dopo il suo insediamento, la metropoli, per vedere di persona i danni provocati dagli incendi e valutare le necessità per il soccorso e la ricostruzione.

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Intanto la California ha ottenuto più finanziamenti federali per aiutare con la rimozione dei detriti, così come con la ricostruzione di strade e ponti, servizi e altre opere danneggiate. Dopo i disastri, la Federal emergency management agency (Fema) sta offrendo diversi tipi di assistenza finanziaria. La sovvenzione più rapida da ottenere per le persone che hanno dovuto lasciare le loro case è quella per “assistenza per esigenze gravi” che prevede un pagamento di 770 dollari una tantum. È destinata a essere utilizzata per esigenze immediate, come cibo o altre forniture. 

Gli hotel nell’area metropolitana di Los Angeles continuano a mobilitarsi per fornire alloggi ai migliaia di sfollati, e molti offrono sistemazioni gratuite o a tariffe scontate per le persone colpite e per il personale di emergenza.

Hilton e American Express hanno annunciato che offriranno 20.000 pernottamenti in hotel senza costi aggiuntivi, unendosi a una lista crescente di organizzazioni che forniscono riparo. Insieme a queste due aziende, anche Airbnb sta collaborando con 211 LA , un centro comunitario per la contea di Los Angeles.

Le star di Hollywood si mobilitano per sostenere la popolazione

Mentre si fa la conta dei danni, si moltiplicano le azioni di solidarietà. Dalle celebrities i primi interventi per sostenere la popolazione. Paris Hilton e Beyoncé sono state le prime. L’ereditiera, che nei roghi ha perso la sua villa di Malibù, ha lanciato una raccolta fondi donando una cifra iniziale di 100mila dollari. Più generosa la popstar, che ha donato 2,5 milioni di dollari per aiutare le famiglie delle zone di Altadena e Pasadena, quelle colpite più duramente. Sconosciuta invece la cifra donata da Taylor Swift che, attraverso Instagram, ha elencato le organizzazioni a cui ha fornito aiuto economico per l’emergenza. 

Dopo essere stato accusato di essere scappato da Los Angeles a bordo del suo jet privato, Leonardo Di Caprio è tornato sui social per sensibilizzare i suoi follower, invitando le persone a donare e a fornire aiuti concreti agli sfollati. Dal canto suo l’attore ha staccato un assegno da 1 milione di dollari per sostenere gli enti che da giorni sono in prima linea nelle operazioni di spegnimento. Si aggiunge anche Gwyneth Paltrow con 2 milioni di dollari. 

E ancora, le star della musica Eilish, Lady Gaga e Sting saranno tra i protagonisti di un concerto di beneficenza volto a sostenere le operazioni di soccorso. FireAid questo il nome dell’evento, si svolgerà il 30 gennaio, e sarà trasmesso in diretta e disponibile anche in streaming.

Presenti anche Pink, Katy Perry e Rod Stewart, oltre alla star dei Fleetwood Mac, Stevie Nicks, Joni Mitchell, Gwen Stefani, i Red Hot Chili Peppers, Gracie Abrams, Green Day, Jelly Roll, Earth, Wind & Fire, Lil Baby, Stephen Stills e Tate McRae.

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