La Commissione Europea ha ordinato a X di rivelare dettagli sui recenti cambiamenti apportati al suo algoritmo di raccomandazione, intensificando così l’indagine sul ruolo della piattaforma di social media nella politica europea. Questa mossa segna un nuovo capitolo nella tensione tra le autorità dell’Unione Europea ed Elon Musk, proprietario della piattaforma, su temi di trasparenza e responsabilità digitale.
L’annuncio, reso pubblico oggi, prevede che X consegni una serie di documenti interni relativi al funzionamento del suo algoritmo. Tra le richieste vi è anche un “ordine di conservazione” che impone al social network di preservare tutte le informazioni utili per monitorare come l’algoritmo potrebbe essere modificato in futuro. Oltre a ciò, Bruxelles ha chiesto di fornire dettagli su come la piattaforma modera i contenuti e su quali meccanismi siano stati implementati per amplificare o limitare determinati post.
Un caso di interferenza politica
La decisione dell’UE arriva in risposta alle crescenti preoccupazioni sollevate in Germania, dove diversi politici hanno denunciato che l’algoritmo di X starebbe favorendo il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD). Questo partito, che secondo i sondaggi si attesta al secondo posto con circa il 20% dei consensi, è stato in parte classificato come estremista dalla sicurezza interna tedesca.
Elon Musk, noto per le sue dichiarazioni controverse e per il suo approccio diretto sui social media, ha pubblicamente appoggiato l’AfD, sostenendo che potrebbe salvare la Germania da un “collasso economico e culturale”. Tuttavia, le sue affermazioni hanno generato una forte reazione politica. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha criticato apertamente Musk, definendo il suo sostegno al partito di estrema destra “completamente inaccettabile”.
La tensione è ulteriormente aumentata dopo che il ministero della Difesa e il ministero degli Esteri tedeschi hanno sospeso la loro attività su X, lamentando insoddisfazione crescente per la piattaforma. In un’intervista con il Financial Times, un portavoce del ministero della Difesa ha dichiarato: “Non possiamo ignorare il rischio che i contenuti siano amplificati senza controllo e in modo dannoso per il dibattito pubblico”.
La Posizione della Commissione Europea
Un portavoce della Commissione Europea ha spiegato che l’indagine su X rientra negli sforzi per garantire che tutte le piattaforme che operano nell’UE rispettino la legislazione comunitaria, in particolare il Digital Services Act (DSA). Questa normativa, entrata in vigore di recente, richiede che i colossi tecnologici garantiscano trasparenza nei loro algoritmi e adottino misure per contrastare la diffusione di contenuti illegali o nocivi.
“Il nostro obiettivo è assicurarci che l’ambiente online rimanga equo, sicuro e democratico per tutti i cittadini europei”, ha dichiarato Henna Virkkunen, responsabile digitale della Commissione. Sebbene Bruxelles abbia sottolineato che l’indagine non sia influenzata da considerazioni politiche, alcuni osservatori ritengono che il timing della richiesta – avvenuta poco dopo un’intervista tra Musk e la leader dell’AfD Alice Weidel – sia indicativo di una risposta diretta ai recenti sviluppi.
Durante l’intervista, Weidel ha avuto la possibilità di promuovere liberamente il programma del suo partito, facendo anche affermazioni false sulla figura di Adolf Hitler. Questa scelta editoriale ha suscitato indignazione, alimentando le richieste di un maggiore controllo sull’operato di X.
Pressioni Politiche e Accuse di Favoritismi
Non è la prima volta che Elon Musk viene accusato di influenzare l’algoritmo di X per scopi personali. Damian Boeselager, membro del Parlamento Europeo, ha recentemente scritto a Henna Virkkunen per sollecitare un’indagine su possibili violazioni delle norme di trasparenza del DSA.
“Ci sono accuse secondo cui Musk starebbe favorendo i propri tweet e manipolando il sistema per amplificare le voci che preferisce”, ha dichiarato Boeselager al Financial Times. “Non si tratta solo di un comportamento stravagante, ma di una questione di equità e trasparenza. Le piattaforme devono rispettare le regole, specialmente quando influenzano il dibattito democratico”.
L’atteggiamento ambiguo di Musk ha contribuito a creare un clima di sfiducia nei confronti di X, spingendo diversi governi a mettere in discussione il ruolo della piattaforma. Mentre alcuni vedono la sua gestione come un tentativo di democratizzare il discorso pubblico, altri lo accusano di alimentare polarizzazione e disinformazione.
La risposta di X e le prospettive future
Al momento, X non ha rilasciato commenti ufficiali sulla richiesta della Commissione Europea. Tuttavia, l’azienda potrebbe trovarsi in una posizione difficile, soprattutto considerando le sanzioni previste dal DSA per le piattaforme che non rispettano le norme comunitarie. Queste multe potrebbero raggiungere fino al 6% del fatturato globale annuo, una cifra significativa anche per un gigante come X.
La pressione su Musk è destinata a intensificarsi, con l’UE determinata a dimostrare che le sue regole sono applicabili a tutte le piattaforme, indipendentemente dalla loro portata o dalla personalità dei loro leader.
Questo caso rappresenta un test cruciale per il DSA e per la capacità dell’UE di regolare il comportamento delle grandi aziende tecnologiche. Se Bruxelles riuscirà a imporre trasparenza e responsabilità a X, potrebbe segnare un precedente importante per il futuro del controllo sui social media. Al contrario, un fallimento rischierebbe di minare la credibilità delle politiche europee in materia digitale.
In sintesi, l’indagine avviata da Bruxelles contro X è un esempio emblematico delle sfide poste dalla regolamentazione delle piattaforme digitali in un’epoca di crescente polarizzazione politica. La domanda ora è se Musk accetterà di collaborare o se continuerà a sfidare apertamente le istituzioni europee.
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