ᐅ Divieto di affitti brevi a Barcellona: cosa succederà?

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Il Comune di Barcellona ha annunciato l’intenzione di vietare gli affitti brevi e gli appartamenti turistici in città entro il 2028. Questa misura drastica è il risultato della crisi del mercato immobiliare, che vede i cittadini impossibilitati a trovare affitti a prezzi accessibili. La revoca delle attuali licenze è legale? Qual è la risposta di Airbnb? E cosa succederà dal 2025 in avanti? In questo articolo risponderemo a queste e altre domande.

Punti chiave sul divieto di affitti brevi a Barcellona

Nell’aprile del 2024, l’amministrazione di Barcellona ha annunciato l’intenzione di abolire le licenze di affitti turistici esistenti in città. Questo significa eliminare più di 10.000 case vacanza e togliere una fonte di reddito a un gran numero di proprietari privati, property manager e agenzie di affitti brevi.

Per comprendere la misura annunciata dall’attuale sindaco, Jaume Collboni, è necessario analizzare il contesto attuale e passato di Barcellona, la cui battaglia contro le strutture ricettive extra-alberghiere non è nuova.

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L’impatto di Airbnb e di altre piattaforme di affitto

Le piattaforme di prenotazione come Airbnb, Booking.com o Expedia hanno cambiato l’industria del turismo, permettendo ai viaggiatori di soggiornare in alloggi unici e convenienti e di avere un assaggio della vita locale. Inoltre, hanno creato opportunità economiche per molti proprietari e gestori di alloggi.

Tuttavia, queste nuove tendenze di viaggio hanno portato anche delle sfide. In città come Barcellona, l’aumento spropositato dei turisti ha avuto un effetto negativo sui residenti, costretti ad andarsene a causa dell’aumento dei prezzi degli affitti a lungo termine. Basti pensare che, con una popolazione di 1,45 milioni di abitanti, Barcellona riceve più di 7 milioni di turisti all’anno!

Inoltre, la mancanza di normative specifiche ha portato alla proliferazione di affitti brevi illegali, aumentando la pressione sul mercato immobiliare.

Mancanza di affitti a prezzi accessibili per i residenti

Barcellona è una delle città spagnole ed europee che sta soffrendo maggiormente la crisi immobiliare a causa della mancanza di alloggi a prezzi accessibili. Tra il 2018 e il 2022, il prezzo degli affitti a lungo termine è aumentato del 35%, anche a causa del proliferare delle case vacanza e del turismo di massa.

Di conseguenza, le diverse amministrazioni comunali hanno attuato delle politiche per mitigare l’escalation del problema. Secondo dati ufficiali, dal 2016 la città ha sigillato più di 9.000 appartamenti illegali e congelato la concessione di licenze di alloggio. Nonostante ciò, la situazione non è migliorata e la città è diventata invivibile per la popolazione locale, che non è più in grado di pagare gli alti prezzi degli affitti o di acquistare casa.

Obiettivi del divieto

Il divieto di affitti brevi a Barcellona sta segnando un punto di rottura in termini di politiche abitative in Spagna e in Europa. Con questo provvedimento, la capitale catalana mira a eliminare de facto le 10.000 case vacanza attualmente esistenti entro il 2028, non rinnovando le licenze attuali e non rilasciando nuovi permessi.

Il regolamento ha diversi obiettivi importanti:

  • Ridurre la saturazione turistica nei centri storici e nei quartieri residenziali.
  • Proteggere l’accesso alle abitazioni per i residenti locali, abbassandone i prezzi.
  • Migliorare la qualità della vita della popolazione locale, che soffre per l’eccessivo turismo.
  • Garantire che il turismo sia sostenibile e vantaggioso per l’economia locale.

Questo regolamento fa parte di uno sforzo più ampio per bilanciare la coesistenza tra residenti e turisti.

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Reazioni all’annuncio del divieto

Le reazioni all’annuncio sono state molteplici, sia positive che negative.

Politici e autorità locali

I politici e le autorità locali del Comune di Barcellona ritengono che il divieto aiuterà a controllare il turismo di massa. Sperano inoltre che la misura contribuisca allo stabilirsi di un mercato sano, facilitando l’accesso agli alloggi per i residenti locali.

La maggior parte dei partiti concorda sul fatto che questa misura contribuirà ad alleggerire il mercato immobiliare e a contenere i prezzi, anche se alcuni dubitano dell’efficacia della misura e chiedono la costruzione di più alloggi residenziali.

Coloro che si oppongono al divieto definiscono la misura “interventista” e sostengono che influirà negativamente sulle entrate del settore turistico.

Associazioni di proprietari di affitti brevi

Le associazioni di proprietari di case sono chiaramente in disaccordo con il divieto. Secondo molti, il governo dovrebbe rivolgersi ai gestori di grandi portafogli immobili, invece che ai piccoli host privati. Gestire appartamenti turistici è spesso una strategia per guadagnare un reddito extra e far fronte all’inflazione e all’aumento degli prezzi.

Le associazioni sostengono inoltre che il divieto avrà un impatto negativo sul modello turistico della città, in quanto non ci sono abbastanza strutture ricettive per coprire la domanda dei flussi turistici.

Professionisti del settore turistico

I professionisti del settore turistico sono preoccupati. Infatti, il divieto potrebbe finire per ridurre il numero di turisti in visita, con un impatto negativo sull’economia locale. Propongono che la città cerchi delle alternative per regolamentare gli affitti brevi, piuttosto che vietarli del tutto.

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Sia le associazioni di proprietari che i professionisti del settore stanno valutando la possibilità di presentare ricorso presso i tribunali e la Commissione Europea.

La risposta di Airbnb al divieto di affitti brevi a Barcellona

Come ha reagito la piattaforma americana alla notizia del divieto?

In un articolo approfondito, Airbnb ha analizzato la situazione immobiliare della città, sottolineando come la restrizione delle licenze per affitti brevi, iniziata 10 anni fa, non abbia portato i risultati sperati. Secondo la loro analisi, una risposta adeguata alla crisi sarebbe:

  • Costruire più unità abitative: mentre la domanda di nuove abitazioni è cresciuta, le attività edili sono rimaste stagnanti.
  • Sviluppare politiche che affrontino il problema delle case sfitte, che superano di 1 a 8 gli alloggi utilizzati come affitti brevi.

Inoltre, l’articolo di Airbnb sottolinea che, pur vietando le case vacanza, l’amministrazione barcellonese ha approvato piani per la costruzione di nuove strutture alberghiere. Nel 2023, il 75% dei turisti ha soggiornato in hotel e ostelli, pagando prezzi che sono aumentati del 60% nell’ultimo decennio.

Theo Yedinsky, VP Public Policy di Airbnb, e Sara Rodríguez, Responsabile delle Politiche per la Spagna e il Portogallo di Airbnb, hanno affermato che: “L’unico vincitore della guerra di Barcellona contro gli affitti a breve termine è l’industria alberghiera, che sta rapidamente espandendosi e aumentando i prezzi. Facciamo appello a Barcellona affinché riconsideri il suo approccio, perché è chiaro che Airbnb non è la causa dei problemi che affliggono la città. Siamo a disposizione delle autorità per immaginare nuove regole che supportino le famiglie locali che ospitano e rendano il turismo più sostenibile per tutti.

Esempi nazionali e internazionali di regolarizzazione degli affitti turistici

Regolamentazione affitti brevi: confronto con altre città europee

Barcellona è una delle tante destinazioni turistiche che si trovano in difficoltà a causa della crisi abitativa. In Europa, molte città affrontano sfide simili. Ecco un confronto della regolamentazione degli affitti turistici messe in atto per mitigare gli effetti negativi del turismo di massa:

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  • Barcellona: divieto (parziale) di affitti brevi -> riduzione dell’offerta, aumento vertiginoso dei prezzi.
  • Amsterdam: limite di 30 notti all’anno per le case vacanze private -> maggiore disponibilità di alloggi per i residenti.
  • Parigi: licenza obbligatoria per gli affitti turistici -> controllo del mercato immobiliare.
  • Berlino: restrizioni severe nelle aree critiche -> equilibrio tra cittadini residenti e turisti.

Anche l’Italia ha messo in atto alcune misure per regolamentare e ridurre le conseguenze negative degli affitti brevi. Un esempio è il CIN, il Codice Identificativo Nazionale che ogni struttura ricettiva deve richiedere per essere legalmente riconosciuta.

Inoltre, il divieto di self check-in e il richiamo all’obbligo di identificazione degli ospiti de visu vogliono ridurre il rischio di attività illegali. Scopri di più nel nostro articolo “Stop a self check-in e key box“.

Quali misure potrebbe adottare Barcellona?

Dall’esperienza internazionale si possono trarre diversi insegnamenti:

  1. La registrazione obbligatoria e i limiti sulle nuove licenze permettono di controllare e regolare il numero di affitti brevi.
  2. Le limitazioni alla durata degli affitti brevi consentono ai cittadini di trarre profitto dalle loro proprietà, ma offrono anche più spazio per gli affitti a lungo termine.
  3. Ispezioni regolari garantiscono il rispetto degli standard.

Queste lezioni possono servire da guida per Barcellona e per altre città che si trovano ad affrontare problemi simili.

Conseguenze del divieto di affitti brevi a Barcellona

Se il divieto viene applicato, quali saranno le possibili conseguenze per gli host, i turisti e per l’economia locale?

Con il divieto assoluto di case e appartamenti turistici, i viaggiatori non avranno altra possibilità che prenotare hotel e ostelli. I prezzi di queste sistemazioni potrebbero aumentare, visto che avranno il monopolio del mercato.

Possibile diminuzione dei flussi turistici

La decisione potrebbe portare a un calo dei visitatori:

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  • Gli ospiti che preferiscono un alloggio alternativo dovranno cercarlo altrove.
  • Lo stesso vale per i turisti più giovani, soprattutto le coppie, che non si possono permettere costosi soggiorni in hotel e non vogliono prenotare un dormitorio in un ostello.
  • Nuovi trend di viaggio come lo smart working non saranno più possibili.

Il turismo cambierà a favore degli alloggi tradizionali. Rimane da chiedersi se i viaggiatori del futuro si adatteranno.

Perdita finanziaria per il settore turistico

Bilanciando l’uso dello spazio residenziale e controllando il numero di turisti, il divieto di affitti brevi mira a migliorare la qualità della vita locale. Gli effetti negativi sul turismo e sull’economia locale però si faranno sentire. Si stima che Barcellona perderà più di 1.555 milioni di euro all’anno se l’abolizione degli alloggi turistici viene attuata.

Questa perdita finanziaria coinvolgerà gli host privati, le guide turistiche, i proprietari di ristoranti e bar, le imprese che organizzano attività turistiche, i gestori di negozi, i tassisti e tutti quei soggetti che si guadagnano da vivere con il turismo.

Se il divieto viene messo in atto, Barcellona potrebbe perdere la sua posizione di meta turistica tra le più popolari al mondo.

Possibile aumento degli affitti illegali

Alcuni proprietari potrebbero cercare di aggirare le regole e continuare ad affittare i loro appartamenti per le vacanze in nero, non pagando quindi le tasse. Oppure, potrebbero trovare cavilli burocratici per evitare di affittare a inquilini a lungo termine e continuare con i soggiorni di breve durata, rimanendo così all’interno del quadro normativo. L’amministrazione locale dovrà monitorare e far sì che ciò non accada.

Il divieto di affitti brevi a Barcellona è legale?

Sebbene l’argomentazione politica sia forte e ben sostenuta, la realtà potrebbe rivelarsi molto diversa. La stessa Commissione Europea ha annunciato che potrebbe fare ricorso, in quanto le misure proposte paiono di gran lunga sproporzionate. La Commissione sottolinea altre misure adottate da città come Venezia, Atene e Amsterdam che, per ridurre il turismo di massa, hanno limitato le navi da crociera o spostato le aree di svago fuori dai centri residenziali. Invita quindi gli enti a implementare politiche mirate.

Al fine di fornire una risposta alla domanda “il divieto di affitti brevi è legale?“, la Commissione Europea ha inaugurato un nuovo commissariato dedicato esclusivamente all’edilizia abitativa, che inizierà a lavorare su questi casi nel 2025.

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Cosa fare se possiedi una casa vacanze a Barcellona

Se possiedi uno o più appartamenti in affitto a Barcellona, questa misura potrebbe essere fonte di preoccupazione: se l’accordo verrà rispettato, infatti, la tua licenza verrà revocata.

Tuttavia, per il momento non devi temere di perdere la tua attività, poiché si tratta di un caso di estrema complessità burocratica e, come abbiamo visto, non dipende interamente dalla decisione dell’amministrazione barcellonese. Poiché in Spagna manca un regolamento a livello nazionale sugli affitti turistici, ogni autorità locale ha la possibilità di ridurre e limitare il numero di licenze. Tuttavia una misura così estrema, che tocca così tanti soggetti, sia privati che pubblici, deve avere un’adeguata verifica a livello legale.

C’è ancora molta strada da fare per scoprire se sarà davvero possibile abolire gli affitti turistici a Barcellona.



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