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L’accordo per un cessate il fuoco a Gaza tra Israele e Hamas – che dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio – prevede tra i punti principali il rilascio degli ostaggi ancora in mano al gruppo che controlla la Striscia. L’APPROFONDIMENTO
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Il Likud, il partito del premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha avvertito che \”chiunque faccia cadere il governo di destra sara’ ricordato come un’eterna disgrazia\”. Il destinatario del messaggio e’ il ministro per la Sicurezza Nazionale, l’estremista Itamar Ben Gvir, che ha minacciato di lasciare l’esecutivo, insieme al suo partito Otzma Yehudit, se sara’ approvato l’accordo per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
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Secondo quanto emerso finora, in una prima fase lunga 42 giorni saranno liberati 33 ostaggi israeliani e circa mille detenuti palestinesi. IL FOCUS
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I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di guerra. LE IMMAGINI
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Le notizie secondo le quali il governo israeliano intende ritardare di un giorno l’applicazione della tregua con Hamas, e quindi lo scambio di prigionieri, hanno suscitato l’ira di molti cittadini di Tel Aviv, che sono scesi in piazza per protestare. I dimostranti raccolti alla Kirya, quartier generale dell’esercito, chiedono la liberazione di tutti gli ostaggi e reggono uno striscione con la scritta \”Presidente Trump, riportali tutti a casa\”.
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L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE
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L’amministrazione Biden si dice stupita dalle notizie secondo cui Israele starebbe pianificando di ritardare di un giorno l’attuazione dell’accordo sugli ostaggi. Channel 12 ha riferito che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu intende convocare una riunione di gabinetto per votare l’accordo solo sabato, anziché domani perché non ci sarebbe stato abbastanza tempo per tenere sia il voto del gabinetto di sicurezza sia il voto del gabinetto completo prima dello Shabbat di venerdì, costringendo a rimandare quest’ultimo a sabato sera.
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Mentre continuano a emergere i dettagli sull’intesa raggiunta tra le parti, non si sono fatte attendere le reazioni dei leader internazionali sul cessate il fuoco nella Striscia. LEGGI L’ARTICOLO
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Il governo israeliano starebbe valutando di posticipare di un giorno l’applicazione dell’accordo con Hamas sullo scambio di prigionieri, una scelta che avrebbe suscitato l’ira degli Stati Uniti. Lo riferisce l’emittente israeliana Canale 12.
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Il presidente dell’opposizione israeliana Yair Lapid si è rivolto con un messaggio al primo ministro Benyamin Netanyahu affermando che gli fornirà una rete di sicurezza per portare a termine l’operazione sull’accordo con Hamas. E ha osservato: \”Questo è più importante di qualsiasi divisione che abbiamo mai avuto\”. La dichiarazione di Lapid è arrivata dopo che il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gabir ha affermato che il suo partito si ritirerà dal governo se l’intesa sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi sarà votata.
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Secondo alcuni funzionari israeliani, citati dai media nazionali, è molto probabile che il rilascio degli ostaggi avvenga lunedì 20, mentre il presidente Usa eletto Donald Trump si insedia alla Casa Bianca. La votazione sull’accordo del governo e del gabinetto israeliani prevista per domani continuerà fino a sabato, è stato spiegato, quindi è molto ragionevole pensare che il primi tre rapiti vengano rilasciati lunedì e non domenica.
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Il generale 60enne, dal 2017 a capo delle forze armate, è sostenuto dai Paesi occidentali e da quelli arabi del Golfo ostili all’Iran. LEGGI QUI
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Dopo l’ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall’invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO
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Lo stretto collaboratore del primo ministro Benyamin Netanyahu, Natan Eshel, ha annunciato che il ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir, contrario all’accordo, si è dimesso dal governo. Lo riferiscono i media israeliani. Ben Gvir ha detto che intorno alle 21 israeliane rilascerà unìimportante dichiarazione, ma non si sa se riguarda effettivamente le presunte dimissioni.
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– Gli Houthi, i ribelli filoiraniani che controllano buona parte dello Yemen, hanno annunciato che attaccheranno Israele se non rispettera’ l’accordo di cessate il fuoco con Hamas. \”Osserveremo l’applicazione dell’intesa e se ci saranno violazioni da parte di Israele, massacri o attacchi saremo pronti a fornire sostegno militare al popolo palestinese\”, ha dichiarato il capo dei ribelli, Abdulmalik al-Houthi, in un discorso televisivo. \”Il nemico israeliano ha fallito nel raggiungere i suoi obiettivi chiari e dichiarati, e ha fallito miseramente nel recupero dei suoi prigionieri senza un accordo di scambio\”, ha aggiunto al-Houthi, secondo il quale Usa e Israele sono stati \”costretti\” ad accettare la tregua.
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Il Segretario di Stato americano è stato duramente contestato da alcuni attivisti mentre parlava di un piano dopo-Gaza all’Atlantic Council di Washington
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Tra i protagonisti dell’escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo – dal 1992 – Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L’ANALISI
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Itamar Ben-Gvir si appresta a rilasciare una dichiarazione pubblica alle 21 ore locali. Lo riporta il sito ‘Walla’ citando lo stretto collaboratore di Netanyahu Natan Eshel, secondo cui il leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit e Ministro della sicurezza nazionale israeliano \”si è dimesso\”.
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L’ultradestra israeliana si mette di traverso sulla tregua a Gaza e rischia di far slittare a lunedì l’entrata in vigore dell’intesa raggiunta a Doha, a partire dalla liberazione dei primi tre ostaggi. “Se l’accordo sarà approvato, presenteremo lettere di dimissioni e non faremo parte del governo”, ha tuonato in serata il falco oltranzista della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir alla vigilia della riunione dell’esecutivo chiamata a votare l’intesa. Secondo i media israeliani, Benyamin Netanyahu sarebbe ora pronto a rinviare tutto a sabato sera. Dopo il voto, gli oppositori avranno 48 ore per presentare ricorso alla Corte Suprema: così si arriverebbe a lunedì. .Intanto, mentre a Gaza è partito il conto alla rovescia che conta le ore fino allo scattare della tregua, l’Idf in serata sembra aver diminuito i raid sulla Striscia. Ma nell’ultima giornata, ha denunciato il ministero della Sanità legato a Hamas, 81 persone sono state uccise nella Striscia e 188 sono rimaste ferite.
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Tregua Israele-Hamas, chi potrebbero essere i 33 ostaggi liberati nella prima fase
L’accordo per un cessate il fuoco a Gaza tra Israele e Hamas – che dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio – prevede tra i punti principali il rilascio degli ostaggi ancora in mano al gruppo che controlla la Striscia. L’APPROFONDIMENTO
Likud: “Chi fa saltare il governo è “disgrazia eterna”
Il Likud, il partito del premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha avvertito che “chiunque faccia cadere il governo di destra sara’ ricordato come un’eterna disgrazia”. Il destinatario del messaggio e’ il ministro per la Sicurezza Nazionale, l’estremista Itamar Ben Gvir, che ha minacciato di lasciare l’esecutivo, insieme al suo partito Otzma Yehudit, se sara’ approvato l’accordo per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
Tregua a Gaza, accordo tra Israele e Hamas. Che cosa prevede e cosa succede adesso
Secondo quanto emerso finora, in una prima fase lunga 42 giorni saranno liberati 33 ostaggi israeliani e circa mille detenuti palestinesi. IL FOCUS
Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza. FOTO
I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di guerra. LE IMMAGINI
Manifestazioni a Tel Aviv: “Trump, riporta ostaggi a casa”
Le notizie secondo le quali il governo israeliano intende ritardare di un giorno l’applicazione della tregua con Hamas, e quindi lo scambio di prigionieri, hanno suscitato l’ira di molti cittadini di Tel Aviv, che sono scesi in piazza per protestare. I dimostranti raccolti alla Kirya, quartier generale dell’esercito, chiedono la liberazione di tutti gli ostaggi e reggono uno striscione con la scritta “Presidente Trump, riportali tutti a casa”.
La questione israelo palestinese, cos’è e come è nata
L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE
Media: Casa Bianca stupita da notizie su possibile rinvio voto su accordo in Israele
L’amministrazione Biden si dice stupita dalle notizie secondo cui Israele starebbe pianificando di ritardare di un giorno l’attuazione dell’accordo sugli ostaggi. Channel 12 ha riferito che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu intende convocare una riunione di gabinetto per votare l’accordo solo sabato, anziché domani perché non ci sarebbe stato abbastanza tempo per tenere sia il voto del gabinetto di sicurezza sia il voto del gabinetto completo prima dello Shabbat di venerdì, costringendo a rimandare quest’ultimo a sabato sera.
Tregua a Gaza, accordo tra Israele e Hamas. Le reazioni internazionali, da Trump a Biden
Mentre continuano a emergere i dettagli sull’intesa raggiunta tra le parti, non si sono fatte attendere le reazioni dei leader internazionali sul cessate il fuoco nella Striscia. LEGGI L’ARTICOLO
Media: Israele vuole giorno in più per tregua, ira Usa
Il governo israeliano starebbe valutando di posticipare di un giorno l’applicazione dell’accordo con Hamas sullo scambio di prigionieri, una scelta che avrebbe suscitato l’ira degli Stati Uniti. Lo riferisce l’emittente israeliana Canale 12.
Lapid a Netanyahu: ‘Offro rete di sicurezza su voto accordo’
Il presidente dell’opposizione israeliana Yair Lapid si è rivolto con un messaggio al primo ministro Benyamin Netanyahu affermando che gli fornirà una rete di sicurezza per portare a termine l’operazione sull’accordo con Hamas. E ha osservato: “Questo è più importante di qualsiasi divisione che abbiamo mai avuto”. La dichiarazione di Lapid è arrivata dopo che il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gabir ha affermato che il suo partito si ritirerà dal governo se l’intesa sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi sarà votata.
Media: ‘Rilascio ostaggi lunedì mentre Trump si insedia’
Secondo alcuni funzionari israeliani, citati dai media nazionali, è molto probabile che il rilascio degli ostaggi avvenga lunedì 20, mentre il presidente Usa eletto Donald Trump si insedia alla Casa Bianca. La votazione sull’accordo del governo e del gabinetto israeliani prevista per domani continuerà fino a sabato, è stato spiegato, quindi è molto ragionevole pensare che il primi tre rapiti vengano rilasciati lunedì e non domenica.
Libano, Joseph Aoun è il nuovo Presidente della Repubblica
Il generale 60enne, dal 2017 a capo delle forze armate, è sostenuto dai Paesi occidentali e da quelli arabi del Golfo ostili all’Iran. LEGGI QUI
Bashar al-Assad, il ritratto dell’ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti
Dopo l’ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall’invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO
Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir si è dimesso
Lo stretto collaboratore del primo ministro Benyamin Netanyahu, Natan Eshel, ha annunciato che il ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir, contrario all’accordo, si è dimesso dal governo. Lo riferiscono i media israeliani. Ben Gvir ha detto che intorno alle 21 israeliane rilascerà unìimportante dichiarazione, ma non si sa se riguarda effettivamente le presunte dimissioni.
Houthi: “Attaccheremo Israele se violerà cessate il fuoco”
– Gli Houthi, i ribelli filoiraniani che controllano buona parte dello Yemen, hanno annunciato che attaccheranno Israele se non rispettera’ l’accordo di cessate il fuoco con Hamas. “Osserveremo l’applicazione dell’intesa e se ci saranno violazioni da parte di Israele, massacri o attacchi saremo pronti a fornire sostegno militare al popolo palestinese”, ha dichiarato il capo dei ribelli, Abdulmalik al-Houthi, in un discorso televisivo. “Il nemico israeliano ha fallito nel raggiungere i suoi obiettivi chiari e dichiarati, e ha fallito miseramente nel recupero dei suoi prigionieri senza un accordo di scambio”, ha aggiunto al-Houthi, secondo il quale Usa e Israele sono stati “costretti” ad accettare la tregua.
Blinken contestato: “Hai permesso il Genocidio a Gaza”
Il Segretario di Stato americano è stato duramente contestato da alcuni attivisti mentre parlava di un piano dopo-Gaza all’Atlantic Council di Washington
Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese
Tra i protagonisti dell’escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo – dal 1992 – Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L’ANALISI
Media: a breve dichiarazione Ben-Gvir, ‘si è dimesso’
Itamar Ben-Gvir si appresta a rilasciare una dichiarazione pubblica alle 21 ore locali. Lo riporta il sito ‘Walla’ citando lo stretto collaboratore di Netanyahu Natan Eshel, secondo cui il leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit e Ministro della sicurezza nazionale israeliano “si è dimesso”.
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