Mai visto un Carmelo Salerno così pirotecnico. Dal mercato al settore giovanile, da Amadei agli pseudotifosi: via libera alla lingua, senza preoccuparsi di creare inevitabili mal di pancia. Allora, via, tutti in carrozza.
Presidente, partiamo dal mercato: due giocatori ingaggiati e il solo Okwonkwo ai saluti. Fortuna che avevate detto che dovevate prima sfoltire… “Non potevamo fare diversamente. C’erano altre squadre su di loro e noi avevamo necessità di coprire bene i ruoli di centrale difensivo e mezz’ala. Se stamane (ieri, ndr) avessimo aspettato un’ora in più, Kumi sarebbe andato a Carrara o Cesena. Al pressing delle altre squadre, abbiamo reagito con decisione”.
Resta il fatto che dovete sfoltire la rosa. “Assolutamente sì. Viali è sempre stato chiaro: vuole allenare 11 contro 11 senza alternare i giocatori. Sostiene che così ottiene il massimo dell’intensità e alza il livello degli allenamenti”. Ora la rosa, compreso Kumi, è di 29 elementi. Quindi porta aperta per… “Non faccio nomi. Il mister ha fatto una lista di giocatori indispensabili. Gli altri sono tutti cedibili”.
La lista dei punti fermi è formata da una ventina di giocatori? “Molti meno”. C’è il rischio che si ripetano i casi come Pettinari: arrivano richieste, ma il giocatore dice no. “Queste situazioni per la società sono un danno economico enorme. Spero che alla fine del mercato non ci siano esuberi, ma qualsiasi cosa accada, il gruppo sarà di ventidue più i portieri. Così come vuole Viali. Gli altri non verranno messi fuori rosa, ma si alleneranno a parte”.
Serve un centravanti. “Abbiamo Gondo, Vido e Pettinari. Ma il diesse non è rimasto con le mani in mano. Ha sondato diversi attaccanti importanti e tutti vorrebbero venire alla Reggiana. Ma se non esce nessuno, si resta così. E io sarei soddisfatto perché sono buoni giocatori. La squadra la ritengo già forte. E oggi pomeriggio (ieri, ndr) lo confermerò ai giocatori”.
Parlerà alla squadra? “Sì, dirò loro che sono orgoglioso dell’ottimo girone di andata che hanno fatto, anche se 21 punti sono pochi per salvarci. Ma bisogna ricordare che quest’anno erano nuovi diesse, allenatore e tanti giocatori ed era quindi prevedibile un cammino tra alti e bassi. Ci vuole tempo per amalgamare una squadra. Ora le cose vanno molto meglio grazie al grande lavoro svolto da tutti, compresa la società. Anche noi dirigenti abbiamo avuto alti e bassi, dovuti al fatto che si era interrotto il percorso di crescita con le partenze di Nesta e Goretti. Serve continuità anche a livello gestionale per ottenere risultati”.
Per salvarsi nel ritorno bisognerà fare più di 21 punti. “La squadra ha le potenzialità per vincere con tutti e salvarsi bene”.
Romano Amadei ha detto chiaramente che vuole vendere. “Il patron è stanco e lo capisco. Ma al timone c’è sempre lui e l’ultima parola è la sua. La città gli deve tantissimo. Si è accollato le quote di quei soci che via via se ne sono andati perché nessuno le voleva, arrivando al 65 per cento. Io ho aumentato fino al 30, sbagliando perché poi negli anni ho speso una follia”.
Pentito? “Assolutamente no. Tanto che le mie quote non sono in vendita. Spero di trovare un socio che prenda quelle di Amadei, perché io non ho quella forza economica, e raggiungere due obiettivi: il pareggio di bilancio (e quindi la capacità della Reggiana di autogestirsi) e far diventare il nostro centro sportivo il più bello d’Italia. Ma ci vogliono 4-5 anni di continuità progettuale”.
Da quando Amadei disse al Carlino (15 novembre scorso) di voler vendere, ha bussato qualcuno alla porta del club? “Si sono fatti avanti diversi potenziali acquirenti, ma non hanno convinto. Amadei lascia solo a persone serie”.
Anche da Reggio? “Magari. Neppure un italiano si è fatto avanti. Tutti interessamenti dall’estero”.
Chiudiamo il discorso Dorval? “Sì, ribadendo che Reggio non è una città razzista, che di cori non ne ho mai sentiti e che serve tolleranza zero: anche se chi offende è una sola persona su diecimila è giusto sospendere la partita”.
Chiudiamo col settore giovanile. Andiamo maluccio. “Sono imbarazzato a parlarne. È una gestione autonoma, non ho neppure la firma (ce l’ha il vicepresidente Vittorio Cattani, ndr). Ripeto, sono imbarazzato”.
Perché? “È gestito malissimo: in cinque anni sono cambiati cinque responsabili, quando invece uno dovrebbe restare un decennio per ottenere risultati. E poi dico che anche per fare i dirigenti di calcio bisogna studiare… Siamo in Serie B, non nei dilettanti. Non ci si può improvvisare”.
Accuse durissime. “Abbiamo perso il senso di appartenenza, non coinvolgiamo come dovremmo le società del comprensorio: il settore giovanile deve essere l’orgoglio non solo del club, ma di tutta la città. Invece non è così. E ci costa oltre un milione di euro a stagione…”.
Lei non ha la firma, ma è il presidente… “Sì, infatti mi prendo le mie responsabilità. Le colpe sono anche mie”.
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